13 LUGLIO 2016
AT DI CATANIA: Personale ATA – Graduatorie permanenti provvisorie (24 mesi) a.s. 2015/2016
Personale ATA – Pubblicazione Graduatorie permanenti provvisorie (24 mesi) a.s. 2015/2016
USR SICILIA – UFFICIO VII AMBITO TERRITORIALE DI CATANIA
Si trasmette, come comunicato con e-mail del 07/07/2016, copia elenco situazione dei perdenti posto.
Il Funzionario
Silvana Currà
Il MIUR, in attuazione del DM n. 326 del 3 giugno 2015, l’11 luglio ha emanato il DDG n. 643 col quale integra le graduatorie d’istituto del personale docente.
Il decreto in particolare prevede:
a) L’inserimento in II fascia d’istituto dei docenti che hanno conseguito il titolo di abilitazione oltre il termine del normale aggiornamento delle graduatorie. La domanda va presentata col modello A3 e dovrà essere trasmessa entro il 3 agosto, tramite raccomandata A/R, PEC o consegnata a mano.
b) L’inserimento, con cadenza semestrale, in elenchi di sostegno per coloro che conseguono il relativo titolo di specializzazione. La domanda va presentata, esclusivamente in modalità telematica compilando il modello A5, nel periodo che va dal 8 agosto al 29 agosto (entro le ore 14,00).
c) Il riconoscimento della precedenza nell’attribuzione delle supplenze di III fascia di istituto per i docenti già inseriti e che conseguano il titolo di abilitazione dopo la scadenza delle “finestre” semestrali. A tal fine, sarà possibile presentare la domanda compilando il modello A4 fino al termine del triennio 2014/17.
L’INTERVENTO DI PINO TURI

Il pendolo della storia sta girando e Brexit ne è la prova. Il liberismo senza regole sta mettendo in luce le abissali disuguaglianze che le persone non sono più disposte a sopportare.
La mancanza della politica che ha lasciato il posto ad una tecnocrazia senza visione e responsabilità che risponde ai dettami di una economia tutta finanziaria, senza più regole. In molti Paesi industrializzati stiamo registrando gli estremi di un sistema che è destinato alla destabilizzazione: da una parte grandi ricchezze, dall’altra, grande povertà. Le disuguaglianze sono diventate inaccettabili dopo che dagli anni venti in poi erano state colmate da politiche di redistribuzione e di crescita economica, insieme ad un sistema di welfare che aveva reso il vecchio continente un modello da imitare per stabilità e benessere.
Il fenomeno dilagante ed insostenibile del lavoro precari e mal pagato, un lavoro sempre più a breve termine e non qualificato sta colpendo la nostra economia, le nostre comunità, la pubblica opinione. E’ un’atmosfera che influenza i cittadini, i lavoratori, gli studenti che nell’attività quotidiana sono portatori di ansie, insicurezza, fino a diventare problema economico e sociale che mina le istituzioni, i valori, cambia il consenso nell’intera società e nella politica. Un fenomeno di alienazione che si trasforma in scetticismo, per arrivare al cinismo distruttivo del “tanto peggio, tanto meglio”.
Nella comunicazione e nella politica il linguaggio inganna la mente, come spesso dice il Prof. Limone, presente oggi come relatore. Occorre (ri)definire le parole da collegare ai concetti di buono e di brutto, di giusto ed ingiusto.
Prendiamo una parola abusata: riforma. Nella sua accezione iniziale era associata al progresso sociale, ad una maggiore uguaglianza, a maggiore giustizia. Oggi riporta al significato di involuzione, regressione. Si procede per slogan: “Privato è bene. Pubblico è male”, format che si sono incuneati nella mente della gente al punto che nessun argomento è migliore, ogni argomentazione resta ininfluente.
Una sorta di travisamento del pensiero, attraverso l’uso propagandistico del linguaggio.

L’istruzione in questo contesto, ha sempre rappresentato lo strumento per abbattere le disuguaglianze e nella tradizione italiana è stata la scuola pubblica della costituzione, quella frequentata dal 94% degli italiani.
Una anomalia si dirà. In tutto il mondo la scuola pubblica convive al 50% con quella privata. E’ un’anomalia positiva che ha portato l’Italia nei paesi più industrializzati del mondo.
La scuola per essere bene comune e diritto di ciascun cittadino, deve rispondere ai bisogni della comunità in un determinato periodo storico, potendo disporre di risorse adeguate per fare una scuola di qualità.

Sbagliato, quindi, ipotizzare modelli omologhi per i diversi Paesi. Si possono, realisticamente, concordare azioni comuni, ma sarebbe opportuno evitare l’omologazione a modelli avulsi dalla storia e dalla tradizione di ognuno di essi.
E’ attraverso il sistema scolastico che si misura il grado di civiltà di un paese e da come è strutturato, si può determinarne la potenzialità di crescita sociale ed economica.

La scuola italiana è definita da principi di carattere costituzionale (garantire a tutti cittadini di frequentarla), da motivazioni di ordine pedagogico (offerta formativa adeguata e ordinamenti validi e significativi), di ordine sociale (dotare la scuola di mezzi e strumenti di collegamento con le dinamiche della vita reale in cui è immersa); con adeguati spazi di libertà, di autonomia e di indipendenza, rappresenta un presidio di democrazia partecipata.
I padri costituenti con la Carta costituzionale hanno introdotto elementi che rappresentano gli anticorpi per evitare nuove derive autoritarie (quella italiana nasce dalle ceneri del fascismo):l’obbligo scolastico, la libertà di insegnamento, quella di apprendimento, la laicità ed il pluralismo della scuola pubblica, la netta distinzione con la scuola privata che in Italia è sostanzialmente scuola confessionale, con il divieto di finanziamenti pubblici per quella privata. Sono questi i tratti caratterizzanti della scuola italiana.
Ha svolto la sua funzione in modo efficace ed equo: è stata ed è ancora, una struttura per la democrazia, con una governance cooperativa che ha fornito una istruzione di qualità basata su tre pilastri ben precisi: libertà di insegnamento, autonomia , indipendenza.
Con la c.d. riforma della buona scuola si agisce in controtendenza e si rischia di aprire le porte della privatizzazione strisciante che invece di abbattere le disuguaglianze le radica, allargando ancora di più le differenze.
In ogni parte del mondo è in atto una spinta continua verso la commercializzazione e la privatizzazione dell’istruzione. Una minaccia al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile in generale. La scuola, per sua natura persegue altre opportunità.
Non siamo contro il mercato. Abbiamo bisogno del mercato, ma se il fine è lo scopo di lucro, l’istituzione scolastica che valuta tutto sulla base del profitto, aumenta le disuguaglianze sociali, senza considerare che invaderebbe inevitabilmente lo spazio professionale dei docenti a cui dire cosa e come insegnare.
Sono sempre presenti idee del tipo la scuola deve funzionare come un’impresa.
L’efficienza è data dalla governance manageriale. I docenti non hanno bisogno di essere motivati, da alti ideali e da una buona formazione, bensì dalla paura di essere licenziati o di valutazioni fredde e meccaniche.

Nessun sistema educativo può avere successo se i docenti non sono fiduciosi e appassionati, sapendo di poter incidere sulla vita e sul futuro dei giovani.
Occorre investire danaro pubblico sull’istruzione e non si può pensare che sia data al mercato ed ai privati. Ricordiamo il racconto paradigmatico dell’industriale e del suo gelato ai mirtilli.
Tutelare e difendere l’autonomia professionale, trova nei politici avversione e difficoltà, tutti intenti ed ansiosi di lasciare la loro impronta senza rendersi conto che indossare i panni del docente, prescrivendo l’uso di strumenti e metodologie metodologia didattiche, non è compito della politica.
Di recente la polemica sull’uso dei cellulari a scuola affidata sempre al politico di turno che dall’alto delle sue conoscenze pedagogiche decide cosa è bene e cosa è male.
I politici dovrebbero rimanere fuori dalla classe.
La scuola ha liberato risorse, rotto i vincoli di classe, messo in circolo le risorse inutilizzate, ridotto la forbice sociale e le ineguaglianze proprie di una società chiusa, la scuola ha funzionato da ascensore sociale.
Negli anni del miracolo economico la riforma della scuola ha contributo a portare l’Italia nei primi sette paesi più industrializzati del mondo, imponendo il “made in Italy ”, lo stile italiano apprezzato per la creatività, l’innovazione, il gusto.
La scuola ha unito l’Italia dandole quella identità culturale che le mancava, attraverso un’istruzione pubblica di qualità.

La scuola italiana si è ritagliata un ruolo didattico educativo basato sull’importanza delle conoscenze, come base su cui costruire le competenze. Un insegnamento svolto con lo spirito laico del dubbio e della ricerca, per sviluppare quel pensiero critico e libero che ha messo in secondo piano le azioni di tipo tecnocratico per privilegiare un metodo di come studiare, piuttosto che cosa studiare.

La legge del Governo sulla scuola è una riforma che riflette la volontà di ritornare ad una scuola centralistica, eterodiretta da un sistema burocratico di stampo autoritario e verticistico, con il fondato sospetto che vi sia un recondito desiderio di un assoggettamento del sistema scolastico, ai soli fini del consenso politico.
Una riforma deve essere costruita su punti fermi: un sufficiente livello di coinvolgimento del personale che deve dare continuità all’azione educativa, la salvaguardia dei principi di libertà e di indipendenza che in ogni scuola, a qualunque latitudine si trovi, deve essere garantita.

In Europa abbiamo la moneta unica, con tutti i problemi che non è il caso di riprendere, ma non siamo riusciti a dotarci di una Costituzione Europea, progetto definitivamente abbandonato.
Dopo il vento conservatore che si è abbattuto pesantemente sull’Europa, occorrerà riprendere la costruzione di un percorso comune che si prefigga di:
– riconoscere ai docenti la libertà di insegnamento intesa come libertà di pensiero, non condizionata dalle burocrazie e dai Governi;
– garantire azioni in grado di abbattere le disuguaglianze economiche e culturali;
– condurre una lotta seria alla dispersione e all’abbandono scolastico;
– assicurare integrazione e politiche dell’inclusione,
– impegnare i Governi a trovare le risorse per investimenti in istruzione e formazione,
– classificare la spesa per l’istruzione tra gli investimenti e, quindi escluderla dal patto di stabilità.
Ogni buona scuola parte da un bravo insegnante che rimane tale e si migliora se trova un ambiente stimolante, motivazionale, in cui sia possibile sperimentare modelli didattici innovativi, legati al territorio ed all’autonomia della scuola nella sua dimensione collegiale, senza condizionamenti esterni se non quello della rendicontazione sociale a cui ogni scuola è tenuta.
Uil FPL e Uil Scuola: il tema del contrasto alla violenza ed ai maltrattamenti nelle comunità educative e di accoglienza, nelle scuole e nelle strutture sanitarie va invece affrontato con misure di prevenzione
Proposte di legge recanti norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio
Commissioni riunite I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni) e XI (Lavoro pubblico e privato)
MEMORIA A CURA DELLA UIL FEDERAZIONE POTERI LOCALI E UIL SCUOLA
CONSIDERAZIONI GENERALI
Ogni forma di violenza e maltrattamento va combattuta ed eliminata, in qualsiasi contesto e in ogni sua forma. Soprattutto quando a farne le spese sono i soggetti più deboli, bambini, anziani e disabili.
I diversi casi di violenza e maltrattamenti ormai noti alla cronaca, stanno facendo emergere sempre di più la necessità di un nuovo approccio nei confronti di chi, ogni giorno ha a che fare con questi soggetti, e soprattutto si occupano della loro cura.
Il personale addetto alla cura e custodia dei bambini , degli anziani e dei disabili va sostenuto, tutelato e valorizzato, esercitando una funzione fondamentale dal punto di vista sociale ed educativo nell’interesse della collettività, a tutela dei soggetti più deboli, e nel caso dei bambini, gli adulti di domani, con gravissime ricadute negative sul loro futuro.
Il problema non lo si risolve, però, con l’utilizzo massivo di sistemi di videosorveglianza ma piuttosto attraverso una adeguata opera di prevenzione, di selezione e valorizzazione del personale, oltreché con l’intensificazione dei controlli e delle verifiche della qualità dei servizi erogati. L’installazione di sistemi di videosorveglianza , che può in alcuni casi avere una funzione complementare, ad esempio negli ambienti esterni e negli orari di sospensione delle attività ai fini della protezione degli spazi di padronanza e delle sedi ospitanti, deve essere effettivamente necessaria e proporzionata, operando un bilanciamento tra valori fondamentali, quali per esempio, il rispetto della privacy, la credibilità delle strutture e la fiducia nei confronti degli operatori e, nel caso di asili nido e scuola dell’infanzia, la tutela della personalità dei minori e la libertà di scelta dei metodi educativi e d’insegnamento
Parlare, quindi, di prevenzione vuol dire anche occuparsi dell’aspetto lavorativo del personale e degli educatori, molto spesso reclutato, soprattutto nell’ambito dell’attività gestite da privati, senza la giusta attenzione al livello di professionalità, allo stato formativo e attitudinale degli stessi e senza considerare la loro valorizzazione dal punto di vista dell’ inquadramento contrattuale: spesso abbiamo a che fare con personale impiegato con contratto a termine, mal pagato o addirittura con contratti di collaborazione occasionale con cooperative sociali, utilizzando la sola logica della riduzione dei costi nell’erogazione dei servizi od attuando forme di dumping contrattuale.
Tutto ciò genera sicuramente un disagio agli operatori che – pur prescindendo dai casi di cronaca, intollerabili ma fortunatamente isolati rispetto al grande numero di strutture presenti sul territorio nazionale, che offrono elevati standard di funzionalità ed accoglienza, ha comunque una ricaduta negativa sulla qualità delle prestazioni.
Limiti giuridici
Ad oggi l’utilizzo di questa innovazione tecnologica pone parecchi problemi di legittimità. Non a caso il Garante della Privacy evidenzia:”Sistemi di controllo così intrusivi come le webcam devono essere usati con estrema cautela perché, oltre a incidere sulla libertà di insegnamento, possono ingenerare nel minore, fin dai primi anni di vita, la percezione che sia normale essere continuamente sorvegliati, come pure condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti. La tranquillità dei genitori non può essere raggiunta a scapito del libero sviluppo dei figli. Non possiamo, per placare le nostre ansie di adulti, trasformare la società in cui viviamo in un mondo di ipersorvegliati, a partire dai nostri bambini”
Altro limite giuridico all’istallazione di telecamere è rappresentato dall’art. 4 della Legge 300/70 (Statuto del Lavoratori) pone il DIVIETO dell’uso di impianti audiovisivi e di altri apparecchi che abbiano la finalità di controllo a distanza dell’attività lavorativa, ad eccezione dei casi giustificati da esigenze organizzative, produttive o di sicurezza e per la tutela del patrimonio aziendale, previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali.
E’ quindi indispensabile proprio per la tutela dei soggetti “deboli” presupporre la tutela di chi lavora con loro.
Sulla base di tali considerazioni al di fuori delle situazioni già regolamentate dalla legge la UIL FPL e la UIL Scuola reputano che l’installazione di sistemi di videosorveglianza, a circuito chiuso, non rappresenti affatto una soluzione ai problemi.
Il tema del contrasto alla violenza ed ai maltrattamenti nelle comunità educative e di accoglienza, nelle scuole e nelle strutture sanitarie andrebbe, a nostro avviso, invece affrontato con misure di prevenzione come:
ROMA, 7 LUGLIO 2016
SEQUENZA SULLE MODALITÀ DI ASSEGNAZIONE DEI DOCENTI DA AMBITO A SCUOLA, CI SONO LE CONDIZIONI PER UNA POSITIVA CONCLUSIONE
L’incontro in sede politica del 6 luglio 2016 al MIUR ha permesso di definire le condizioni per giungere alla positiva soluzione di un accordo sulla sequenza contrattuale per l’assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole.
Questi in sintesi gli elementi su cui si fonderà l’elaborazione del CCNI, frutto di un difficilissimo confronto:
• trasparenza della procedura
• oggettività dei requisiti considerati funzionali all’attuazione dell’offerta formativa
• garanzia di requisiti definiti su una tabella titoli individuata a livello nazionale senza alcuna discrezionalità della procedura
Si avvia così a conclusione un difficile e impegnativo percorso, per il quale si ipotizza una definitiva chiusura in tempi brevi; percorso aperto con l’accordo sulla mobilità territoriale dei docenti e che ha valorizzato ancora una volta il ruolo della contrattazione nell’affrontare e superare le più evidenti criticità della legge 107/2015, a partire dalla chiamata diretta.
Roma, 7 luglio 2016
Raggiunta nella notte l’intesa sui passaggi dagli ambiti alle scuole: l’accordo mette in relazione positiva l’offerta formativa delle scuole e la domanda dei docenti titolari di ambito che si potranno spostare sulle singole scuole sulla base di criteri oggettivi e trasparenti
Definiti i criteri per arrivare rapidamente al contratto integrativo
Turi: accantonate posizioni ideologiche e costruite soluzioni negoziali per la tutela diritti delle persone e delle esigenze delle scuole autonome.
L’intesa sulla regolamentazione dei passaggi da ambiti alle scuole è un passaggio essenziale e propedeutico alla firma, già nella prossima settimana, del contratto integrativo.
Ad un anno dall’approvazione della legge 107 – spiega Pino Turi – sono state accantonate le posizioni ideologiche perché le riforme, in settori delicati come l’istruzione, non possono prescindere dalla realtà, dalle persone: rappresentano il futuro del paese e per questo che non si può aspettare, né la politica, né la magistratura per i tempi e le rigidità che attengono alla loro funzione.
Superate le decisioni unilaterali sono state trovate le soluzioni condivise per fare funzionare le scuole.
Il confronto negoziale, quando funziona bene (riconoscimento reciproco) produce risultati e riforme positive per il sistema
La funzione docente, per sua natura contrattuale prevede un’ obbligazione di fare e non un’ obbligazione di risultato. Una differenza concettuale non da poco che induce conseguenze: l’incarico è per sua natura fiduciario ed è legato al risultato, come nel caso della dirigenza. Si tratta di un istituto incompatibile per i docenti. Ciò fa venire meno l’elemento giuridico e di conseguenza quello ideologico: proprio quello della scelta diretta del dirigente.
La legge 107 ha errori da correggere che solo la contrattazione, strumento flessibile, ha dimostrato di trovare.
L’accordo mette in relazione positiva le esigenze delle scuole (quella definita nel piano triennale del PTOF) e la domanda dei docenti titolari di ambito che si potranno spostare sulle singole scuole sulla base di criteri oggettivi e trasparenti che il contratto integrativo si fa carico di definire.
Ogni valutazione sarà espressa sull’intero articolato, sapendo che il ‘diavolo si nasconde nei dettagli’ e che la contrattazione può rispondere alla domanda di qualità, tutela e garanzia del personale, piegare la rigidità della norma alle situazioni concrete. Il resto è affidato all’autonomia delle scuole e al loro funzionamento.
E’ nelle scuole, dagli organi collegial i, dalle RSU, che deve continuare l’azione professionale e sindacale che parte dai contratti nazionali per approdare a moderne relazioni sindacali.
Dopo la pubblicazione dei movimenti provinciali i posti disponibili a livello nazionale sono: Primaria: 18.773 Secondaria I grado: 14.216 Secondaria II grado: 29.423 (posti comuni) – 3961 (sostegno)
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA SICILIA – DIREZIONE GENERALE – PALERMO
Ai Dirigenti Ambiti Territoriali USR-SICILIA
E . p..c. Alle OO.SS. Regionali Comparto scuola
Si trasmette, dopo l’informativa fatta in data odierna con le OO.SS. Regionali Comparto scuola, per il seguito di competenza, la tabella dell’Organico di Diritto del personale ATA per l’anno scolastico 2016/17, con l’indicazione degli obiettivi di ogni singola provincia per tutti i profili professionali.
Si precisa che, come indicato nella nota del MIUR prot. 17763 del 30/06/2016, la successiva ripartizione provinciale dovrà essere oggetto di adeguta informativa con le OO.SS. firmatarie del vigente CCNL comparto Scuola.
In considerazione dell’imminente chiusura delle aree, si invitano le SS.LL. a procedere al caricamento al SIDI dei suddetti dati.
Il Funzionario
Tommaso Camilleri
La UIL Scuola in occasione della pubblicazione del primo numero dei “Quaderni della scuola sindacale Piero Martinetti”, promossa in collaborazione con la cattedra di Filosofia della Politica e del Diritto della Seconda Università di Napoli (SUN), ha organizzato una giornata di approfondimento sul tema:
Il programma : http://www.uil.it/uilscuola/sites/default/files/invito_6luglio.pdf
Il video di presentazione : https://youtu.be/VEhOM78TfDw
On line : www.uilscuola.it
Facebook : https://www.facebook.com/UILScuolaSegreteriaGenerale/
Twitter : https://twitter.com/uilscuolanazio1
Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola e Angelo Luongo, responsabile del Dipartimento Estero hanno incontrato lo scorso 29 giugno, il Console Generale d’Italia a Rio de Janeiro, Riccardo Battisti. L’incontro ha rappresentato un importante opportunità per fare il punto sullo stato della diffusione della lingua e della cultura italiana in Sud America e in particolare le prospettive di potenziamento degli strumenti scolastici e di promozione dell’italiano in Brasile.
Alla vigilia delle imminenti olimpiadi a Rio de Janeiro – ha sottolineato Pino Turi – appare in tutta la sua rilevanza la presenza della lingua e della cultura italiana e il ruolo che ciò può svolgere in termini di promozione del made in Italy, in questo grande paese.
Pur in assenza di risorse adeguate per far fronte alla crescente domanda di italiano, proveniente oltre che dai discendenti degli italiani, anche da migliaia di cittadini brasiliani, è forte la necessità che il Parlamento (ri)metta mano, al più presto, ad una radicale riforma del settore che possa realizzare le necessarie sinergie tra istituti di cultura, enti gestori e scuole, con interventi mirati in base alle specifiche esigenze delle diverse aree geografiche estere.
Anche la Uil Scuola ha fatto le sue proposte – ha precisato Turi – ribadendo il totale dissenso del sindacato ad interventi, come quelli in atto, che senza alcun confronto con chi tutti i giorni vive e svolge questo delicato compito si risolve in decreti dell’Esecutivo, decisi nelle stanze ministeriali, per lo più indotti da esigenze finanziarie e tagli. Occorre, invece, a parere della UIL Scuola, (ri) aprire un dibattito a cui è chiamato il Parlamento stesso: la legge 107/2015 ha in sé errori che sempre più si stanno rivelando deleteri per il futuro del paese, scelte sbagliate che vanno modificate.
Le scuole italiane all’estero, non rappresentano più un intervento assistenziale per gli emigrati italiani e per i loro discendenti. Rappresentano, piuttosto, il veicolo di una politica estera, che affermando la cultura italiana nel mondo, la introduce nel tessuto sociale ed economico con indubbi benefici per il nostro paese.
RETI DI AMBITO
Marcia indietro dell’amministrazione
Ad avviso della UIL è l’amministrazione periferica che avrebbe dovuto predisporre entro il 30 giugno 2016 le condizioni affinché le scuole potessero procedere con i tempi necessari alla costituzione di reti.
Centrale – anche la 107 lo ribadisce – resta la titolarità delle singole scuole di sottoscrivere o meno intese all’interno di un medesimo ambito territoriale anche superandone i confini territoriali( legge 107 art.1 c.70.).
La scuola in rete prefigurata dal Miur non può cedere autonomia all’ ambito con una forzatura interpretativa della legge.
Le reti di ambito, per la UIL, non possono e non devono avere supremazia sulle scuole, bisogna evitare che si crei una nuova filiera governativa non democratica, sostitutiva degli Uffici scolastici territoriali.
Per la UIL inoltre l’autonomia progettuale deve restare in capo alle scuole che possono trovare nella rete di scopo opportunità di potenziamento dell’offerta e sinergie nell’utilizzo delle risorse.
La soluzione alla corretta funzionalità delle reti passa attraverso processi partecipati dal basso, all’interno del riordino degli organi collegiali che dovranno considerare anche queste nuove realtà organizzative.
La UIL nel corso dell’incontro ha chiesto, ai fini della massima trasparenza,che vengano resi noti i nominativi dei componenti del gruppo di lavoro che ha elaborato i documenti allegati alla nota sulle reti e la nota stessa.
Ha chiesto inoltre di conoscere i criteri con cui verranno individuati dall’Ufficio scolastico regionale i 732 docenti da utilizzare nei progetti di interesse nazionale, sulla base del c. 65 art 1 della legge 107, la cui applicazione non è assolutamente condivisa ed è stata fortemente contestata dalla Uil in quanto sottrae risorse professionali all’organico di potenziamento delle scuole. Per la Uil anche questi posti vanno assegnati alle scuole.
La UIL ha posto infine la questione inerente l’informativa sul lavoro delle commissioni incardinate dal Miur per l’attuazione delle deleghe fissate al c. 181.
L’amministrazione prendendo atto delle puntuali osservazioni dei sindacati si è impegnata ad emanare una nota che annulla le previsioni della nota e degli allegati sulle reti, considerandoli contributo documentale, senza prescrittività. Alla riunione hanno partecipato Noemi Ranieri, Pasquale Proietti e Rosa Cirillo.
Costituzione di reti di scuole .
Come preannunciato nella comunicazione conseguente all’ incontro sulle reti scolastiche, richiesto dalle organizzazioni sindacali sulla attuazione dei commi 70 e seguenti della legge 107, il Miur ha inviato, a firma del capodipartimento la nota di chiarimento che riconduce a a mero contributo documentale la nota sulle modalità e i tempi di costituzione delle reti e i connessi allegati per la stipula delle intese.
Su richiesta della UIL nel testo è’ evidenziato che tale processo non può essere rispondente a semplici adempimenti burocratici ma rispondere ai reali esigenze di raccordo e coordinamento tra le diverse scuole.
È superfluo evidenziare che un informativa sindacale preventiva avrebbe evitato all’amministrazione questa brusca marcia indietro , comunque utile ed opportuna.
MIUR.AOODPIT.REGISTRO UFFICIALE(U).0002261.22-06-2016
by segreteria territoriale Uil Scuola Catania. salvo mavica, segretario generale
Classificazione delle Istituzioni scolastiche della Sicilia in termini di complessità delle funzioni dirigenziali a decorrere dal 1° settembre 2016.
Allegati:
Provvedimento DG USR Sicilia
Tabella fasce di complessità
Criteri per il calcolo delle fasce di complessità
Allegati:
INFORMATICONUIL
La lingua italiana strumento di integrazione in Italia e nel mondo: convegno Uil Scuola a Buenos Aires
Legge 107 e scuole italiane all’estero:
il sistema scolastico non si modifica per decreto
Si apra in parlamento un dibattito serio e costruttivo per la riforma dei corsi di lingua e cultura italiana rivolti agli italiani all’estero
Inaccettabile una riforma senza confronto e senza un dibattito approfondito. Il sistema scolastico non si modifica per decreto – ha dichiarato Pino Turi, segretario generale Uil Scuola nelle conclusioni del Convegno Uil Scuola, che si è svolto nella scuola Cristoforo Colombo di Buenos Aires.
Le scuole italiane all’estero e la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo – ha detto Turi – meritano un processo riformatore, degli strumenti di diffusione nel mondo della nostra lingua e della nostra cultura, attesi da oltre mezzo secolo da decine di milioni di nostri connazionali. Processo che non può dare i risultati auspicati se si attua attraverso un provvedimento frutto di una legge sbagliata, che necessita di urgenti e radicali cambiamenti, per evitare il collasso irreversibile della nostra scuola.
Oggi – ha messo in chiaro Turi nella scuola italiana a Buenos Aires – la richiesta di insegnamento della lingua e della cultura italiana è sempre più di tipo altamente professionale, non è più soltanto problema assistenziale per i figli degli emigrati.
Restiamo l’unico paese al mondo che assegna la responsabilità delle attività scolastiche e culturali, di diffusione della lingua italiana, al ministero degli Esteri. Lo sviluppo della cultura e della lingua italiana rappresentano un’importante opportunità di sviluppo, anche economico, considerando il grande patrimonio artistico e culturale del nostro paese.
Si sente la necessità per una formazione in servizio di insegnanti di italiano come ‘Lingua 2’ sia per gli stranieri in Italia che per l’estero che non può ritenersi assolta solo con l’introduzione di una specifica classe di concorso.
Il nostro paese è soggetto a ondate immigratorie a cui è necessario rispondere con l’insegnamento della nostra lingua come strumento per l’integrazione nel nostro tessuto sociale.
Al Convegno di Buenos Aires, coordinato da Angelo Luongo, responsabile del Dipartimento Uil Scuola Estero, sono intervenuti, tra gli altri, il Console generale di Buenos Aires, Riccardo Smimmo, la direttrice dell’I.I.C. di Buenos Aires, Maria Mazza l’on. Fabio Porta, Presidente Comitato Italiani all’estero della Camera i rappresentanti delle associazioni italiane in Argentina.
Uil Scuola: sindacato moderno, pragmatico, progressista, utile……internazionale. salvo mavica.segretario
RISORSE CONTRATTUALI ALLE SCUOLE
Siglata l’ipotesi di Contratto Integrativo per il MOF 2016/2017
da settembre le scuole conosceranno l’esatto ammontare delle risorse
in data 27 giugno 2016 e stata siglata – tra Organizzazioni sindacali scuola e MIUR – ipotesi di CCNI per la ripartizione del MOF per l’a.s. 2016/2017, per il finanziamento degli istituti contrattuali finalizzati a retribuire il personale del comparto scuola e relativi al Fondo per l’istituzione scolastica, alle Funzioni strumentali, agli Incarichi specifici ATA, alla Pratica sportiva, alle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti e per le Aree a rischio.
Per la UIL scuola ha partecipato Antonello Lacchei.
Il Ministero si è impegnato a comunicare alle scuole, entro settembre, l’entità dei finanziamenti.
Con questo accordo – fortemente voluto dalla Uil – si ribadisce il ruolo negoziale delle RSU e delle contrattazioni di scuola che potranno essere avviate dal mese di settembre.
Appena disponibile pubblicheremo il testo dell’accordo ed una specifica scheda di lettura.
report: salvo mavica, segretario generale territoriale Uil Scuola Catania
Aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente valevoli per il triennio scolastico 2014/2017 – Operazioni di carattere annuale.
Pubblicazione D.M. n. 495 del 22 giugno 2016 e relativi allegati
INFORMATICONUIL
ORGANICO DI DIRITTO DEL PERSONALE ATA
Confermate le dotazioni dello scorso anno
Nella giornata di martedì 22 giugno 2016 è proseguita l’informativa MIUR sulla definizione della dotazione organica del personale ATA per l’anno scolastico 2016 -2017. Per la UIL Scuola ha partecipato Antonello Lacchei
I rappresentanti del Ministero hanno ribadito il totale di 203.534 posti, fissato dalla legge di stabilità 2015. Nei prossimi giorni verrà comunicato il riparto tra profili che è ancora in via di definizione.
L’organico così previsto avrà una durata triennale con possibilità di adeguamento annuale nei limiti della dotazione complessiva.
La UIL Scuola ha segnalato la necessità di assicurare una gestione trasparente dei posti evitando di esporre il personale ad una situazione di incertezza e di ingiustificata instabilità e ricordato che, come ogni anno, solo dopo l’emanazione formale dei decreti verrà stabilito l’organico di diritto di ciascuna scuola, utilizzando anche la quota del 3%riservata agli interventi compensativi da gestire a livello di direzioni regionali.
Nel corso della riunione da parte sindacale è stata chiesta la conferma degli oltre 9.000 posti in organico di fatto, indispensabili al funzionamento delle scuole.
Che la legge del Governo sulla scuola possa aver contribuito a determinare il negativo risultato delle recenti elezioni amministrative, è una sensazione che in questi giorni viene confermata da alcuni sondaggi – osserva Pino Turi, dopo l’iniziativa del sondaggio on line assunta da un quotidiano nazionale. (*)
(*) Libero quotidiano: … “E’ la riforma della scuola che maggiormente pesa sul crollo elettorale del Partito Democratico dopo le comunali dei giorni scorsi. A dirlo un sondaggio avviato da liberoquotidiano.it del quale abbiamo dato notizia nei giorni scorsi. Secondo i dati, il 53% di preferenze indicava nella riforma della scuola l’errore maggiore del PD. Un 53% che in questi giorni è passato al 72%, un plebiscito di condanna che ancora brucia nel mondo della scuola Eppure, il Ministro Giannini qualche giorno fa, intervenendo su Radio24, ha parlato di ricucitura dello strappo con il mondo della scuola”…
http://www.liberoquotidiano.it/sondaggi/11796324/Secondo-voi-qual-e-l-errore.html?refresh_ce
Catania, 23 giugno 2016
INFORMATICONUIL
P.a.: Madia, convoco sindacati ad inizio luglio
(ANSA) – ROMA, 23 GIU – “A inizio luglio convochero’ i sindacati per discutere di due punti interconnessi: l’apertura della contrattazione e le regole sul lavoro pubblico. Lo ha detto la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, annunciando il tavolo con le organizzazioni dei lavoratori.
Foccillo: Segretario Confederale UIL) Bene la convocazione per discutere della contrattazione del pubblico impiego
Noi porteremo le nostre proposte
Il Ministro Madia ha sostenuto che convocherà i sindacati a inizio luglio per discutere dell’apertura della contrattazione e delle regole sul lavoro pubblico.
“”Apprezziamo questa disponibilità e in tale circostanza puntualizzeremo le nostre proposte: un contratto nazionale pieno, normativo ed economico, e la liberazione dei vincoli normativi della contrattazione di secondo livello. Tutto ciò per fare, condividendolo, quello che proprio oggi la Corte dei Conti ha sottolineato in sede della relazione sul rendiconto generale dello Stato: il contratto collettivo, anche per i pubblici dipendenti, concorre a dare concreta attuazione al principio della proporzionalità della retribuzione e costituisce fattore propulsivo della produttività e del merito. La stessa Corte ha fatto chiarezza su tanti luoghi comuni che ancora esistono sui pubblici dipendenti e cioè “il rapporto tra la spesa per redditi da lavoro e il Pil vede l’Italia collocata tra i Paesi dell’Unione Europea maggiormente virtuosi” anche per “il rapporto tra il numero dei pubblici dipendenti e la popolazione residente, nonché quello tra spesa di personale e spesa corrente”. Pertanto va dato il giusto riconoscimento ai lavoratori pubblici che hanno già contribuito enormemente al risanamento dei conti dello Stato, ma bisogna fare presto e bene, rinnovando velocemente i contratti.””
Roma 23 giugno 2016
AVVISO DEL MAECI PER LA SELEZIONE PER LA DESTINAZIONE ALL’ESTERO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI PER L’A.S. 2016/17
Le domande corredate dal curriculum vitae devono pervenire entro il 30 giugno per posta certificata al Ministero degli affari esteri.
Per ogni ulteriore informazione rivolgersi a estero@uilscuola.it
L’avviso è disponibile anche sul sito:
http://www.esteri.it/mae/it/politica_estera/cultura/scuoleitalianeallestero/dirigentiscolastici.html