Osservazioni UIL Scuola linee guida Mobility Manager scolastico. Ci saremmo aspettati dall’applicazione di una nuova legge, un investimento ad hoc che non tolga risorse alla scuola, né in termini umane né finanziarie.

.

DI SEGUITO LE OSSERVAZIONI UIL SCUOLA INVIATE AL MI, RELATIVE ALL’INTRODUZIONE DELLA FIGURA DEL MOBILITY MANAGER

A seguito del recente incontro avente come oggetto la bozza di D.M. di adozione delle Linee guida per favorire l’istituzione della figura del mobility manager scolastico, si riassumono di seguito, come richiesto, le osservazioni e le posizioni della UIL Scuola, già espresse in sede di incontro. Ad avviso della UIL Scuola l’introduzione di tale figura è una funzione organizzativa che interviene sul potere autonomo di organizzazione della scuola e del suo autogoverno, che nulla ha a che fare con l’azione didattica e che scaricando sui docenti un’attività impropria di supporto amministrativo ed organizzativo, inevitabilmente, distrarrà loro dal lavoro in classe. Tanto premesso riteniamo che sia opportuno e necessario che nelle linee guida sia scritto in modo inequivocabile che tale incarico è facoltativo. Per cui, i docenti non hanno nessun obbligo di svolgerlo, le scuole nessun obbligo di attivarlo. È intuitivo, infatti, che l’esigenza è legata alla situazione in cui opera la singola scuola che in piccoli centri non ha certo bisogno di aumentare il carico burocratico con una figura inutile e forse addirittura dannosa per la possibile demotivazione della funzione docente rispetto alla mission fondamentale, rispetto invece ad una Istituzione scolastica che svolge la propria funzione in città metropolitane.   

Leggi tutto “Osservazioni UIL Scuola linee guida Mobility Manager scolastico. Ci saremmo aspettati dall’applicazione di una nuova legge, un investimento ad hoc che non tolga risorse alla scuola, né in termini umane né finanziarie.”

PIANO DI FORMAZIONE NAZIONALE PER L’INSEGNAMENTO DELL’EDUCAZIONE CIVICA. Così non va.! non ci siamo.!


L’ innovazione si trasforma in un pretesto per stravolgere gli istituti contrattuali e tradire la cultura della collegialità. Tutte le decisioni sono assunte dal ministero e dai dirigenti scolastici che scelgono i propri referenti anche in barba alla legge.

A dieci ore di formazione in cui i coordinatori d’istituto e i coordinatori di classe sono tenuti, ne seguono trenta di duro lavoro aggiuntivo mascherato da formazione, che sono invece in realtà attività di supporto, tutoraggio, assistenza, diffusione di metodologie tra i colleghi, secondo un modello a cascata.
Dalla formazione si finisce in una vera e propria trappola, in cui la funzione di referente del dirigente scolastico non è prevista nemmeno dalla legge istitutiva.
Si incomincia a capire cosa si intenda per formazione obbligatoria: una sorta di progetto autoritativo a cui dover sottostare, contro ogni elemento di autonomia scolastica che dovrebbe, e deve, progettare in base a criteri di massima e non ad indicazioni omologate a progetti eterodiretti. Un attacco alle libertà costituzionali inaccettabile.
Infatti, la nota presentata in bozza alle organizzazioni sindacali contiene elementi altamente contestabili, nel metodo e nel merito.
Oltre a introdurre la figura del referente del dirigente non prevista dalla legge, colloca in capo al dirigente la sua individuazione, sottraendo la competenza al collegio dei docenti, in contrasto con i poteri che l’autonomia scolastica attribuisce direttamente all’organo di gestione didattico pedagogica e professionale delle scuole.
Le attività connesse all’introduzione di innovazioni fanno capo al piano dell’offerta formativa triennale ed in quanto tali di stretta

 

Leggi tutto “PIANO DI FORMAZIONE NAZIONALE PER L’INSEGNAMENTO DELL’EDUCAZIONE CIVICA. Così non va.! non ci siamo.!”