Pubblichiamo, qui di seguito, il testo dell’ intervista a Pino Turi, «Ridare ruolo e dignità ai prof e alla scuola», pubblicata nel numero di settembre dell’edizione cartacea di Tuttoscuola.
Segretario Turi, qual è la parte più complessa del suo lavoro?
La complessità non è nel lavoro in sé, ma nel volere rappresentare con rispetto e considerazione un mondo, quello della scuola, che è decisivo per il futuro del Paese.
La scuola è stata determinante per l’unità nazionale, anche in termini di modernizzazione e di crescita culturale. Oggi, attraverso la partecipazione della comunità educante, libera ed indipendente, si decidono, in uguale misura le sorti dell’Italia.
- La scuola è da cambiare o da criticare per la sua inadeguatezza alle sfide attuali?
La critica è il sale della democrazia e il pensiero critico va coltivato nelle scuole.
Più opportunamente, però, si dovrebbe parlare di miglioramento usando un atteggiamento più protettivo nei riguardi di una istituzione che è stata quasi sempre lasciata da sola nel fronteggiare i cambiamenti sociali, anche quelli epocali. Mi piace segnalare che, anche in solitudine, le energie presenti nel sistema, hanno permesso di svolgere un’autoriforma che andava assecondata dalla politica, ormai grande assente.
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