Il segretario nazionale in assemblea a Caserta: “I fondi non aumentano”. E gli scioperi hanno avuto solo il 5% di adesioni
A cura di
Norberto Gallo
07 novembre 2025 14:09
La Voce della Scuola
Condividi
“Questa è la prima assemblea dopo la sottoscrizione del contratto attraverso la quale riusciamo a confrontarci con i lavoratori della scuola”, ha esordito D’Aprile, che ha voluto ringraziare la UIL Scuola di Caserta per l’organizzazione. Un’occasione arrivata quasi per caso – l’incontro era già calendarizzato prima della firma – ma trasformatasi in un momento cruciale per rispondere alle critiche arrivate sia dalla base che dalla CGIL, che ha scelto di non sottoscrivere l’accordo.
Il confronto con la base: critiche e rispetto
“Sono contento che in questa assemblea ci siano anche persone autorevoli che rappresentano altri sindacati, perché noi siamo per un confronto diretto e franco”, ha dichiarato il segretario, sottolineando però fin da subito la necessità del rispetto reciproco. D’Aprile ha dovuto infatti fronteggiare non solo le perplessità di lavoratori insoddisfatti per gli aumenti ritenuti insufficienti, ma anche attacchi personali virulenti sui social media: “Hanno già iniziato con appellativi negativi anche a livello personale: farabutti, traditori, servi dello Stato, bugiardi seriali. Insomma, ne stanno dicendo di tutti i colori”.
Durante l’assemblea sono emersi diversi interventi critici. Alcuni partecipanti hanno chiesto se la UIL si stesse “accontentando” di aumenti troppo modesti. D’Aprile ha risposto senza giri di parole: “Ha ragione Gina Pisano quando chiede se ci dobbiamo accontentare. No, assolutamente non ci accontentiamo, però dobbiamo partire da questi presupposti. Abbiamo fatto un lavoro parziale, non è un lavoro che ci deve far brillare, assolutamente, si può fare sempre di più”.
La coerenza come argomento principale
Il fulcro dell’intervento di D’Aprile è stato smentire l’accusa di aver firmato solo per rientrare in contrattazione. “Se avessimo voluto puntare la nostra azione sindacale rivolta solo ed esclusivamente al rientro in contrattazione, avremmo potuto sottoscrivere il contratto precedente a distanza di pochi mesi”, ha spiegato, ricordando la strategia seguita con il contratto 2019-2021.
Nel novembre 2022, con il governo Draghi, la UIL aveva firmato insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali la parte economica di quel contratto (con aumenti del 4,2%), ma poi aveva rifiutato di sottoscrivere la parte normativa nel luglio 2023, rimanendo fuori dalla contrattazione per tutto il triennio. “Coerentemente con la nostra posizione, il contratto scorso ci ha visti fuori dalla trattativa contrattuale, sia a livello nazionale che nelle scuole. Invece noi abbiamo portato avanti la nostra linea sindacale”.
I fondi non sono aumentabili: la dura verità
Il nodo centrale dell’assemblea è stata la questione delle risorse disponibili. “Il sindacato non ha la possibilità nell’immediato di aumentare le risorse disponibili per il contratto. Il sindacato ha la possibilità di rivendicare più risorse per il rinnovo contrattuale futuro”, ha spiegato con franchezza D’Aprile. Le risorse per il 2022-2024 erano state accantonate da dieci mesi e la legge di bilancio in corso non le avrebbe incrementate.
“Non sottoscrivendo la parte economica del 22-24, non avremmo sicuramente ottenuto più stanziamenti economici immediati. Non firmare avrebbe significato congelare i soldi con la speranza che qualcuno li migliorasse prima di portarli alla firma nel 2026 – una speranza vana”, ha argomentato il segretario. La situazione attuale, ha sottolineato, è “perfettamente identica al novembre 2022: alta inflazione, forte vulnerabilità del sistema internazionale e risorse sotto pressione”.
Il parallelo con Draghi e l’autonomia politica
D’Aprile ha insistito più volte sull’autonomia politica del sindacato: “Il nostro sindacato non è di destra né di sinistra, entra nel merito delle questioni indipendentemente dal colore del governo. Il vero male della scuola italiana è che sia i governi di centrodestra che quelli di centrosinistra, ognuno per conto suo, tantissime volte hanno fatto male”.
Ha anche rivelato un episodio significativo: “Stamattina ho letto un articolo su Tecnica della Scuola di un esponente sindacale che non parteggia per la UIL. Ho telefonato a questo giornalista e mi sono complimentato per l’articolo che ha fatto, perché è stato il primo da due giorni a questa parte che ha avuto la lucidità politica e sindacale di fare un’analisi dettagliata di come sono andate le cose”.
La strategia del doppio binario
Il contratto 2022-2024 prevede aumenti del 5,6-5,7%, superiori al 4,2% del contratto precedente. Ma la vera novità strategica è stata quella di ottenere l’impegno per aprire immediatamente la trattativa sulla parte economica del contratto 2025-2027: “Questo ponte giuridico ci permetterà di chiudere la parte economica all’inizio del 2026, per dare a tutti noi nelle buste paga ulteriori aumenti che sono stati già messi da parte. Questa è una grande cosa che non si faceva da anni: allineare i contratti”.
Il contratto include anche tre rivendicazioni fondamentali della UIL: la valorizzazione professionale di tutto il personale (docente e ATA), il rinvio della questione sulla trasparenza nelle relazioni sindacali a un accordo quadro all’ARAN, e il principio dell’introduzione dei buoni pasto.
Leggi tutto “UIL Scuola, D’Aprile difende la firma: “Realismo, non promesse della luna””