Le vicende degli ultimi tempi, di questi giorni e di queste ore impongono più che mai una riflessione.
Docenti ed ATA bistrattati e costretti all’impossibile. I precari ancora di più!!!!! Alcuni deportati dalle più disparate località d’Italia
Altri negati di un diritto riconosciuto dalla stessa Unione Europea.
Altri, dopo la fatica di aver studiato e vinto un concorso accorgersi che non ci sono posti. Si potrebbe andare avanti riga dopo riga raccontando la sorte e la vita di chi è persona vera.
Proprio del fatto che si tratti di persone qualcuno sembra averlo dimenticato. Ecco allora che è necessario riportare la questione alla sua origine naturale. Partire dalle persone e dai loro diritti, fra i quali il lavoro e la vicinanza alla famiglia. Anche se utile fa ridere la soluzione tampone di allargamento delle assegnazioni provvisorie.
E’ necessaria una forte azione sindacale reclamata a gran voce da parte di tutti i lavoratori del comparto scuola reclamando il diritto di rappresentanza.
La riconduzione sul binario dei diritti e della morale affinché tutti coloro che da troppo tempo aspettano possano finalmente dire SIAMO TUTTI IN RUOLO.
salvo mavica, segretario generale territoriale ulscuola Catania
INFORMATICONUIL. CT. 14 ottobre 2016
SCUOLA| E’ il rinnovo del contratto la sede giusta per affrontare questo tema
Presentato il piano nazionale sulla formazione
Uil: tutte le attività formative perdono di senso se l’autonomia professionale viene limitata, se la libertà viene contratta, se il giudizio personale viene imbavagliato.
La conferenza di presentazione del piano nazionale sulla formazione ha evidenziato alcuni punti salienti su cui da tempo la UIL scuola punta l’attenzione.
I buoni insegnanti conoscono bene ciò che insegnano, spendono passione per coinvolgere gli studenti, sanno lavorare in team e collaborano con le altre scuole e con le famiglie.
Necessitano per questo di misure continue di sostegno per lo sviluppo professionale, che partendo dalla formazione iniziale prima, il reclutamento poi traguardi la valorizzazione del contributo di ognuno alla comunità professionale di appartenenza e attraverso questa alla comunità educante nel suo complesso.
Tutte le attività formative perdono di senso se l’autonomia professionale viene limitata, se la libertà viene contratta, se il giudizio personale viene imbavagliato.
Lo hanno dimostrato a suon di slide e di interventi nella lingua di Albione, gli esperti internazionali tutti concordi nell’identificare nell’autonomia scolastica, nella carriera e nello sviluppo professionale le reali opportunità di crescita anche per migliorare i livelli di apprendimento degli studenti.
Ci viene da notare però che proprio in concomitanza con l’attuazione dei principi generali della legge 107 questi valori risultino fortemente depauperati, l’obbligo viene scambiato con un numero di ore definito, da realizzarsi all’interno di una progettazione di ambito territoriale scolastico, che risponde ad una dimensione amministrativa e non culturale, caratterizzato da adempimenti burocratici, (registrazione degli sviluppi di processo, documentazione dei percorsi, rendicontazione sulle ricadute didattiche) che tolgono tempo e risorse proprio alla cura della relazione educativa, orientato verso l’esterno, rivolto ad agenzie formative che, nella nostra esperienza, non hanno garantito reali capacità di confronto con il mondo scolastico.
Per un’efficace formazione in servizio, bisogna tenere conto dei diritti dei lavoratori oltre che dei loro doveri, superare approcci ideologici, liberarli da fini diversi da quelli prettamente professionali, contrastare la demotivazione, quale risposta ad un obbligo freddamente calato dall’alto, che abbiamo conosciuto e già soppresso per gli esiti fallimentari.
La formazione imposta e decisa unilateralmente è solo uno spreco di risorse che servono solo ai relatori e, giammai ai fruitori.
La sede del rinnovo contrattuale che faccia sintesi di tutti gli elementi propri della professionalità e della specifica funzione professionale e’ quella più indicata; non può una legge intervenire a gamba tesa su tale materia prefigurando nuovi carichi di lavoro già pesanti.
Più interessante, e da ampliare, è la scommessa che delinei, attraverso la formazione una carriera professionale fondata sulla esperienza lavorativa e sulla formazione continua, da mettere a punto anche con un uso più saggio e funzionale dei finanziamenti disponibili.
Una seria ed attenta riflessione è necessaria, lasciando nel frattempo che la formazione venga regolamentata ancora secondo il principio della attività funzionale all’insegnamento, e del relativo monte ore annuo.
il Piano: http://www.slideshare.net/miursocial/piano-per-la-formazione-dei-docenti-il-documento
Le slide di sintesi: http://www.slideshare.net/miursocial/piano-per-la-formazione-dei-docenti-2016-2019
piano-per-la-formazione-dei-docenti-2016-2019
ct 11.10.2016 h. 22.53
EURYDICE 2016: decollano i salari in tutta Europa. Solo l’Italia resta al palo.
Turi: dare risorse e strumenti alla scuola
Uil: ci aspettiamo che il dialogo riavviato porti a risultati certi in termini di modifiche della legge 107 e al rinnovo del contratto.
Unici in Europa. E’ rimasta solo la scuola italiana ad avere insegnanti con stipendi ancora fermi.
Di salari ‘frozen’, congelati , parla il rapporto Euryudice sulle retribuzioni del personale della scuola in Europa, che analizza i dati relativi al 2015-2016.
Il quadro di riferimento analizzato dal rapporto mostra un aumento del livello delle retribuzioni in 24 paesi, un livello stabile in 16 nazioni. Il fermo assoluto in Italia. Gli incrementi più significativi sono quelli che riguardano la Germania dove è stata recuperata l’inflazione e dunque riportati gli stipendi al loro pieno potere d’acquisto.
Con un patto per i salari , nel 2015 in Danimarca, sono stati aumentati gli stipendi della scuola e dei lavoratori pubblici. In Spagna, la legge di bilancio del 2016 ha innalzato le retribuzioni dell’1%.
In Irlanda l’aumento è stato del 2,5%. In Portogallo sono stati recuperati i tagli operati nel 2014.
Il rinnovo del contratto di lavoro per il personale della scuola appare quanto mai urgente – mette in chiaro Pino Turi. Ci aspettiamo un contratto vero. Non un contratto per adesione, né tantomeno un contratto ponte.
La riunione di ieri sera tra sindacati e ministero, dà continuità agli impegni presi con il ministro.
Il prossimo incontro è fissato per il 2 novembre per discutere di organici, mobilità, individuazione per competenze (bilancio e prospettive), prospettive del rinnovo del contratto.
Positivo che si sia parlato di adeguamento dell’organico di diritto e di fatto per 25 mila posti che consentiranno stabilità e possibilità di trasferimenti ulteriori.
L’introduzione degli assistenti tecnici nel primo ciclo di istruzione e un piano di assunzioni per il personale Ata – spiega Turi – sono da valutare positivamente.
Quel che proprio lascia dubbi e perplessità è la rimodulazione finanziaria per l’attivazione delle nove deleghe della legge 107; questo perché – chiarisce Turi – vanno prima discusse, confrontate ed introdotte le modifiche alla legge, solo dopo si può affrontare e di conseguenza rimodularle e renderle coerenti con le deleghe aperte.
A questo proposito – aggiunge Turi – non può che essere la sede contrattuale quella destinata a risolvere le rigidità e gli errori della legge. Ci aspettiamo nella legge Finanziaria risorse adeguate che – mette in chiaro Turi – non possono essere quelle annunciate in questi giorni. Metà dei lavoratori pubblici è nel comparto della scuola, università e ricerca.
Il dato europeo ci mostra impietoso che persino la Grecia ha ricominciato ad aumentare gli stipendi del personale. La scuola italiana non può vivere in questa contraddizione: sarebbe il caso di far ripartire gli aumenti di stipendi anche da noi.
s.m.
eurydice
il-quadro-europeo-dei-salari
03 OTTOBRE 2016
Uil: trasferimenti, legge 107, professionalità e contratto
DOMANI INCONTRO MINISTRO GIANNINI – SINDACATI SCUOLA
Turi: Le soluzioni si trovano nella misura in cui c’è la volontà politica di trovarle. Valuteremo la volontà del Governo di (ri)comporre una frattura con il personale della scuola indotta da una legge involutiva, divisiva, scritta male e attuata peggio.
Trasferimenti: errori e ingiustizie
La prima cosa che chiederemo al Ministro dell’Istruzione è che vengano rifatti tutti i trasferimenti della mobilità perché ci sono troppe ingiustizie. Vanno ripristinate le posizioni giuridiche di ogni persona. Ovviamente ciò “ora per allora”. L’anno scolastico per noi è sacro, le famiglie hanno diritto ad avere certezze. Ormai è partito così e non si tocca. Non lo facciamo per spostare le persone in corso d’anno ma per ripristinare la situazione giuridica di ognuno per l’anno prossimo. Così si restituisce il diritto a chi ce l’ha. Non abbiamo mai pensato di spostare gli alunni, ma di garantire i diritti ed eliminare le ingiustizie senza il ricorso ai Giudici. La magistratura non può essere chiamata a gestire una simile fase, è compito del Governo. Vedremo se c’è la volontà politica di ripristinare i diritti delle persone.
Legge 107: una involuzione normativa che riporta la scuola indietro di 20 anni; scritta male e attuata peggio
Dopo la lettera inviata, dai sindacati scuola, al Presidente della Repubblica, l’incontro di domani è il primo momento di verifica della vera volontà politica del Governo di riaprire relazioni sindacali positive e rimediare ai guasti e agli errori della legge 107, una legge involutiva, scritta male e attuata peggio. Irrealizzabile. Ora c’è la possibilità del Governo di ricucire con il mondo della scuola una frattura profonda. Le soluzioni si trovano se c’è la volontà politica di farlo. Noi non chiediamo una modifica della legge: a quello ci penserà il Parlamento, ma di spostare sulla contrattazione le materie che la 107 le ha sottratto, in questo modo riportiamo al centro il lavoro delle persone e la vera autonomia scolastica, quella della partecipazione e della responsabilità, non quella gerarchica ed autoritaria della legge.
Bonus premiale, chiamata diretta docenti, valutazione docenti e dirigenti, formazione, valorizzazione del personale docente ed ATA: sono tutte materie di contrattazione. Chiederemo di discuterle e negoziarle nell’ambito del rinnovo del contratto.
Gli effetti concreti delle disposizioni di legge specie quelle che riguardano gli insegnanti e la loro assegnazione alle scuole stanno facendo registrare caos e preoccupazione. Un meccanismo che mostra non solo tutti i suoi limiti ma concretamente l’impossibilità di realizzazione. Cattedre vuote, aumento dei supplenti , materie assegnate arbitrariamente: è il risultato di una programmazione a tavolino che non rispetta le scuole e la loro autonomia e non considera il mondo reale delle scuole. Professionalità e valutazione: è il contratto lo strumento più adatto per trovare soluzioni flessibili. Questa legge, per molti aspetti, mette in atto un’invasione di campo nelle materie contrattuali. La Uil Scuola chiederà al ministro che vengano riportate nell’alveo del contratto, tutte le materie inerenti ad esso. Le norme contrattuali hanno forza di legge. Il contratto è un elemento flessibile perché si può adeguare alla realtà. La legge 107 è, invece, rigida, non guarda alla realtà. Gli effetti sono evidenti. Il contratto è universale, riguarda tutti i lavoratori e non dimentica nessuno.
Reclutamento e posizione giuridica di tanti docenti
Restano irrisolte le questioni relative al reclutamento e alla posizione giuridica di tanti docenti, sia inseriti nelle GAE che fuori dalle stesse che vanno risolte e che la 107 non ha fatto. Sono argomenti coperti da riserva di legge che dovranno essere oggetto di un provvedimento legislativo e riguardano molti docenti rimasti fuori dalla legge 107 (non stabilizzati) che anche quest’anno garantiranno l’apertura delle scuole. Hanno diritto di sapere il quadro giuridico con cui si dovranno confrontare.
Va poi programmato un piano, anche pluriennale, che dia certezze e prospettive, insieme con un nuovo sistema per definire i bisogni organici delle scuole autonome e l’eliminazione del divieto, inattuabile, di assegnazione degli incarichi oltre i 36 mesi.
30 SETTEMBRE 2016
Pronte le linee guida
LA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI
Uil: Siamo contrari all’intera impostazione. E’ un’idea di dirigenza che non è la nostra.
Siamo contrari su tutta la valutazione così come è impostata, non solo sul questionario.
Troppa burocrazia che cozza con la scuola dell’autonomia. Una valutazione eterodiretta che dovrebbe essere ricondotta all’interno della scuola. In questo modo si valuta il burocrate non il dirigente scolastico. E’ un’idea di dirigenza che non è la nostra.
Questa la posizione della Uil Scuola sintetizzata dal segretario generale, Pino Turi, dopo la pubblicazione delle Linee Guida per l’attuazione della direttiva sulla valutazione dei dirigenti scolastici. >>> segue nel link
28 SETTEMBRE 2016
AT DI CATANIA: Scuola Secondaria di II Grado. Disponibilità iniziale posti comuni per le operazioni di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. A.S. 2016/2017
Scuola Secondaria di II Grado.
Disponibilità iniziale posti comuni per le operazioni di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. A.S. 2016/2017
28 SETTEMBRE 2016
AT DI CATANIA: Scuola Primaria. Movimenti annuali relativi alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali su posto comune. A.S. 2016/2017
Scuola Primaria.
Pubblicazione movimenti annuali relativi alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali su posto comune. A.S. 2016/2017
28 SETTEMBRE 2016
AT DI CATANIA: Assegnazione di sede a seguito di conciliazione. Docenti di scuola Primaria e Secondaria di I grado – A.S. 2016/2017. Rettifiche
Assegnazione di sede a seguito di conciliazione. Docenti di scuola Primaria e Secondaria di I grado – A.S. 2016/2017.
Rettifiche
28 SETTEMBRE 2016
Lettera aperta al Presidente della Repubblica
CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL’ANNO SCOLASTICO
Uil Scuola, Flc Cgil, Cisl Scuola e Snals Confsal, in occasione della cerimonia di apertura dell’anno scolastico che si svolgerà a Sondrio, sabato 30 settembre, scrivono al Presidente Sergio Mattarella.
( …) Come organizzazioni rappresentative del mondo del lavoro scolastico – si legge nel testo della lettera inviata oggi al Capo dello Stato – sentiamo il dovere di riproporre all’attenzione della pubblica opinione, e in questa particolare circostanza a quella del Capo dello Stato, le più acute criticità su cui occorre intervenire, frutto di scelte del Governo in materia di politica scolastica assai controverse e discutibili.
Tali scelte, che non hanno posto efficace rimedio ai danni causati dal taglio di risorse cui per anni la scuola italiana è stata sottoposta (taglio evidenziato nei giorni scorsi dall’ultimo rapporto OCSE), stanno comportando ora, a causa di una cattiva gestione di precisi accordi contrattuali, anche la violazione di diritti delle persone, che è doveroso ripristinare pena il venir meno della certezza del diritto proprio nell’ambito di un sistema che ha per finalità la formazione e l’educazione delle giovani generazioni.
IL MINISTERO E’ IN CONFUSIONE.
LA SCUOLA? NON ANCORA!
Di Pino Turi
Segretario generale Uil Scuola
Tra algoritmi, trasferimenti sbagliati, errori macroscopici, sono iniziate le lezioni nelle scuole e già si svolge quotidianamente quello che possiamo definire un «quid», quel momento magico in cui il docente deve stabilire un’efficace relazione con l’alunno che si chiami Giuseppe, Anna, piuttosto che Abdul o Karima, senza il quale ogni tentativo di insegnamento è destinato a fallire.
E’ questo l’elemento essenziale, il cuore della scuola, tutto il resto è necessario nella misura in cui la stessa è ben organizzata: un numero adeguato di studenti per classe, servizi di mensa ben funzionanti, segreterie efficienti. Una organizzazione complessa la cui dinamicità è certamente utile ed incide positivamente sull’economia generale dell’istruzione.
In ulteriore sintesi: quello che definisce la scuola stessa come funzione specifica dello Stato. Scuole ben organizzate sono alla base di ogni buon apprendimento.
Un banale incipit che questo nuovo anno scolastico impone: una valutazione sui risultati di una riforma fortemente voluta dal Governo, che non esitiamo a ritenere sbagliata e, per molti versi, dannosa.
Siamo ad un anno dalla sua approvazione: agli inizi si poteva trattare di un pregiudizio iniziale di natura sindacale e corporativa, più volte enfatizzata dal Ministro e da determinate forze politiche di maggioranza, che ci hanno spiegato che quel giudizio o pregiudizio sarebbe venuto meno nel momento in cui una buona comunicazione avrebbe analizzato la riforma nel merito (non avevamo capito insomma! ). Quando tutto sarebbe apparso ben chiaro, anche a noi , avremmo visto una riforma condivisa ed apprezzata da tutti.
La comunicazione c’è stata ed è stata massiccia, decine e decine di comunicati stampa, slides molto curate hanno esaltato il merito di una riforma epocale, sempre meno compresa e, soprattutto, apprezzata dal personale della scuola che, man mano che l’ha conosciuta e anche sperimentata, ha aumentato e sviluppato un’avversione, presto trasformatasi in una vera e propria opposizione. Particolare non trascurabile, considerato che chi lavora a scuola non solo la conosce, ma la deve fare anche funzionare. E bene.
Di vero c’è che la campagna, autentica propaganda, è stata orientata più sull’opinione pubblica che sul personale della scuola trattato, il più delle volte, come problema e non certo come risorsa.
E’ come se, su un transatlantico, si cercasse il consenso dei passeggeri, anche contro quello di chi quella nave deve governare e condurre in porto, magari con il compiacimento solo del capitano e dei suoi collaboratori. E’ facile pensare che quella nave non avrà una navigazione certa e sicura. Fuor di metafora, è ciò che sta capitando alla scuola e i fatti che ce lo dicono:
il Ministero è allo sbando.
E se la scuola ancora regge lo fa grazie all’impegno del personale che, come abbiamo già detto, svolge la sua funzione, va in classe e adempie con abnegazione a quello che più che un lavoro è una vera e propria missione, ma non sappiamo per quanto tempo ancora.
La riforma della ‘Buona Scuola’ ha, in sostanza, toccato ed interessato più da vicino solo il 15% dei docenti in servizio. Il resto, anche grazie all’accordo sulla mobilità sottoscritto con i sindacati, è rimasto titolare della propria scuola ancora per questo anno scolastico.
La scuola, dunque, anche se fatica non è allo sbando.
Le risorse interne alla scuola dell’autonomia – insegnanti e personale tutto – ne garantiscono il funzionamento, superando le contraddizioni e il peso condizionante di una riforma sbagliata, qual è quella in atto.
Quello che, invece, è fuori controllo, è il sistema messo in piedi dal Ministero che non riesce a gestire il personale nella fase applicativa, una piccola ma significativa parte di insegnati che si sono trovati alle prese con il caos e la burocrazia: concorsi, nomine e uffici territoriali in balia di norme inapplicabili
Ma andiamo con ordine.
Trasferimenti del personale
L’algoritmo non ha funzionato e dai documenti ricevuti (incompleti e parziali) già si rilevano errori grossolani. La riprova è data dal numero delle conciliazioni proposte: 3 mila quelle concluse, 2 mila quelle non accolte. Intere categorie di personale che hanno chiesto il trasferimento, ad esempio tutti i docenti della scuola secondaria di secondo grado, i neo assunti, i vincitori di concorso, non sono stati ammessi alla procedura. Questo non perché fosse tutto a posto, ma perché i posti su cui effettuare le conciliazioni erano pochi ed insufficienti per tutti. La conciliazione, come largamente previsto, è stata un flop e ha creato ulteriori ingiustizie, in alcuni casi si sono verificate situazioni inspiegabili, al limite dell’abuso d’ufficio. Da tutto ciò prendiamo le distanze per un procedimento che, sotto il termine ‘conciliazione’, cela un vero e proprio provvedimento di autotutela.
Stiamo chiedendo spiegazioni scritte e formali, ma, ad oggi, sono rimaste senza risposta.
I concorsi
Partiti con ritardo e con la pretesa della novità, propagandati come una selezione moderna, capace di selezionare i migliori, fare presto e bene con commissari dotati di esperienze e curricula di rilievo, con strumenti altrettanto moderni computer based, quesiti a risposta chiusa, a risposta aperta, anche in lingua straniera, il tutto per verificare il grado di competenze degli aspiranti.
I risultati? Un disastro. Concorsi non conclusi, commissioni fatte e rifatte, bocciature eccessive e fuori logica, ricorsi e contro ricorsi che non sono arrivati ancora al giudizio finale e che possono essere annullati anche per vizi di forma.
Assunzioni di personale
Condizionati dai flop dei trasferimenti e dai concorsi. Saranno ancora una volta i supplenti a farsi carico dell’apertura e della chiusura delle lezioni.
Le novità della riforma
Riguardano sostanzialmente i rapporti giuridici interni (le competenze dei docenti, dei dirigenti, degli organi collegiali), gli aspetti didattici e della gestione. La conseguenza, in assenza di modifiche, sarà lo spostamento dalla didattica alla gestione, una specie di tecnocrazia di tipo aziendalistico che male si sposa con l’esistente e a cui sin qui abbiamo fatto riferimento.
In buona sostanza si definisce per legge ciò che è materia di contrattazione: la chiamata diretta, Il bonus premiale, la valutazione. Tutti aspetti che provocano un condizionamento inaccettabile per una professione che deve poter fondarsi sulla garanzia di libertà e di indipendenza professionale.
Il combinato disposto di tutti questi elementi indica con chiarezza che la legge della ‘Buona scuola’ è solo tale per chi l’ha scritta e pensata, ma non è assolutamente aderente alla realtà ed a i bisogni del Paese: un fallimento annunciato.
Nell’incontro con il Ministro chiederemo il rifacimento delle operazioni per ripristinare le posizioni giuridiche di ognuno. Chi doveva spostarsi dovrà farlo, chi attendeva un posto per l’immissione in ruolo (concorso e/o Gae) dovrà averlo anche con provvedimenti con efficacia ex nunc, e, poi, modifiche normative della legge 107: bonus docenti, chiamata diretta, sistema di valutazione.
L’occasione della riapertura del contratto deve rappresentare la sede per farlo. Per questi motivi ogni ipotesi di contratto ponte che non affrontasse i temi normativi, insieme a quelli economici, non può che essere rigettata fermamente e portare ad iniziative di mobilitazione forti e decise.
Un’ultima valutazione: per la prima volta, dopo tanti anni, il Governo ha iniziato a invertire la tendenza radicata nel ventennio precedente investendo (ancora troppo poco) nei settori della Scuola, della ricerca e della formazione. Con quali risultati?
Tassi di abbandono e di dispersione in crescita nel segmento dell’obbligo, numero di laureati ai minimi storici, disoccupazione giovanile al top nei Paesi UE, obiettivi ormai irraggiungibili.
La Buona Scuola? Un anno per progettarla, uno per rodarla, un altro per modificarla e renderla utile al Paese, aggiungiamo noi.
INFORMATICONUIL . 21 settembre 2016. h. 21.39
36 mesi e supplenze: il calcolo si fa da settembre 2016
Giusta la richiesta della Uil. Il ministro risponde in audizione e precisa la non retroattività della legge. Ci dà ragione ma il problema così è solo rinviato. Scoppierà tra due anni. E’ la norma che va cambiata perché inapplicabile.
Nel corso di un’audizione parlamentare il ministro ha precisato che il calcolo dei 36 mesi per il conferimento delle supplenze partirà dal 1° settembre di quest’anno. Una precisazione giunta dopo che la Uil Scuola aveva inoltrato una lettera con la richiesta di chiarimenti rispetto alla retroattività della legge.
Con la presente [si legge nella lettera inviata al Miur nei giorni scorsi – il testo integrale qui: http://www.uil.it/uilscuola/node/4704 la Uil scuola reitera la richiesta per chiarire in modo definitivo che la norma non ha effetti retroattivi : il conteggio dei 36 mesi decorre dal 1 settembre 2016 e non prevede, nessun conteggio di servizi pregressi.
Resta da definire, in sede politica, la modifica del comma 131, ovvero la sua concreta applicazione, considerato che è implicito che il personale che totalizza i 36 mesi di contratti a decorrere dal 1.09.2016, ha diritto alla stabilizzazione e non alla penalizzazione.
Si tratta di una precisazione utile ma non risolutiva – secondo la Uil – perché in mancanza di un provvedimento che disciplini complessivamente la materia – il problema del calcolo dei 36 mesi e dell’affidamento delle supplenze si ripresenterà in tutta la sua gravità. E’ la norma che va cambiata perché inapplicabile.
s.m./segr.
Sui numeri il ministro sbaglia i calcoli.
100 mila prof si sono spostati con un algoritmo sbagliato
Su 30 mila insegnanti delle elementari e delle medie: il Miur ammette almeno 5 mila errori (il 16,7%) Turi: fosse anche uno solo, quell’insegnate si trova nel posto sbagliato e bisogna rifare le procedure In risposta ad una interrogazione parlamentare il ministro Giannini continua a tirare fuori numeri che non corrispondono alla realtà. Mette insieme totali (207.000 procedure di mobilità) e percentuali (2,5% di rettifiche) difformi tra loro. Varrebbe la pena – spiegano alla Uil Scuola – rimettere in fila i numeri:
- a chiedere il trasferimento quest’anno è stato un insegnante su 4 (207 mila su oltre 800 mila) il trasferimento di metà di questi insegnanti (1 su 8) è andato a buon fine (sulla stessa provincia);
- l’altra metà, circa 110 mila professori, sono stati trasferiti con l’algoritmo sbagliato (su altra provincia);
- per due terzi di questi insegnanti il ministero non ha provveduto a verificare al fondatezza del sistema;
- per un terzo gli errori sono stati tanti e tali che il ministero ha dovuto ammettere gli errori;
- sono 30 mila gli insegnanti di scuola primaria e di primo grado che hanno chiesto il trasferimento;
- tra questi il Ministero ha ammesso almeno 5 mila errori;
- 16, 7% degli insegnanti della scuola primaria e di primo grado stanno sicuramente nel posto sbagliato.
- Non si tratta quindi di errori fisiologici – chiarisce Turi – è il sistema che è stato adottato, e le successive decisioni assunte per cercare di rimediare alla serie di errori che hanno prodotto situazioni di vero disagio.
Tra quanti hanno chiesto di trasferirsi ci sono quasi due maestre su dieci che hanno avuto una sede sbagliata.
La percentuale ministro – aggiunge il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi – non è il 2,5% calcolata sul totale.
Il suo ministero ha certificato 5 mila errori su 30 mila domande. la percentuale che ne viene fuori non è per niente esaltante: 16,7%
In situazioni come questa – secondo la Uil scuola – anche un solo caso merita il rifacimento dei trasferimenti. Ne va la credibilità stessa delle istituzioni.
ORGANICO DELL’AUTONOMIA | Emanata la circolare
Siamo al Bignami della 107.
Punti critici: nessun riferimento agli organi collegiali e alla vera autonomia scolastica. La nota del ministero sull’organico dell’autonomia si pone come nuova frontiera pubblicitaria della Legge 107, con valore meramente politico e propagandistico, più che un possibile strumento di supporto alle istituzioni scolastiche. Di contro, le nostre osservazioni non possono che avere valore di merito. Per la Uil Scuola il documento rappresenta, ad inizio di anno scolastico, un ulteriore tentativo per dire che tutto va bene. La situazione nelle scuole è diversa. Qui siamo al Bignami della 107.
Pagine intere per dire che la normativa, relativa all’esonero e al semiesonero dei docenti vicari del capo d’istituto, è abolita. Lo sforzo maggiore della nota sembra tutto orientato a dimostrare l’unitarietà dell’organico dell’autonomia e la centralità dell’autonomia scolastica nelle scelte da adottare.
Ma, questi due obiettivi, ancorché importati, sono contraddetti pesantemente dalla nota stessa:
manca un riferimento chiaro e forte ai compiti, alle funzioni e alla centralità degli organi collegiali;
manca il riferimento alla normativa sull’autonomia scolastica (il DPR n.275/99).
dire che è possibile nominare i supplenti solo per la sostituzione dei docenti impegnati su ore curricolari, equivale a sancire la separatezza e il peso diverso che si assegna all’organico dell’autonomia, sancendone la divisione in due organici. Il primo di seria A, il secondo di B.
Mentre il ministero cerca di enfatizzare i pregi della legge del Governo sulla scuola, come se fosse la panacea di tutti i mali del nostro sistema di istruzione, nella scuola, quella reale, restano tutti i problemi di gestione del personale che avranno ricadute pesanti sul buon funzionamento delle scuole stesse. Appare comunque utile e proficuo il richiamo al rispetto delle disposizioni normative e contrattuali e delle prerogative sindacali per risolvere le tante complicazioni in atto nelle scuole e per aprire una nuova stagione di confronto costruttivo che coinvolga anche il livello della gestione concreta.
- La nota mostra dunque tutti i suoi limiti lasciando molti problemi aperti che vanno (ri)assunti in un confronto con il ministro a cui abbiamo chiesto un incontro specifico.
- A questo proposito sarebbe meglio riconoscere ai singoli dirigenti la decisione della sostituzione. Si danno responsabilità nuove e si negano le vecchie.
Salvo mavica, segretario generale territoriale uilscuola Catania
CT, 12.09.2016
La UIL SCUOLA scrive al MIUR ROMA
Alla Dott.ssa M. Maddalena Novelli Direttore Generale
Alla Dott.ssa Valentina Alonzo MIUR
e, p.c. Al Capo di Gabinetto Dott. Alessandro Fusacchia
Alla scrivente Segreteria nazionale vengono segnalate situazioni di criticità in merito all’applicazione del comma 131 dell’art. 1 della Legge 107/15, in materia di supplenze di tutto il personale scolastico, che sta dando luogo a interpretazioni diverse. In particolare alcuni ATP, tra cui Genova, non procedono al conferimento delle nomine in attesa di una interpretazione ufficiale del citato comma 131. La Uil scuola già in sede di confronto sulla nota Miur n. 24306 del 1-9-2016, che ha fornito istruzioni operative sulle supplenze, aveva rappresentato il problema. Con la presente reitera la richiesta per chiarire in modo definitivo che la norma non ha effetti retroattivi : il conteggio dei 36 mesi decorre dal 1 settembre 2016 e non prevede, nessun conteggio di servizi pregressi. Resta da definire, in sede politica, la modifica del comma 131, ovvero la sua concreta applicazione, considerato che è implicito che il personale che totalizza i 36 mesi di contratti a decorrere dal 1.09.2016, ha diritto alla stabilizzazione e non alla penalizzazione.
f.to Pasquale Proietti, segretario nazionale Roma
12 SETTEMBRE 2016
AT DI CATANIA: Personale Docente Scuola secondaria di I e II grado a.s. 2016/2017. Contingente posti per incarico a T.I.
Personale Docente Scuola secondaria di I e II grado a.s. 2016/2017. Contingente posti per incarico a T.I.
10 SETTEMBRE 2016
AT DI CATANIA: Assegnazione di sede a seguito di conciliazione. Docenti di scuola Primaria e Secondaria di I grado – A.S. 2016/2017
Assegnazione di sede a seguito di conciliazione. Docenti di scuola Primaria e Secondaria di I grado – A.S. 2016/2017