Annuncio del Miur Tra card, voucer, e contanti è stata scelta la carta del docente.

Annuncio del Miur
Tra card, voucer, e contanti è stata scelta la carta del docente
Speriamo di vederla in tempi rapidi.
Ci sembra che i tempi siano piuttosto stretti visto che la card va generata e consegnata ai docenti che, successivamente, dovranno attivarla con un sistema informatico.
La disposizione giunge dal Miur che pubblica una nota sul suo sito dopo giorni di incertezze e soluzioni tra le più disparate.  Link al sito del Miur >>> http://www.istruzione.it/news121116.html.
“”Pardon, linguaccia mia statti zitta.!!
 Se è vero che a caval donato non si guarda in bocca, è anche pur vero, e il dubbio sorge spontaneo nelle menti della gente di buona volontà: opportunità di accrescimento professionale? mancetta demagogica? E il Contratto collettivo Nazionale del Lavoro, diritto sacrosanto e massima espressione di democrazia e rispetto della sovranità del popolo italiano?, nisba? Amara constatazione, il solito giochetto si toglie agli uni per dare agli altri. Si taglieggiano i diritti acquisiti, si disattendono gli obblighi contrattuali, si saccheggiano i diritti e le aspettative sacrosanti di andare in pensione in età dignitosa e si privilegiano iniziative unilaterali sotto le mentite spoglie di volere rilanciare i consumi e con essi l’economia nazionale, ovvero occasione di affari alle lobby governanti? Scusate se è poco. Siamo alle solite, alla  farraginosità della procedura non possiamo che amaramente constatare: burocrati cultori ed esperti nel rendere difficili le cose più facili, e mi fermo qui.
Carta del Docente, come e quando spendere i 500 euro per l’aggiornamento
Dallo scorso anno gli oltre 740.000 docenti di ruolo della scuola italiana hanno a disposizione 500 euro da spendere per l’aggiornamento professionale. Un bonus che nella sua prima erogazione è stato assegnato eccezionalmente con accredito sullo stipendio. Quest’anno cambia il sistema di erogazione, come annunciato nel Piano di formazione degli insegnanti e attraverso la nota del 29 agosto relativa alla rendicontazione delle spese dello scorso anno.
L’importo resta lo stesso: 500 euro che saranno assegnati attraverso un ‘borsellino elettronico’. L’applicazione web “Carta del Docente” sarà disponibile all’indirizzo www.cartadeldocente.istruzione.it entro il 30 novembre. Attraverso l’applicazione sarà  possibile effettuare acquisti presso gli esercenti ed enti accreditati a vendere  i beni e i servizi che rientrano nelle categorie previste dalla norma.
Ogni docente, utilizzando l’applicazione, potrà generare direttamente dei “Buoni di spesa” per l’acquisto di libri e di testi,  anche  in formato digitale,  per:
–         l’acquisto di  pubblicazioni  e  di  riviste  utili all’aggiornamento  professionale;
–         l’acquisto di   hardware   e software;
–         l’iscrizione a corsi per attività di  aggiornamento  e di qualificazione        delle  competenze  professionali,  svolti  da  enti accreditati presso il Ministero dell’Istruzione;
–         l’iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale;
–         l’acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
–         l’acquisto di biglietti di musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
–         iniziative  coerenti  con  le   attività   individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.
I buoni di spesa generati dai docenti daranno diritto ad ottenere il bene o il servizio presso gli esercenti autorizzati con la semplice esibizione. Per l’utilizzo della “Carta del Docente” sarà necessario ottenere l’identità digitale SPID presso uno dei gestori accreditati (http://www.spid.gov.it/richiedi-spid) e successivamente ci si potrà registrare sull’applicazione. L’acquisizione delle credenziali SPID si può fare sin da ora. Si tratta di un codice unico che consentirà di accedere, con un’unica username e un’unica password, ad un numero considerevole e sempre crescente di servizi pubblici (http://www.spid.gov.it/servizi).
Il nuovo sistema che parte quest’anno consentirà ai docenti di avere uno strumento elettronico per effettuare e tenere sotto controllo i pagamenti. E alle scuole di essere alleggerite dalla burocrazia e dalle procedure di rendicontazione.. Sarà possibile spendere i 500 euro a partire dall’attivazione della Carta.
dalla segreteria territoriale Uil Scuola Catania, salvo mavica, segretario

La legge sulla scuola e il sistema delle deleghe

09 NOVEMBRE 2016

La legge sulla scuola e il sistema delle deleghe

NELLA LORO DEFINIZIONE VANNO SUPERATE LE CRITICITÀ DELLE LEGGE

UIL:  non possono essere a costo zero. L’istruzione va sostenuta attraverso supporti e investimenti.

La legge 107/ ha previsto ben nove deleghe al Governo per completare l’azione di riforma della scuola. Sono il completamento di un’azione di riforma basata su una filosofia che si è dimostrata sbagliata ormai agli occhi di tutti, tanto che lo stesso Presidente del Consiglio, in più di un’occasione, ne ha riconosciuto i limiti.

E’ altrettanto normale che i difetti di impostazione e gli errori della 107 non possono che ritrovare riscontri analoghi nelle deleghe e nelle sue applicazioni, tanto che sono state oggetto di ripetute analisi dei gruppi di lavoro, mai pubblicizzati, che ne hanno curato l’istruttoria.
Un incontro con il ministro sulle deleghe fu fatto il 30 settembre 2015, un anno di lavoro che evidentemente è stato fatto e disfatto più volte.
Al momento non ci sono testi, ma tracce e bozze di lavoro.

Nell’incontro odierno l’amministrazione si è presentata senza alcun testo scritto e disponibile ad affrontare le linee su cui attuare le deleghe. Per parte nostra ci siamo solo accertati che la ratio complessiva che sostiene l’attuazione delle deleghe, definite al comma 181 della legge di riforma della scuola, sia tale da consente di superare alcuni degli errori della 107. In quest’ottica abbiamo dato ampia disponibilità al dialogo costruttivo proprio per fare con l’attuazione delle deleghe un’azione politica di modifica della 107.

In questo contesto, nella discussione di oggi, abbiamo solo confrontato il metodo ed alcune considerazioni in merito ad alcune delle deleghe, lasciando ad un altro incontro specifico, quelle che hanno un più spiccato impatto sul personale come quella della formazione iniziale e il reclutamento, la delega sull’attività di sostegno, quella sul Testo Unico e quella sulle scuole italiane all’estero.
Secondo questa mutata impostazione continueranno i confronti su cui potremo dare un supporto ed un giudizio di merito compiuto solo dopo aver visto i testi e nella misura in cui i decreti legislativi adotteranno scelte che potranno rimettere in carreggiata il vagone deragliato della 107.

Un primo passo concreto, in tal senso, si è già registrato nel momento in cui abbiamo constatato che c’è consapevolezza, ormai condivisa, anche dal Governo, che le deleghe possono realizzare obiettivi positivi solo prevedendo nuovi ed adeguati investimenti, che sono stati inseriti nella legge di stabilità e non come impostate dalla 107 “senza nuovi oneri”.
L’istruzione è un fenomeno che va sostenuto e su cui vanno proiettate tutte le percezioni positive e proficue, anche attraverso continui investimenti.

Oggi si sono confrontate le linee su cui si definiranno alcuni dei decreti con l’indicazione dell’indice e gli obiettivi che si vogliono conseguire con le deleghe:

Diritto allo studio: tematiche importanti come la definizione di livelli essenziali di prestazione, che tengano conto da un lato delle reali esigenze degli studenti e superino le differenze endemiche registrabili nelle diverse regioni, sono un obiettivo certamente condivisibile su cui occorre aprire un confronto allargato ai diversi attori sociali.

Revisione esami di stato primo e secondo ciclo: nulla si muove per il corrente anno scolastico.
La delega cambierà l’impatto delle prove Invalsi sugli esiti degli esami, con un potenziamento delle verifiche sull’area di indirizzo ed eliminerà la terza prova negli esami di stato del secondo ciclo.
Tenderebbe, inoltre, a recuperare una valutazione per il primo ciclo fondata su indicatori letterali abbandonando il sistema decimale e limitando a casi assolutamente residuali le bocciature nel primo anno della scuola primaria.

Per la UIL, le valutazioni standardizzate che saranno tolte dagli esami, incidono negativamente sulla didattica bisogna, riconsiderare il loro ruolo e la loro funzione anche per il successo formativo e per lo sviluppo della persona.

Dare stabilità alla scuola significa anche evitare il continuo balletto tra voti, lettere e descrittori che appaiono legati più ad elementi di carattere ideologico che ai reali bisogni della comunità scolastica.

Sistema integrato dei servizi per lo zero–sei: si riconosce lo sforzo di finanziare il riavvio delle sezioni primavera, quale strumento per traguardare l’obiettivo di Europa 2020 di una diffusione dei servizi educativi e di istruzione per l’infanzia di almeno il 33%. Appare ugualmente positivo l’impegno per creare un coordinamento pedagogico in capo al MIUR, per attuare forme di raccordo pedagogico, per definire la formazione in servizio per gli operatori dei due segmenti.

Va affrontato in modo adeguato il tema del potenziamento dell’offerta formativa anche nella scuola dell’infanzia, come già avvenuto per gli altri ordini di scuola. Tale potenziamento deve riguardare anche il personale ATA.

Istruzione professionale: per la Uil è corretto fare fronte alle criticità di questo ordinamento scolastico, naturalmente, in linea con la riforma costituzionale che potrebbe cambiare le competenze concorrenti su molti aspetti connessi soprattutto la IeFP ed il sistema della formazione professionale.
Segnale di responsabilità è la proposta di inserire almeno otto ore di compresenza per tutti gli indirizzi sulle discipline tecnico pratiche, molto penalizzate dal decreto 87/2010, nonché la riduzione delle articolazioni e delle opzioni, la cui offerta formativa viene rimessa all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche. Va sciolto il nodo di un impegno concreto sulle disponibilità finanziarie e sui tempi di attuazione.

Il prossimo incontro per l’analisi delle altre deleghe è fissato per il mercoledì 16 novembre.
All’incontro hanno partecipato Pino Turi e Noemi Ranieri

Turi al Governo: quello della 107 è un progetto naufragato

05 NOVEMBRE 2016

Turi al Governo: quello della 107 è un progetto naufragato

NELLE SCUOLE | COMUNICAZIONE | INFORMAZIONE | AZIONE SINDACALE | LAVORO |LIBERTÀ|PARTECIPAZIONE | SOLIDARIETÀ | CHIAREZZA | TRASPARENZA | CONDIVISIONE |

Il segretario generale della Uil Scuola dal palco della IX Conferenza di organizzazione della Uil rilancia le proposte della categoria per la scuola e dice: il governo prenda atto della situazione. Gli insegnanti sono preoccupati o furibondi. Abbiamo proposto buone idee e soluzioni possibili. Sulle situazioni più critiche c’è già un primo confronto con il Miur. Ora è il momento di essere veramente molto seri.

Un programma semplice è quello annunciato dal segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi dal palco della IX Conferenza di organizzazione della Uil: sarà prioritaria la comunicazione, l’informazione, l’azione politica e sindacale nelle scuole. Nel metodo, saranno chiarezza, trasparenza e condivisione, le linee guida nelle decisioni da assumere.

La scuola, il sistema di istruzione nazionale frequentato dal 93% degli studenti del nostro Paese – ha detto chiaramente Turi nella sua relazione nel corso della IX Conferenza di organizzazione della Uil – indica che la strada da percorrere è quella che rappresenta i bisogni collettivi. Ciò significa che la Uil Scuola si pone l’obiettivo concreto, e possibile, di essere capace di farsi protagonista di battaglie che sono solo parzialmente sindacali ma che coinvolgono tutti i cittadini: la difesa della scuola pubblica e statale.

Scuola, sanità, pubblica amministrazione, lavoro, ambiente, pensioni, fisco: sono terreni che, se lasciati all’attuale tendenza politica che marginalizza il ruolo delle persone per asservirle alle logiche del mercato – ha aggiunto nella sua relazione Turi – vedranno imporre ai lavoratori i sacrifici che da soli stanno già sopportando.

Occorrono strumenti ed idee nuovi non solo di contrasto, per sostenere le battaglie a tutela delle persone e dei lavoratori in un mondo che è in continua evoluzione e che non consente di avere ritardi, sia nell’analisi che nell’azione. Noi siamo pronti a metterli in atto.

Al Governo ripetiamo: questa legge non funziona nei suoi principi guida. E’ basata su presupposti che stanno creando preoccupazione, confusione e tensioni nelle scuole. Le riunioni avviate, se veramente orientate alla risoluzione delle questioni in atto, potranno fornire i fondamentali per attuare, pezzo per pezzo, le soluzioni necessarie. E su questo non ci siamo risparmiati – ha detto Turi – abbiamo proposto idee buone e fattibili.

La scuola è parte importante del pubblico impiego: agli insegnanti e al sistema scolastico è affidata la tenuta – ha aggiunto Turi, riportando l’attenzione sul negoziato per il rinnovo del contratto – anche in questo momento di estrema, assoluta difficoltà del Paese. Accanto al sistema produttivo, alla preoccupazione sociale è alla scuola che si guarda per tornare alla normalità.

• LA WEB CRONACA della Conferenza su FB| Uil Scuola e Twitter @uilscuolanazio1
• LA VIDEO CRONACA dei tre giorni di conferenza nella sezione dedicata all’interno della Uilwebtv [ http://www.uilweb.tv/webtv/default.asp?ID_VideoLink=4381 ]

REPORT INCONTRO CON IL MINISTRO

Riportare la scuola alla sua funzione costitutiva………………………………………………………………. Turi: scegliere la strada del contratto.  E al ministro la Uil Scuola dice: occorre che cambi la filosofia su cui è basata la legge sulla scuola. Abbiamo chiara consapevolezza che da questo dialogo dovranno scaturire risultati concreti per le persone. Il Governo sulle emergenze riesce a trovare soluzioni. Sull’amministrazione quotidiana della scuola resta titubante. Le risposte per superare le evidenti difficoltà ancora non ci sono. Come giusto e inevitabile il confronto di oggi con il ministro è stato l’occasione per tracciare interventi e urgenze del dopo terremoto. La scuola – è stato ribadito con forza da tutti – rappresenta un tassello di normalità, socialità e ripresa della vita delle comunità. Ogni sforzo va dunque indirizzato ad interventi che tutelino le persone – sono 13 mila gli alunni dei 53 comuni coinvolti, 25 mila circa gli sfollati – e consentano una regolare ripresa delle attività delle comunità coinvolte. Una raccolta fondi, autorizzata dal Mef per il terremoto di Amatrice, è stata prorogata per far fronte alla nuova emergenza. Il personale della scuola potrà aderire alla raccolta di fondi donando il compenso di un’ora del proprio lavoro. I modelli, disponibili sui siti dei sindacati scuola, potranno essere consegnanti direttamente nelle segreterie delle scuole. L’incontro si è poi sviluppato secondo l’ordine del giorno concordato. E’ il contratto la strada per correggere alcuni degli errori della legge del Governo sulla scuola: questa la bussola, seguita in coerenza da mesi, che la Uil Scuola ha scelto anche nel confronto di oggi. Siamo convinti – ha detto Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola nel corso della riunione – che la legge 107 sia sbagliata e questo si capisce bene dagli effetti che sta producendo. Situazione talmente chiara da venir segnalata anche nelle recenti affermazioni del Presidente del Consiglio. Questo impianto normativo – ha aggiunto – fa venire meno un principio fondamentale, quello della scuola comunità, basata sull’autonomia. Pensare a insegnanti condizionati, ad una libertà di insegnamento limitata, significa togliere il valore fondante della scuola, così come scritta nella costituzione. La scuola è oasi di libertà. Il fatto che il ministro abbia aperto un canale di dialogo appare costruttivo – ha messo in evidenza Turi. Ci aspettiamo che prenda forma concreta e non sia solo un annuncio formale di intenti. Abbiamo chiara consapevolezza che da questo dialogo dovranno scaturire risultati concreti per le persone. La contrattazione è lo strumento più rapido e flessibile per intervenire. Bisogna introdurre, una per una, pezzo per pezzo, le modifiche necessarie a far ripartire il nostro sistema di istruzione, che si regge – e bene aggiunge Turi – grazie all’impegno e alla professionalità di chi ci lavora. Questi nel dettaglio i temi affrontati nel corso dell’incontro e le proposte Uil Scuola: sulla mobilità, si rischia di perdere un’occasione per riportare ad equità il sistema; il ministero si è dichiarato indisponibile a rifare le operazioni. Ipotesi che ci trova nettamente contrari e ci impone di proseguire in sede giurisdizionale per garantire i diritti contrattuali. Sulla chiamata diretta è stata manifestata la disponibilità a ricondurla sul tavolo negoziale; Sul rinnovo del contratto, l’avvio del negoziato è ora legato alle decisioni del Governo che deve risolvere i problemi pregiudiziali: risorse e norme di supporto per liberare la contrattazione dai vincoli legislativi di questi lunghi anni di blocco economico e normativo. Tra i temi affrontati anche quello del personale ATA: si prevedono le immissioni in ruolo per la copertura del turnover, la definizione dei passaggi di qualifica e il bando per i Dsga. Per il personale precario (il prossimo incontro è fissato al 4 novembre) si condivide l’esigenza di un provvedimento ponte da inserire nella delega sul reclutamento, come proposto dalla UIL, di premessa per la stabilizzazione di tutti i docenti inseriti nelle GAE e di quelli con 36 mesi di servizio. Rispetto alle priorità annunciate dal ministro nei giorni scorsi, appare evidente – ha commentato Pino Turi – che manca completamente ogni riferimento al personale a cui è destinato l’impegno del ministro, contenuto nel proprio atto di indirizzo. Non basta indicare i titoli ha messo in evidenza Turi – occorre trovare soluzioni diverse da quelle previste dalla legge 107 e non solo per gli aspetti finanziari. Anche la questione delle deleghe (il prossimo incontro è fissato al 9 novembre) è direttamente legata all’impianto fondante della legge. Sbagliate le fondamenta non funziona nemmeno il resto. Le deleghe, quindi, vanno sostanzialmente ripensate, in funzione dei cambiamenti da apportare e, per i quali, non è solo un problema di finanziamenti.

 

I temi dell’incontroA che punto siamoLa proposta Uil Scuola 
Mobilità Dopo gli errori dell’algoritmoRestano tutte le incertezze e le situazioni di palese ingiustizia che si sono determinate quest’anno.Si proseguirà per via giurisdizionale per far rispettare i diritti contrattuali delle persone. Contemporaneamente si dovrà definire il contratto per la mobilità del prossimo anno. 
    
Chiamata diretta Le conseguenze di un principio sbagliatoUna procedura determinata da una errata posizione ideologica ha determinato situazioni di forte criticità. C’è il rischio di creare scuole di tendenza, senza pluralismo e un condizionamento dei docenti Aumentano i supplenti. Mancano gli insegnanti di sostegno. Il personale sul potenziamento non può essere utilizzato in modo discrezionale.Il contratto è lo strumento principale per rimediare agli errori della legge 107: su questo è previsto un negoziato. 
    
Contratto Dopo l’accordo sui compartiGli elementi propedeutici: – stanziamento di risorse – modifiche legislative che tolgano vincoli alla contrattazioneOccorre il riavvio dei negoziati. Ci deve in tempi brevi portare a termine le questioni aperte: risorse e norme. 
   
     

TUTTI IN RUOLO!!!

Le vicende  degli ultimi tempi, di questi giorni e di queste ore impongono più che mai una riflessione.
Docenti ed ATA bistrattati e costretti all’impossibile. I precari ancora di più!!!!!                         Alcuni deportati dalle più disparate località d’Italia
 Altri negati di un diritto riconosciuto dalla stessa Unione Europea.
 Altri,  dopo la fatica di aver studiato e vinto un concorso accorgersi che non ci sono posti.   Si potrebbe andare avanti riga dopo riga raccontando la sorte e la vita di chi è persona vera.
Proprio del fatto che si tratti di persone qualcuno sembra averlo dimenticato. Ecco allora che è necessario riportare la questione alla sua origine naturale. Partire dalle persone e dai loro diritti, fra i quali il lavoro e la vicinanza alla famiglia. Anche se utile fa ridere la soluzione tampone di allargamento delle assegnazioni provvisorie.

E’ necessaria una forte azione sindacale reclamata a gran voce da parte di tutti i lavoratori del comparto scuola reclamando il diritto di rappresentanza.

La riconduzione sul binario dei diritti e della  morale affinché tutti coloro che da troppo tempo aspettano possano finalmente dire SIAMO TUTTI IN RUOLO.

salvo mavica, segretario generale territoriale ulscuola Catania

AZIONI SINDACALI UNITARIE. REPORT. Il Direttivo Unitario FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL – Catania, fa proprie le relazioni delle segreterie provinciali unitamente a quanto emerso dall’ampio, aperto ed articolato dibattito che ne è seguito.

DIRETTIVO UNITARIO.  CATANIA, CD PIZZIGONI 24/10/2016 ore 16,30

In apertura di seduta una delegazione regionale dei docenti GAE infanzia ha ribadito con forza la richiesta urgente di immissioni in ruolo, considerata la loro esclusione dal contingente nazionale. Inoltre, ha aspramente criticato il CIR regionale Sicilia che di fatto li ha esclusi dagli incarichi annuali su sostegno senza titolo. Nel merito le segreterie si sono impegnate di segnalare le loro richieste al livello nazionale.  ORDINE DEL GIORNO VOTATO ALL’UNANIMITA’

Il Direttivo Unitario FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL – Catania, fa proprie le relazioni delle segreterie provinciali unitamente a quanto emerso dall’ampio, aperto ed articolato dibattito che ne è seguito.

Il direttivo unitario :

  • –  esprime forte preoccupazione per le numerose problematiche che attanagliano la scuola ed i lavoratori che di seguito in sintesi si elencano:> ricadute negative della legge 107 sui lavoratori e sulla Scuola
    > sostituzione del personale docente e ATA
    > aumento della conflittualità nelle scuole
    > “annullamento” delle prerogative degli organi collegiali da parte di molti DS > organici non adeguati alle reali esigenze delle scuole> problema sicurezza negli istituti
    > aumento della povertà e della disoccupazione
    > personale docente insufficiente per gli alunni diversamente abili > eccessiva burocratizzazione
  • –  esprime durissime critiche alla legge Fornero, che andrebbe ritirata, ed alla cosiddetta APE: non possono i lavoratori essere costretti a farsi un prestito ventennale con le banche a fronte di un diritto negato;
  • –  sul contratto chiede che venga coinvolta tutta la categoria e che prima di ogni decisione vi sia un consenso esplicito e formale degli iscritti; chiede inoltre con forza l’adeguamento stipendiale ai livelli europei; esprime un deciso no alla firma di contratti al ribasso; i diritti sanciti dal CCNL in vigore non vanno toccati;
  • –  chiede un reale aumento dei posti di tempo pieno alla primaria e di tempo prolungato alle medie sia per dare risposta ai bisogni formativi che per aumentare posti in organico;
  • –  è allarmato dai dati riguardo la scuola dell’infanzia : il tempo scuola “normale” di due docenti per classe di anno in anno vede una inarrestabile riduzione; la responsabilità è da addebitare agli enti locali, va esperita pertanto ogni azione tesa ad invertirne la rotta;
  • –  chiede la ripresa di azioni di lotta unitarie non procrastinabili di contrasto alla legge 107 che sta arrecando danni enormi alla categoria ed alla utenza;
  • –  invita le segreterie provinciali a dare “indicazioni” unitarie sulle contrattazioni di istituto, ed a continuare l’attività di formazione e di informazione alle RSU e Terminali Associativi;
  • –  prende atto che lo sciopero non è condiviso dalla categoria, quindi vanno ricercate altre azioni di contrasto e di lotta : rifiuto degli straordinari e delle attività aggiuntive ( sciopero bianco );
  • –  invita il sindacato tutto a ricercare con ogni mezzo un forte “alleanza” con la società civile, studenti e famiglie, per un’azione comune nell’interesse della scuola della Costituzione;
  • –  apprezza ed approva la proposta delle segreterie provinciali di (riprendere) un piano – capillare – di assemblee congiunte, per raggiungere il numero più alto possibile di lavoratori e di iscritti , per “informare” , “ascoltare” e favorire un “confronto” costruttivo.

    FLC CGIL CISL Scuola UIL Scuola SNALS Confsal:  DISTEFANO, DENARO, MAVICA, TEMPERA.

PRESENTATO IL PIANO NAZIONALE SULLA FORMAZIONE. INDIFFERIBILE RINNOVO DEL CONTRATTO.

INFORMATICONUIL. CT. 14 ottobre 2016
SCUOLA| E’ il rinnovo del contratto la sede giusta per affrontare questo tema
Presentato il piano nazionale sulla formazione
Uil: tutte le attività formative perdono di senso se l’autonomia professionale viene limitata, se la libertà viene contratta, se il giudizio personale viene imbavagliato.

La conferenza di presentazione del piano nazionale sulla formazione ha evidenziato alcuni punti salienti su cui da tempo la UIL scuola punta l’attenzione. 
I buoni insegnanti conoscono bene ciò che insegnano, spendono passione per coinvolgere gli studenti, sanno lavorare in team e collaborano con le altre scuole e con le famiglie.
Necessitano per questo di misure continue di sostegno per lo sviluppo professionale, che partendo dalla formazione iniziale prima, il reclutamento poi traguardi la valorizzazione del contributo di ognuno alla comunità professionale di appartenenza e attraverso questa alla comunità educante nel suo complesso. 
Tutte le attività formative perdono di senso se l’autonomia professionale viene limitata, se la libertà viene contratta, se il giudizio personale viene imbavagliato.
Lo hanno dimostrato a suon di slide e di interventi nella lingua di Albione, gli esperti internazionali tutti concordi nell’identificare nell’autonomia scolastica, nella carriera e nello sviluppo professionale le reali opportunità di crescita anche per migliorare i livelli di apprendimento degli studenti. 
Ci viene da notare però che proprio in concomitanza con l’attuazione dei principi generali della legge 107 questi valori risultino fortemente depauperati, l’obbligo viene scambiato con un numero di ore definito, da realizzarsi all’interno di una progettazione di ambito territoriale scolastico, che risponde ad una dimensione amministrativa e non culturale, caratterizzato da adempimenti burocratici, (registrazione degli sviluppi di processo, documentazione dei percorsi, rendicontazione sulle ricadute didattiche) che tolgono tempo e risorse proprio alla cura della relazione educativa, orientato verso l’esterno, rivolto ad agenzie formative che, nella nostra esperienza, non hanno garantito reali capacità di confronto con il mondo scolastico.
Per un’efficace formazione in servizio, bisogna tenere conto dei diritti dei lavoratori oltre che dei loro doveri, superare approcci ideologici, liberarli da fini diversi da quelli prettamente professionali, contrastare la demotivazione, quale risposta ad un obbligo freddamente calato dall’alto, che abbiamo conosciuto e già soppresso per gli esiti fallimentari.
La formazione imposta e decisa unilateralmente è solo uno spreco di risorse che servono solo ai relatori e, giammai ai fruitori.
La sede del rinnovo contrattuale che faccia sintesi di tutti gli elementi propri della professionalità e della specifica funzione professionale e’ quella più indicata; non può una legge intervenire a gamba tesa su tale materia prefigurando nuovi carichi di lavoro già pesanti.
Più interessante, e da ampliare, è la scommessa che delinei, attraverso la formazione una carriera professionale fondata sulla esperienza lavorativa e sulla formazione continua, da mettere a punto anche con un uso più saggio e funzionale dei finanziamenti disponibili.
Una seria ed attenta riflessione è necessaria, lasciando nel frattempo che la formazione venga regolamentata ancora secondo il principio della attività funzionale all’insegnamento, e del relativo monte ore annuo.

il Piano: http://www.slideshare.net/miursocial/piano-per-la-formazione-dei-docenti-il-documento
Le slide di sintesi: http://www.slideshare.net/miursocial/piano-per-la-formazione-dei-docenti-2016-2019piano-per-la-formazione-dei-docenti-il-documento-2-638piano-per-la-formazione-dei-docenti-2016-2019

Decollano i salari in tutta Europa. Solo l’Italia resta al palo.

ct 11.10.2016 h. 22.53

EURYDICE 2016: decollano i salari in tutta Europa. Solo l’Italia resta al palo.
Turi:  dare risorse e strumenti alla scuola
Uil: ci aspettiamo che il dialogo riavviato porti a risultati certi in termini di modifiche della legge 107 e al rinnovo del contratto.
Unici in Europa.  E’ rimasta solo la scuola italiana ad avere insegnanti con stipendi ancora fermi.
Di salari ‘frozen’, congelati , parla il rapporto Euryudice sulle retribuzioni del personale della scuola in Europa, che analizza i dati relativi al 2015-2016.
Il quadro di riferimento analizzato dal rapporto mostra un aumento del livello delle retribuzioni in 24 paesi, un livello stabile in 16 nazioni. Il fermo assoluto in Italia. Gli incrementi più significativi sono quelli  che riguardano la Germania dove è stata recuperata l’inflazione e dunque riportati gli stipendi al loro pieno potere d’acquisto.
Con un patto per i salari , nel 2015 in Danimarca, sono stati aumentati  gli stipendi della scuola e dei lavoratori pubblici.  In Spagna, la legge di bilancio del 2016 ha innalzato le retribuzioni dell’1%.
In Irlanda l’aumento è stato del 2,5%. In Portogallo  sono stati recuperati i tagli operati nel 2014.
Il rinnovo del contratto di lavoro per il personale della scuola appare quanto mai urgente  – mette in chiaro Pino Turi. Ci aspettiamo un contratto vero. Non un contratto per adesione, né tantomeno un contratto ponte.
La riunione di ieri sera tra sindacati e ministero, dà continuità agli impegni presi con il ministro.
Il prossimo incontro è fissato per il 2 novembre per discutere di organici, mobilità, individuazione per competenze (bilancio e prospettive), prospettive del rinnovo del contratto.
Positivo che si sia parlato di adeguamento dell’organico di diritto e di fatto per 25 mila posti che consentiranno stabilità e possibilità di trasferimenti ulteriori.
L’introduzione degli assistenti tecnici nel primo ciclo di istruzione  e un  piano di assunzioni per  il personale Ata – spiega Turi – sono da valutare positivamente.
Quel che proprio lascia dubbi e perplessità è la rimodulazione finanziaria per l’attivazione delle nove deleghe della legge 107; questo perché – chiarisce Turi – vanno prima discusse,  confrontate ed  introdotte le modifiche alla legge, solo dopo si può affrontare e di conseguenza rimodularle  e renderle coerenti con le deleghe aperte.
A questo proposito – aggiunge Turi – non può che essere  la sede contrattuale quella destinata a risolvere le rigidità e gli errori della legge. Ci aspettiamo nella legge Finanziaria risorse adeguate che – mette in chiaro Turi – non possono essere quelle annunciate in questi giorni. Metà dei lavoratori pubblici è nel comparto della scuola, università e ricerca.
Il dato europeo ci mostra impietoso che persino la Grecia ha ricominciato ad aumentare gli stipendi del personale.  La scuola italiana non può vivere in questa contraddizione: sarebbe il caso di far ripartire gli aumenti di stipendi anche da noi. 

s.m.

eurydice

il-quadro-europeo-dei-salari

 

DOMANI INCONTRO MINISTRO GIANNINI – SINDACATI SCUOLA | Uil: trasferimenti, legge 107, professionalità e contratto

03 OTTOBRE 2016 

Uil: trasferimenti, legge 107, professionalità e contratto

DOMANI INCONTRO MINISTRO GIANNINI – SINDACATI SCUOLA 

Turi: Le soluzioni si trovano nella misura in cui c’è la volontà politica di trovarle. Valuteremo la volontà del Governo di (ri)comporre una frattura con il personale della scuola indotta da una legge involutiva, divisiva, scritta male e attuata peggio.

 

Trasferimenti: errori e ingiustizie 
La prima cosa che chiederemo al Ministro dell’Istruzione è che vengano rifatti tutti i trasferimenti della mobilità perché ci sono troppe ingiustizie. Vanno ripristinate le posizioni giuridiche di ogni persona. Ovviamente ciò “ora per allora”. L’anno scolastico per noi è sacro, le famiglie hanno diritto ad avere certezze. Ormai è partito così e non si tocca. Non lo facciamo per spostare le persone in corso d’anno ma per ripristinare la situazione giuridica di ognuno per l’anno prossimo. Così si restituisce il diritto a chi ce l’ha. Non abbiamo mai pensato di spostare gli alunni, ma di garantire i diritti ed eliminare le ingiustizie senza il ricorso ai Giudici. La magistratura non può essere chiamata a gestire una simile fase, è compito del Governo. Vedremo se c’è la volontà politica di ripristinare i diritti delle persone.

Legge 107: una involuzione normativa che riporta la scuola indietro di 20 anni; scritta male e attuata peggio
Dopo la lettera inviata, dai sindacati scuola, al Presidente della Repubblica, l’incontro di domani è il primo momento di verifica della vera volontà politica del Governo di riaprire relazioni sindacali positive e rimediare ai guasti e agli errori della legge 107, una legge involutiva, scritta male e attuata peggio. Irrealizzabile. Ora c’è la possibilità del Governo di ricucire con il mondo della scuola una frattura profonda. Le soluzioni si trovano se c’è la volontà politica di farlo. Noi non chiediamo una modifica della legge: a quello ci penserà il Parlamento, ma di spostare sulla contrattazione le materie che la 107 le ha sottratto, in questo modo riportiamo al centro il lavoro delle persone e la vera autonomia scolastica, quella della partecipazione e della responsabilità, non quella gerarchica ed autoritaria della legge.

Bonus premiale, chiamata diretta docenti, valutazione docenti e dirigenti, formazione, valorizzazione del personale docente ed ATA: sono tutte materie di contrattazioneChiederemo di discuterle e negoziarle nell’ambito del rinnovo del contratto.
Gli effetti concreti delle disposizioni di legge specie quelle che riguardano gli insegnanti e la loro assegnazione alle scuole stanno facendo registrare caos e preoccupazione. Un meccanismo che mostra non solo tutti i suoi limiti ma concretamente l’impossibilità di realizzazione. Cattedre vuote, aumento dei supplenti , materie assegnate arbitrariamente: è il risultato di una programmazione a tavolino che non rispetta le scuole e la loro autonomia e non considera il mondo reale delle scuole. Professionalità e valutazione: è il contratto lo strumento più adatto per trovare soluzioni flessibili. Questa legge, per molti aspetti, mette in atto un’invasione di campo nelle materie contrattuali. La Uil Scuola chiederà al ministro che vengano riportate nell’alveo del contratto, tutte le materie inerenti ad esso. Le norme contrattuali hanno forza di legge. Il contratto è un elemento flessibile perché si può adeguare alla realtà. La legge 107 è, invece, rigida, non guarda alla realtà. Gli effetti sono evidenti. Il contratto è universale, riguarda tutti i lavoratori e non dimentica nessuno.

Reclutamento e posizione giuridica di tanti docenti
Restano irrisolte le questioni relative al reclutamento e alla posizione giuridica di tanti docenti, sia inseriti nelle GAE che fuori dalle stesse che vanno risolte e che la 107 non ha fatto. Sono argomenti coperti da riserva di legge che dovranno essere oggetto di un provvedimento legislativo e riguardano molti docenti rimasti fuori dalla legge 107 (non stabilizzati) che anche quest’anno garantiranno l’apertura delle scuole. Hanno diritto di sapere il quadro giuridico con cui si dovranno confrontare.

Va poi programmato un piano, anche pluriennale, che dia certezze e prospettive, insieme con un nuovo sistema per definire i bisogni organici delle scuole autonome e l’eliminazione del divieto, inattuabile, di assegnazione degli incarichi oltre i 36 mesi.

scheda-valutazione-dirigenti.

2 ottobre 2016

Preg.mi Signori Dirigenti Scolastici
In uno, in allegato alla presente, mi pregio Inviare la SK. elaborata dalla UilScuola sull’argomento in oggetto.
Tralascio ogni mio commento, se lo facessi sarebbe devastante non solo poiché di parte per il magistero che svolgo ma sopratutto da persona di scuola, che ha vissuto la vera scuola, che ha profuso impegno e professionalità che di contro molto ha avuto ma anche come libero cittadino, mente pensante, padre, nonno. 
Proprio così la rabbia condita da tanta preoccupazione scatta nell’immaginare gli scenari che verranno e nel constatare ed avere conferma che chi ci “”governa”” che sta conquistando il potere assoluto, attesa la totale assenza di confronto democratico, ci considera non “”cittadini”” ma numeri ovvero sudditi da gestire e comandare in applicazione del disegno che l’istruzione pubblica è stata declassata ad attività economica ed invero spesa improduttiva e non più sostenibile. E’ pronta la privatizzazione.!!!
Prepariamoci allo smantellamento, prima però sono certo che non potranno farlo, Governo e Miur, impunemente se restiamo uniti e faremo sentire ragioni e occorrendo azioni.
Chiedo venia per lo sfogo. stop-
L’occasione mi è gradita per salutarVi con sempre maggiore stima, rispetto e sincera amicizia.
buon lavoro.
p.s.
Per  eventuali commenti e riscontri da parte Vostra,  sarà mia premura girarli alla segreteria nazionale e alla responsabile nazionale dell’Area V, Rosa Cirillo nonché al ns dirigente scolastico designato  per la Sicilia orientale Giuseppe Finocchiaro.

salvo mavica, segretario generale territoriale Uil Scuola Catania

scheda-valutazione-dirigenti

LA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI: Pronte le linee guida

30 SETTEMBRE 2016 

Pronte le linee guida

LA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI 

Uil: Siamo contrari all’intera impostazione. E’ un’idea di dirigenza che non è la nostra.

Siamo contrari su tutta la valutazione così come è impostata, non solo sul questionario.
Troppa burocrazia che cozza con la scuola dell’autonomia.  Una valutazione eterodiretta che dovrebbe essere ricondotta all’interno della scuola.  In questo modo si valuta il burocrate non il dirigente scolastico. E’ un’idea di dirigenza che non è la nostra.

Questa la posizione della Uil Scuola sintetizzata dal segretario generale, Pino Turi,  dopo la pubblicazione delle Linee Guida per l’attuazione della direttiva sulla valutazione dei dirigenti scolastici. >>> segue nel link

AT DI CATANIA: Scuola Secondaria di II Grado. Disponibilità iniziale posti comuni per le operazioni di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. A.S. 2016/2017

28 SETTEMBRE 2016

AT DI CATANIA: Scuola Secondaria di II Grado. Disponibilità iniziale posti comuni per le operazioni di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. A.S. 2016/2017

Scuola Secondaria di II Grado.
Disponibilità iniziale posti comuni per le operazioni di utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. A.S. 2016/2017

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AT DI CATANIA: Scuola Primaria. Movimenti annuali relativi alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali su posto comune. A.S. 2016/2017

28 SETTEMBRE 2016

AT DI CATANIA: Scuola Primaria. Movimenti annuali relativi alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali su posto comune. A.S. 2016/2017

Scuola Primaria.
Pubblicazione movimenti annuali relativi alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie provinciali e interprovinciali su posto comune. A.S. 2016/2017

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AT DI CATANIA: Assegnazione di sede a seguito di conciliazione. Docenti di scuola Primaria e Secondaria di I grado – A.S. 2016/2017. Rettifiche

28 SETTEMBRE 2016

AT DI CATANIA: Assegnazione di sede a seguito di conciliazione. Docenti di scuola Primaria e Secondaria di I grado – A.S. 2016/2017. Rettifiche

Assegnazione di sede a seguito di conciliazione. Docenti di scuola Primaria e Secondaria di I grado – A.S. 2016/2017.
Rettifiche

Allegati:
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CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL’ANNO SCOLASTICO: Lettera aperta al Presidente della Repubblica

28 SETTEMBRE 2016 

Lettera aperta al Presidente della Repubblica

CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL’ANNO SCOLASTICO 

Uil Scuola, Flc Cgil, Cisl Scuola e Snals Confsal, in occasione della cerimonia di apertura dell’anno scolastico che si svolgerà a Sondrio, sabato 30 settembre, scrivono al Presidente Sergio Mattarella.

 

( …) Come organizzazioni rappresentative del mondo del lavoro scolastico –  si legge nel testo della lettera inviata oggi al Capo dello Stato – sentiamo il dovere di riproporre all’attenzione della pubblica opinione, e in questa particolare circostanza a quella del Capo dello Stato, le più acute criticità su cui occorre intervenire, frutto di scelte del Governo in materia di politica scolastica assai controverse e discutibili.

Tali scelte, che non hanno posto efficace rimedio ai danni causati dal taglio di risorse cui per anni la scuola italiana è stata sottoposta (taglio evidenziato nei giorni scorsi dall’ultimo rapporto OCSE), stanno comportando ora, a causa di una cattiva gestione di precisi accordi contrattuali,  anche la violazione di diritti delle persone, che è doveroso ripristinare pena il venir meno della certezza del diritto proprio nell’ambito di un sistema che ha per finalità la formazione e l’educazione delle giovani generazioni.

Organico dell’autonomia

27 SETTEMBRE 2016 

Organico dell’autonomia

Con il nuovo anno scolastico entra in vigore a pieno regime l’organico dell’autonomia, previsto dalla legge 107 e finora applicato in forma transitoria nell’anno scolastico 2015-2016.

La messa a regime, che avrebbe potuto costituire un’occasione vera per la scuola pubblica di rispondere concretamente alle esigenze formative espresse  dai   diversi territori, rischia di trasformarsi, come evidenziato dalla UIL,  in uno strumento a potenzialità limitata a causa di una interpretazione burocratica e centralistica, impigliata in lacci e laccioli, che inibisce la valorizzazione professionale dei docenti, da considerarsi, insieme al personale ATA, quali uniche risorse certe del nostro sistema di istruzione.

Nei link le schede di approfondimento su questo tema

PROPONIAMO L’ARTICOLO DI PINO TURI INVIATO ALLA STAMPA

IL MINISTERO E’ IN CONFUSIONE. 
LA SCUOLA? NON ANCORA!
Di Pino Turi
 Segretario generale Uil Scuola
Tra algoritmi, trasferimenti sbagliati, errori macroscopici, sono iniziate le lezioni nelle scuole e già si svolge quotidianamente quello che possiamo definire un «quid», quel momento magico in cui il docente deve stabilire un’efficace relazione con l’alunno che si chiami Giuseppe, Anna, piuttosto che Abdul o Karima, senza il quale ogni tentativo di insegnamento è destinato a fallire.
E’ questo l’elemento essenziale, il cuore della scuola, tutto il resto è necessario nella misura in cui la stessa è ben organizzata: un numero adeguato di studenti per classe, servizi di mensa ben funzionanti, segreterie efficienti. Una organizzazione complessa la cui dinamicità è certamente utile ed incide positivamente sull’economia generale dell’istruzione.
In ulteriore sintesi: quello che definisce la scuola stessa come funzione specifica dello Stato. Scuole ben organizzate sono alla base di ogni buon apprendimento.
Un banale incipit che questo nuovo anno scolastico impone: una valutazione sui risultati di una riforma fortemente voluta dal Governo, che non esitiamo a ritenere sbagliata e, per molti versi, dannosa.
Siamo ad un anno dalla sua approvazione: agli inizi si poteva trattare di un pregiudizio iniziale di natura sindacale e corporativa, più volte enfatizzata dal Ministro e da determinate forze politiche di maggioranza, che ci hanno spiegato che quel giudizio o pregiudizio sarebbe venuto meno nel momento in cui una buona comunicazione avrebbe analizzato la riforma nel merito (non avevamo capito insomma! ). Quando tutto sarebbe apparso ben chiaro, anche a noi , avremmo visto una riforma condivisa ed apprezzata da tutti.
La comunicazione c’è stata ed è stata massiccia, decine e decine di comunicati stampa, slides molto curate hanno esaltato il merito di una riforma epocale, sempre meno compresa e, soprattutto, apprezzata dal personale della scuola che, man mano che l’ha conosciuta e anche sperimentata, ha aumentato e sviluppato un’avversione, presto trasformatasi in una vera e propria opposizione. Particolare non trascurabile, considerato che chi lavora a scuola non solo la conosce, ma la deve fare anche funzionare. E bene.
Di vero c’è che la campagna, autentica propaganda, è stata orientata più sull’opinione pubblica che sul personale della scuola trattato, il più delle volte, come problema e non certo come risorsa.
E’ come se, su un transatlantico, si cercasse il consenso dei passeggeri, anche contro quello di chi quella nave deve governare e condurre in porto, magari con il compiacimento solo del capitano e dei suoi collaboratori. E’ facile pensare che quella nave non avrà una navigazione certa e sicura. Fuor di metafora, è ciò che sta capitando alla scuola e i fatti che ce lo dicono: 
il Ministero è allo sbando.
E se la scuola ancora regge lo fa grazie all’impegno del personale che, come abbiamo già detto, svolge la sua funzione, va in classe e adempie con abnegazione a quello che più che un lavoro è una vera e propria missione, ma non sappiamo per quanto tempo ancora.
La riforma della ‘Buona Scuola’ ha, in sostanza, toccato ed interessato più da vicino solo il 15% dei docenti in servizio. Il resto, anche grazie all’accordo sulla mobilità sottoscritto con i sindacati, è rimasto titolare della propria scuola ancora per questo anno scolastico.
La scuola, dunque, anche se fatica non è allo sbando.
Le risorse interne alla scuola dell’autonomia – insegnanti e personale tutto – ne garantiscono il funzionamento, superando le contraddizioni e il peso condizionante di una riforma sbagliata, qual è quella in atto.
Quello che, invece, è fuori controllo, è il sistema messo in piedi dal Ministero che non riesce a gestire il personale nella fase applicativa, una piccola ma significativa parte di insegnati che si sono trovati alle prese con il caos e la burocrazia: concorsi, nomine e uffici territoriali in balia di norme inapplicabili
Ma andiamo con ordine.
Trasferimenti del personale 
L’algoritmo non ha funzionato e dai documenti ricevuti (incompleti e parziali) già si rilevano errori grossolani. La riprova è data dal numero delle conciliazioni proposte: 3 mila quelle concluse, 2 mila quelle non accolte. Intere categorie di personale che hanno chiesto il trasferimento, ad esempio tutti i docenti della scuola secondaria di secondo grado, i neo assunti, i vincitori di concorso, non sono stati ammessi alla procedura. Questo non perché fosse tutto a posto, ma perché i posti su cui effettuare le conciliazioni erano pochi ed insufficienti per tutti. La conciliazione, come largamente previsto, è stata un flop e ha creato ulteriori ingiustizie, in alcuni casi si sono verificate situazioni inspiegabili, al limite dell’abuso d’ufficio. Da tutto ciò prendiamo le distanze per un procedimento che, sotto il termine ‘conciliazione’, cela un vero e proprio provvedimento di autotutela. 
Stiamo chiedendo spiegazioni scritte e formali, ma, ad oggi, sono rimaste senza risposta.
I concorsi
Partiti con ritardo e con la pretesa della novità, propagandati come una selezione moderna, capace di selezionare i migliori, fare presto e bene con commissari dotati di esperienze e curricula di rilievo, con strumenti altrettanto moderni computer based, quesiti a risposta chiusa, a risposta aperta, anche in lingua straniera, il tutto per verificare il grado di competenze degli aspiranti.
I risultati? Un disastro. Concorsi non conclusi, commissioni fatte e rifatte, bocciature eccessive e fuori logica, ricorsi e contro ricorsi che non sono arrivati ancora al giudizio finale e che possono essere annullati anche per vizi di forma.
Assunzioni di personale
Condizionati dai flop dei trasferimenti e dai concorsi. Saranno ancora una volta i supplenti a farsi carico dell’apertura e della chiusura delle lezioni.
Le novità della riforma
Riguardano sostanzialmente i rapporti giuridici interni (le competenze dei docenti, dei dirigenti, degli organi collegiali), gli aspetti didattici e della gestione. La conseguenza, in assenza di modifiche, sarà lo spostamento dalla didattica alla gestione, una specie di tecnocrazia di tipo aziendalistico che male si sposa con l’esistente e a cui sin qui abbiamo fatto riferimento.
In buona sostanza si definisce per legge ciò che è materia di contrattazione: la chiamata diretta, Il bonus premiale, la valutazione. Tutti aspetti che provocano un condizionamento inaccettabile per una professione che deve poter fondarsi sulla garanzia di libertà e di indipendenza professionale.
Il combinato disposto di tutti questi elementi indica con chiarezza che la legge della ‘Buona scuola’ è solo tale per chi l’ha scritta e pensata, ma non è assolutamente aderente alla realtà ed a i bisogni del Paese: un fallimento annunciato.
Nell’incontro con il Ministro chiederemo il rifacimento delle operazioni per ripristinare le posizioni giuridiche di ognuno. Chi doveva spostarsi dovrà farlo, chi attendeva un posto per l’immissione in ruolo (concorso e/o Gae) dovrà averlo anche con provvedimenti con efficacia ex nunc, e, poi, modifiche normative della legge 107: bonus docenti, chiamata diretta, sistema di valutazione.
L’occasione della riapertura del contratto deve rappresentare la sede per farlo. Per questi motivi ogni ipotesi di contratto ponte che non affrontasse i temi normativi, insieme a quelli economici, non può che essere rigettata fermamente e portare ad iniziative di mobilitazione forti e decise.
Un’ultima valutazione: per la prima volta, dopo tanti anni, il Governo ha iniziato a invertire la tendenza radicata nel ventennio precedente investendo (ancora troppo poco) nei settori della Scuola, della ricerca e della formazione. Con quali risultati?
Tassi di abbandono e di dispersione in crescita nel segmento dell’obbligo, numero di laureati ai minimi storici, disoccupazione giovanile al top nei Paesi UE, obiettivi ormai irraggiungibili.
La Buona Scuola? Un anno per progettarla, uno per rodarla, un altro per modificarla e renderla utile al Paese, aggiungiamo noi.

Fissato l’incontro ministro-sindacati: Apertura anno scolastico e legge 107 i temi della riunione al Miur

23 SETTEMBRE 2016 

Fissato l’incontro ministro-sindacati

MARTEDÌ 4 OTTOBRE

Apertura anno scolastico e legge 107 i temi della riunione al Miur

E’ fissato per martedì 4 ottobre alle ore 15.00 al Miur l’incontro tra il ministro Giannini e il sindacati scuola, richiesto unitariamente da Cgil, Cisl, Uil e Snals.

Apertura dell’anno scolastico e  «evoluzione del sistema dell’istruzione successivamente all’entrata in vigore della legge n. 107 del 2015» – si legge nella nota di convocazione – sono i temi centrali dell’incontro.

E’ un fatto positivo che ci sia da parte del ministro la volontà di confrontarsi – spiega Pino Turi – che sottolinea come la convocazione sia arrivata tardi ma ancora in tempo trovare soluzioni agli errori della legge ed evitare le involuzioni del sistema.

Saremo molto seri, non c’è tempo da perdere tempo e vanno trovate soluzioni concrete per dare garanzie a tutto il personale, trasparenza e certezza di diritti. I nodi irrisolti della legge sono quelli legati alla gestione politica delle decisioni, poi, in sede tecnica si trovano le soluzioni specifiche ai problemi.

L’incontro sarà anche la sede  per verificare la volontà politica di aprire il negoziato per il rinnovo del contratto scuola – ricorda Turi.
Molte delle materie in discussione infatti,  insieme all’evidente necessità di  recuperare risorse da destinare all’adeguamento degli stipendi del personale fermi da anni,  possono – e  dovrebbero, rilancia Turi –  rientrare nella competenza negoziale.

36 mesi e supplenze: il calcolo deve decorrere da settembre 2016

INFORMATICONUIL . 21 settembre 2016. h. 21.39
36 mesi e supplenze: il calcolo si fa da settembre 2016

Giusta la richiesta della Uil. Il ministro risponde in audizione e precisa la non retroattività della legge. Ci dà ragione ma il problema così è solo rinviato. Scoppierà tra due anni. E’ la norma che va cambiata perché inapplicabile.

Nel corso di un’audizione parlamentare il ministro ha precisato che il calcolo dei 36 mesi per il conferimento delle supplenze partirà dal 1° settembre di quest’anno. Una precisazione giunta dopo che la Uil Scuola aveva inoltrato una lettera con la richiesta di chiarimenti rispetto alla retroattività della legge.
Con la presente  [si legge nella lettera inviata al Miur nei giorni scorsi – il testo integrale qui: http://www.uil.it/uilscuola/node/4704 la Uil scuola reitera la richiesta per chiarire in modo definitivo che la norma non ha effetti retroattivi : il conteggio dei 36 mesi decorre dal 1 settembre 2016 e non prevede, nessun conteggio di servizi pregressi. 
Resta da definire, in sede politica, la modifica del comma 131, ovvero la sua concreta applicazione, considerato che è implicito che il personale che  totalizza i 36 mesi di contratti a decorrere dal 1.09.2016, ha  diritto alla stabilizzazione e non alla penalizzazione.
Si tratta di una precisazione utile ma non risolutiva – secondo la Uil – perché in mancanza di un provvedimento che disciplini complessivamente la materia – il problema del calcolo dei 36 mesi e dell’affidamento delle supplenze si ripresenterà in tutta la sua gravità. E’ la norma che va cambiata perché inapplicabile.

s.m./segr.

Sui numeri il ministro sbaglia i calcoli. ALGORITMO SBAGLIATO QUANTO DIABOLICO

Sui numeri il ministro sbaglia i calcoli.

100 mila prof si sono spostati con un algoritmo sbagliato

Su 30 mila insegnanti delle elementari e delle medie: il Miur ammette almeno 5 mila errori (il 16,7%) Turi: fosse anche uno solo, quell’insegnate si trova nel posto sbagliato e bisogna rifare le procedure  In risposta ad una interrogazione parlamentare il ministro Giannini continua a tirare fuori numeri che non corrispondono alla realtà. Mette insieme totali (207.000 procedure di mobilità) e percentuali (2,5% di rettifiche) difformi tra loro. Varrebbe la pena – spiegano alla Uil Scuola – rimettere in fila i numeri:

  • a chiedere il trasferimento quest’anno è stato un insegnante su 4 (207 mila su oltre 800 mila)  il trasferimento di metà di questi insegnanti (1 su 8) è andato a buon fine (sulla stessa provincia);
  • l’altra metà, circa 110 mila professori, sono stati trasferiti con l’algoritmo sbagliato (su altra provincia);
  • per due terzi di questi insegnanti il ministero non ha provveduto a verificare al fondatezza del sistema;
  • per un terzo gli errori sono stati tanti e tali che il ministero ha dovuto ammettere gli errori;
  • sono 30 mila gli insegnanti di scuola primaria e di primo grado che hanno chiesto il trasferimento;
  • tra questi il Ministero ha ammesso almeno 5 mila errori;
  • 16, 7% degli insegnanti della scuola primaria e di primo grado stanno sicuramente nel posto sbagliato.
  • Non si tratta quindi di errori fisiologici – chiarisce Turi – è il sistema che è stato adottato, e le successive decisioni assunte per cercare di rimediare alla serie di errori che hanno prodotto situazioni di vero disagio.

Tra quanti hanno chiesto di trasferirsi ci sono quasi due maestre su dieci che hanno avuto una sede sbagliata.

La percentuale ministro – aggiunge il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi – non è il 2,5% calcolata sul totale.

Il suo ministero ha certificato 5 mila errori su 30 mila domande. la percentuale che ne viene fuori non è per niente esaltante: 16,7%

In situazioni come questa  – secondo la Uil scuola – anche un solo caso merita il rifacimento dei trasferimenti.  Ne va la credibilità stessa delle istituzioni.