04 FEBBRAIO 2016
AT DI CATANIA: Componenti esterni del comitato di valutazione – Legge 107/2015 art. 1 comma 129
Componenti esterni del comitato di valutazione – Legge 107/2015 art. 1 comma 129
Allegati:
Componenti esterni del comitato di valutazione – Legge 107/2015 art. 1 comma 129
Allegati:
L’intesa ha permesso di aprire una finestra di dialogo con il ministero per mettere a punto un contratto che offra più diritti a tutto il personale – questo uno dei passaggi della relazione di Pino Turi durante l’Esecutivo Uil Scuola che si è svolto questa mattina a Roma che ha approvato l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi.
L’elemento che caratterizza questa intesa è l’aver piegato la rigidità della legge rispetto ai diritti e alle aspettative dei docenti che hanno già una sede di titolarità nella singola scuola e con questo accordo la manterranno così come elementi più favorevoli sono stati riconosciuti anche ai docenti neo immessi in ruolo. Risultato non scontato e propedeutico all’avvio della trattativa contrattuale.
Contratto che si va delineando in questi giorni e che è ancora tutto da negoziare.
Si tratta – ha aggiunto il segretario generale della Uil scuola – di una sequenza contrattuale che servirà anche a definire criteri e modalità di assegnazione alle scuole dei docenti titolari di ambito che, a nostro parere, devono rispettare pluralismo culturale e libertà di insegnamento.
I vantaggi per i lavoratori si valuteranno solo alla fine alla stipula del contratto quando si potrà effettuare una chiara comparazione tra ciò prescrive la legge 107 e quello che prevede il contratto integrativo.
Rimane ferma la questione della chiamata diretta che ci trova nettamente contrari.
Le questioni ancora aperte legate al prossimo concorso che il ministero intende bandire a breve sono state al centro dell’incontro che si è svolto al Miur con le organizzazioni sindacali. Concorso finalizzato ad assumere un numero non ancora formalizzato di docenti nei prossimi tre anni, già annunciato come imminente e che dovrebbe rappresentare il sistema di “reclutamento ordinario “. Il confronto si è concentrato sulle incongruenze che tale procedura presenta.
Le prove di esame con due domande in lingua straniera
Per la Uil scuola sono una inaccettabile discriminazione verso coloro che nella loro vita professionale o nei percorsi formativi non si sono mai visti chiedere un tale requisito. Il concorso deve dare pari opportunità ai concorrenti e se l’amministrazione come è giusto che sia, vuole privilegiare l’assunzione di docenti in possesso di abilità linguistiche particolari (B2), lo può fare, inserendo l’esame in lingua straniera come prova facoltativa a cui assegnare uno specifico punteggio.
Per la UIL le regole non possono essere cambiate in corso d’opera.
Concorso e precari: mancano gli elementi di raccordo
Appare totalmente mancante un provvedimento di raccordo tra l’imminente fase concorsuale e la soluzione ai problemi di tanti precari ancora inseriti nelle graduatorie ad esaurimento a cui si possono ad esempio riservare i circa 6000 posti vacanti residuati dalla fase C.
Vanno inoltre risolte le posizioni dei docenti che con più di 3 anni di servizio alle spalle, a cui, a fronte del riconoscimento del lavoro svolto nella scuola sancito dalla 107, si risponde con l’esclusione.
Per la Uil Scuola si potrebbe adottare, pur all’interno del concorso una procedura semplificata di selezione, la sola prova orale che sarebbe sufficiente a riconoscere impegno e professionalità già ampiamente dimostrate sul campo.
Vanno ugualmente salvaguardate le posizioni degli insegnanti di scuola dell’infanzia che pur con tutti i requisiti, esclusi dalla fase C, vengono nuovamente costretti a concorrere senza alcuna garanzia di valorizzazione dei requisiti finora maturati.
La scelta di escludere i non abilitati non tiene conto della impossibilità a conseguire le abilitazioni per la mancata attivazione dei PAS da parte del MIUR, soprattutto in riferimento agli insegnamenti tecnico pratici.
Concorso e riconoscimento del lavoro: 10 anni di lavoro valgono come un master?
Il riconoscimento del lavoro è ciò che manca nelle scelte fin qui effettuate a favore di un finto merito.
Due esempi:
– equiparare 10 anni di lavoro svolto al servizio dello stato e dei giovani con un master universitario;
– valutare pari a zero i punteggi conclusivi dei percorsi di abilitazione inferiori a 75 e 2,50 ai punteggi dello stesso genere se non dichiarati.
Queste scelte secondo la UIL vanno cambiate perché rappresentano delle vere assurdità.
Allo stessa stregua va considerato il principio che un bravo insegnante abilitato e con almeno cinque anni di anzianità di servizio non sia più in grado di giudicare l’idoneità all’insegnamento di un aspirante collega se non è in possesso anche di un qualsiasi dottorato di ricerca o di un master universitario. Anche in questo caso, come nei comitati di valutazione per il merito, si manifesta il convincimento che un insegnante non sappia riconoscere il valore di un collega. Altrettanto grave per la UIL l’esclusione dall’incarico dei docenti assunti da graduatorie di concorsi per titoli.
Le incongruenze del bando: chi fa sindacato non può essere commissario
L’incompatibilità tra l’incarico di commissario e lo svolgimento della funzione di rappresentanza elettiva dei lavoratori delle RSU intende colpire esplicitamente l’impegno nel sindacato. Tra titoli aggiuntivi, incompatibilità, esclusioni e retribuzioni irrisorie, c’è da chiedersi se sarà mai trovato un numero sufficiente di commissari.
Tempi incerti per il bando
Queste sono solo alcune delle incongruenze che la UIL ha rilevato nella presentazione dei decreti necessari alla predisposizione del bando. Molte altre se ne possono riscontrare nelle pieghe di una burocrazia che ha rifuggito fin qui ogni confronto.
I tempi del concorso sono ancora incerti: la UIL a fronte di una mancata presentazione da parte dell’amministrazione ha chiesto di conoscere i dati dettagliati sui posti messi a bando e la loro dislocazione sul territorio nazionale. Ad esempio, la tabella A relativa alle materie di esame, ancora in fase di elaborazione da parte dell’Ufficio legislativo ed il decreto definitivo di riordino delle classi di concorso la cui data di pubblicazione è sconosciuta ai più.
Concorso come unico strumento di reclutamento
Per la UIL il concorso deve tornare ad essere l’unico strumento di reclutamento, capace di evitare il riformarsi continuo di altro precariato, le scelte a ciò correlate vanno effettuate in modo ponderato, esercitando al più presto la delega assegnata dal comma 181 al Governo in materia di reclutamento.
Nel frattempo occorre stabilire regole chiare e trasparenti per i candidati nel rispetto delle loro legittime aspettative, tempi adeguati ad una seria preparazione, riconoscimento di diritti acquisiti, procedure selettive coerenti con i titoli ed i profili professionali di inquadramento, condizioni migliori per affrontare percorsi complessi ed insidiosi, che incidono sulla vita personale e familiare di centinaia di migliaia di persone.
I rappresentanti dell’amministrazione non hanno fornito alcuna risposta alle osservazioni presentate né hanno fornito una data per il prossimo incontro.
All’incontro ha partecipato Noemi Ranieri
Abbiamo sottoscritto un’intesa che rappresenta un passo avanti nella tutela dei diritti di coloro che vorranno muoversi verso una sede diversa dall’attuale e non perdere la titolarità di scuola – spiega il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi all’indomani della firma dell’accordo sindacati Miur sulla mobilità.
Un risultato affatto scontato – sottolinea Turi – perché abbiamo dovuto porre rimedio alle tante incongruenze previste dalla legge. E’ stato rimosso un vincolo ideologico presente nella legge 107, per cui tutti coloro che si spostano devono perdere la titolarità di scuola per quella di ambito, sia nella fase provinciale che in quella interprovinciale.
E’ stato messo in chiaro che il contratto integrativo definisce i criteri per i trasferimenti territoriali e professionali e non entra nel merito della scelta dei docenti da parte del dirigente scolastico che vede la nostra netta contrarietà e l’impegno per cambiare la legge, in questa parte inaccettabile.
L’accordo di ieri piega la rigidità della legge rispetto ai diritti e alle aspettative dei docenti che hanno già una sede di titolarità nella singola scuola e con questo accordo la manterranno.
Ogni contratto prevede una mediazione ed uno scambio – aggiunge Turi – che in questo caso è stato spostato su tutti i docenti sia nella fase provinciale che in quella interprovinciale, chi ha una sede non la perderà per effetto del trasferimento, sia per coloro che sono stati assunti nel piano straordinario e vedono situazioni migliorative rispetto a quelle previste dalla stessa legge 107.
L’accordo prevede anche un’apposita sequenza contrattuale che rappresenta una finestra di dialogo con il Governo per definire criteri e modalità di assegnazione alle scuole dei docenti titolari di ambito che, a nostro parere, devono rispettare pluralismo culturale e libertà di insegnamento.
Nei prossimi giorni convocheremo gli organismi sindacali per la valutazione dell’accordo che deve essere trasformato in un organico articolato contrattuale.
I vantaggi per i lavoratori si valuteranno solo alla fine alla stipula del contratto quando si potrà effettuare una chiara comparazione tra ciò prescrive la legge 107 e quello che prevede il contratto integrativo.
martedì, 26 gennaio 2015
Emendamenti nel Mille Proroghe: si cercano soluzioni alle incongruenze della Legge 107 Turi: il concorso in lingua straniera è una disparità di trattamento Giusto l’emendamento per gli insegnanti della scuola dell’infanzia rimasti fuori dalle immissioni in ruolo, ma con certezze e senza condizionamenti. Si proceda con misure di equità anche per gli insegnanti abilitati con tre anni di servizio.
Il Mille Proroghe si veste di scuola: gli atti parlamentari mostrano, nero su bianco, la ricerca legislativa di soluzioni ponte per arginare situazioni di assoluta iniquità, frutto della legge 107, approvata senza un’attenta valutazione delle conseguenza pratiche. Nell’assoluto silenzio ministeriale.
E’ sicuramente apprezzabile che si cerchi di porre rimedio ad ingiustizie belle e buone: è il caso di tutti gli idonei al concorso per le scuole dell’infanzia, unici a non essere messi in ruolo con il piano di assunzioni straordinario, pur avendo una situazione giuridica ed una aspettativa totalmente simile a chi, invece, oggi e già di ruolo per effetto dell’idoneità al concorso.
Resta il fatto che mentre si mira a recuperare una situazioni di oggettiva disparità [emendamento AC 3513] dall’altro – mette in evidenza Pino Turi, segretario generale della Uil scuola – si ignora la condizione degli insegnanti abilitati inseriti nelle graduatorie di seconda fascia di istituto per i quali si profila l’unica via del concorso.
Si tratta di docenti a cui lo Stato ha riconosciuto l’abilitazione all’insegnamento e la Corte di Giustizia europea, per molti di loro che hanno già tre anni di servizio, ha riconosciuto il diritto alla stabilizzazione.
Ciò dovrebbe indurre il ministro ad una seria riflessione circa il bisogno di una fase di transizione tra il vecchio ed il nuovo sistema di reclutamento, la cui delega è in mano al Governo. Governo che con l’indizione del concorso sta aprendo una via (attendiamo una convocazione in merito) che si presenta confusa ed incerta, una sorta di mix tra vecchio e nuovo che meriterebbe, invece, una composizione omogenea dei diversi interessi degli aspiranti stessi.
Assegnare al concorso il sistema di “reclutamento ordinario “ significa anche dare uguali opportunità a tutti. Si pensi, allora, ad un provvedimento di transizione che abbia la stessa funzione di equità.
Ci sono insegnanti a cui prima si riconosce l’abilitazione all’insegnamento con alcune prove, e poi gli si chiede di partecipare ad un concorso con altre prove, diverse. Non si può pensare di impostare la selezione delle prove del concorso sulla conoscenza approfondita di una lingua straniera, livello B2 – mette in luce Pino Turi.
Per raggiungere lo stesso scopo basterebbe inserire una prova in lingua facoltativa con punteggio aggiuntivo che favorirebbe i candidati in possesso di tali abilità, ma eviterebbe l’esclusione a priori di tanti docenti a cui non è mai stata chiesta la conoscenza delle lingua per divenire ed essere un bravo insegnante.
Questo ed altro rappresenteremo al tavolo di confronto sindacale che subisce costantemente aggiornamenti e ritardi. Ci auspichiamo che siano dovuti ad un’attenta riflessione, senza pregiudiziali posizioni ideologiche, che consenta di mettere in sintonia il mondo virtuale in cui è caduta la politica scolastica del Governo e la realtà fatta di persone che hanno diritto ad essere considerate e rappresentate.
IL SISTEMA DELL’ALEA E NON DEL DIRITTO NON PUÒ CONTINUARE
La proposta del ministro significa rifare le GAE per infanzia e si pensa di farlo lasciando le persone nella continua incertezza.
Si affida – spiega Pino Turi in risposta alle affermazioni di oggi pomeriggio del ministro Giannini al question time alla Camera – ad una situazione futura ed incerta, quella dei tempi di espletamento del concorso, la possibilità di un sistema di reclutamento che, invece, andrebbe regolata per legge.
Non servono previsioni incerte e alternative, serve una specifica previsione normativa.
Ancora una volta, invece – puntualizza Turi – si utilizza il sistema dell’alea e non del diritto e delle certezza delle persone.
La solita logica presente nella legge 107 che si trasforma in un terno al lotto per i lavoratori. La scuola come il Paese ha bisogno di certezze per funzionare e dare risultati positivi.
E’ arrivato il momento di uscire dalla propaganda ed affrontare i veri problemi della scuola – continua Turi -come la continuità didattica che è invocata da tutti come l’elemento mancante della scuola che la legge doveva dare e non ha dato.
Si continua a voler gestire la scuola sul piano dello scontro politico, quando sarebbe facile tornare ad una fase di “pacificazione” e valutazione degli effetti negativi che la legge 107 sta facendo registrare e che con il passare del tempo saranno ancora più evidenti.
In questi giorni valuteremo i comportamenti dell’amministrazione in funzione del negoziato sulla mobilità che dopo una prima fase positiva è tornata nei meandri di uno scontro ideologico e pregiudiziale.
Scuola: Giannini, per idonei graduatorie infanzia soluzione
Se concorso andra’ oltre settembre opzione interregionale
ANSA – ROMA, 20 GEN – Il prossimo concorso a cattedra sara’ bandito “i primi giorni di Febbraio e riguardera’ anche la scuola dell’infanzia”. “Laddove
non dovesse completarsi entro il primo settembre 2016, il Governo e’ favorevole e consentire a questi docenti ancora inseriti in graduatoria (circa 2.000 persone) di poter esercitare un’opzione interregionale, per il 50% dei posti disponibili”.
Lo ha assicurato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo durante il question time a una interrogazione (Centemero – FI-PdL) sulle iniziative a favore degli idonei iscritti nelle graduatorie di merito del concorso 2012 per la scuola dell’infanzia, ai fini dell’esaurimento delle graduatorie concorsuali e dell’assunzione a tempo indeterminato. Il ministro ha anche aggiunto che il percorso delineato prevede un passaggio tecnico che il Governo valutera’. (ANSA).
14 GENNAIO PER I DOCENTI A TEMPO DETERMINATO, 28 GENNAIO PER GLI EDUCATORI.
Le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, SNALS-Confsal e GILDA-Unams, hanno presentato ricorso al Tar Lazio nei confronti del DM 850 del 27/10/2015 relativo al periodo di prova e formazione del personale docente neo assunto; un provvedimento applicativo della legge 107/2015, rispetto al quale fin dalla sua presentazione i sindacati hanno contestato evidenti forzature ed effetti di retroattività inaccettabili, nonché invasioni di campo sulle prerogative contrattuali in materia di organizzazione del lavoro.
Nel link il testo della nota >>>
Garantire a tutto il personale equità e parità di trattamento: è questa la condizione che la Uil scuola ha posto come indispensabile per la sottoscrizione dell’accordo per la mobilità nel corso della trattativa in atto al ministero.
Quel che registriamo è una condivisione generale sulla mobilità provinciale, quella della prima e seconda fase – chiarisce il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – restano invece tutte le obiezioni e gli ostacoli per la firma di un accordo che tende a mantenere ed ampliare gli elementi di disparità di trattamento del personale interessato.
Una trattativa delicata e importante nella quale la Uil ha assunto una posizione chiara – spiega Pino Turi – al centro delle scelte ci devono essere sempre le persone.
Il nostro impegno ha portato il ministero a ipotizzare una deroga alla legge per la fase provinciale.
Un risultato non scontato ma prevedibile perché nasconde una delle difficoltà di attuazione delle 107.
La legge, infatti, contiene una contraddizione macroscopica – spiega Turi – perché prevede per la mobilità una doppia posizione giuridica.
Concretamente si può avere il caso che gli ultimi assunti (fase 0- A) restano titolari di sede e i docenti assunti prima, magari soprannumerari, vanno negli ambiti .
E’ talmente evidente che una simile situazione va contro ogni principio di equità che – continua Turi – sarebbe semplice fare valere politicamente o davanti ad un qualunque tribunale. Talmente palese che il ministero si è dichiarato d’accordo.
Il punto che resta da risolvere è quello della mobilità di terza fase, quella tra province diverse.
La proposta della Uil è chiara: tutto il personale interessato deve poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che non sono coerenti con la singolarità di questa fase di mobilità, prevista dalla stessa Legge 107/15.
Su questo punto che riguarda tutto il personale, che deve rispondere ad una situazione straordinaria con misure di equità e tutela per tutti, la trattativa è giunta ad un punto di stallo.
Per noi – ribadisce Pino Turi – restano tutti i motivi di indisponibilità ad una firma che dovrebbe avallare un’ulteriore iniquità. E questa volta introdotta per contratto?
A questo punto, la decisione deve essere politica. Noi abbiamo dato un quadro di riferimento preciso e delineato le possibili soluzioni. Ora spetta al ministero decidere se e come continuare il negoziato.
Di Monica Colaianni – In questi mesi tante sono state la polemiche e le fervide lotte da parte dei sindacati (e non solo) per dire no alla “Buona Scuola” di Renzi, ma il Governo imperterrito è andato avanti con il suo progetto approvando e mettendo subito in atto la legge 107; ora si attende il fatidico concorso, il cui bando slitta di mese in mese. Abbiamo affrontato questi argomenti con il Segretario provinciale della Uil scuola Catania, Salvo Mavica.
“Di tutto si può parlare tranne che di buona scuola! È Una legge che è stata imposta, non si può parlare di democrazia quando le cose vengono calate dall’alto senza tenere conto delle tante manifestazioni che abbiamo organizzato, delle proposte fatte, delle firme raccolte per dire no ad una legge che non funziona! I problemi si risolvono se e in quanto vengano riconosciute le “persone”,” i cittadini”, anteposti alle pastoie burocratiche, alla svalutazione della professione di docente, alla vera missione della docenza. Con questa legge il governo vuole unilateralmente modificare il rapporto di lavoro dei docenti e questo non funziona, inoltre vi è il pericolo, anzi la conferma, che si inasprisce il rapporto tra dirigenti scolastici e docenti atteso che di mezzo vi sono due elementi essenziali ineluttabili e cioè la libertà d’insegnamento e quella professionale; stiamo assistendo a una liquefazione della dignità personale di chi insegna e proprio nel rapporto che si istaura con gli alunni, perché la cosa essenziale della scuola pubblica è la formazione degli alunni che vi può essere solo se la scuola è coesa. La scuola funzionava bene occorreva fare solo qualche aggiustamento, ma dalla 107 è scaturita una forma di lite sociale ingenerata politicamente; una lite sociale che si innescata anche tra gli stessi docenti proprio per il fatto che hanno voluto ancorare l’approvazione della legge alle immissioni in ruolo e questa scelta è stata gravissima. .Nelle pieghe della L.107 affiorano tutte le criticità di un’idea che non combacia con l’assunto costituzionale”.
“Non possiamo e non dobbiamo permettere che, ad uno ad uno, siano sbriciolati i principi inculcatoci nel nostro percorso formativo professionale: uguaglianza, giustizia, libertà, esercizio di vera democrazia, formazione degli alunni.
Alla fine esigiamo il rispetto, l’ esercizio pieno dei doveri e il riconoscimento dei diritti in quanto tali e non soggetti alla volubilità di terzi, Ministri, parlamentari, politici che siano”.
“Una scelta quella della legge 107 – conclude il segretario provinciale – che abbiamo sempre ritenuto sbagliata e, ribadisco, con profili di incostituzionalità palesi, in quanto lede la libertà di insegnamento e riduce, fino ad annientarlo, il pluralismo professionale, in una parola un condizionamento pesante che leva ossigeno alla scuola e al bisogno di libertà che in essa si deve respirare”.
Dott.ssa Monica Grazia Francesca Colaianni del www.ilfattoweb.it
Mobilità | Per ora nulla di fatto Impegno della Uil per un contratto di tutela per tutti Turi: la precondizione per la firma è che sia abbandonato il sistema degli ambiti
Nel corso del previsto incontro di contrattazione con i rappresentanti del Miur, la UIL scuola, pur apprezzando lo sforzo realizzato dall’amministrazione, ritiene che non ci siano al momento le condizioni per firmare un contratto che dia equità e parità di trattamento ai lavoratori.
Mentre si è riscontrata nella prima e seconda fase, quella del livello provinciale delle operazioni di mobilità, una convergenza di massima, nella terza fase , quella interprovinciale, si registra, invece, una posizione rigida dell’amministrazione che amplia gli elementi di disparità di trattamento del personale interessato, del tutto inaccettabile.
Per la UIL scuola è fondamentale che anche nella mobilità di terza fase, quella tra province diverse, sia possibile per tutto il personale interessato, poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che male si conciliano con la fase di mobilità che è straordinaria per volontà diretta della stessa legge 107/2015.
Un nuovo incontro è previsto per domani 12 gennaio. Per la UIL scuola hanno partecipato Proietti, Lacchei e D’Aprile.
Una procedura all’italiana: dove non si arriva con la programmazione si decide con la burocrazia.
E’ quanto sta accadendo – mette in luce il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi – per la formazione del comitato di valutazione nelle scuole.
La legge – precisa Turi – prevede che nel comitato sia nominato un componente esterno, scelto tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici, senza che sia previsto alcun compenso, per equità si direbbe. Ma invece di procedere con nomine ponderate, destinate a dare equilibrio e competenza, stanno decidendo le direzioni regionali nominando d’ufficio e in maniera unilaterale dirigenti e dirigenti in pensione.
Se da un lato è davvero poco chiaro perché le direzioni si stiano orientando a nominare dirigenti e non docenti, diventa chiara la deriva che tale atteggiamento assumerà nelle situazioni concrete.
Come se non bastassero i docenti contrastivi, la consegna dont’ask, dont’ tell, nelle nomine del comitato di valutazione si scelgono ancora una volta dirigenti per riconoscere agli insegnanti l’assegnazione del bonus.
Da un lato si obbligano i dirigenti ad accettare incarichi che non vogliono – precisa Turi – nella fattispecie sono atti negoziali ricettizi che si perfezionano con l’accettazione e non possono essere attuati d’ufficio.
Dal’altro la decisione di comporre il comitato di valutazione con un dirigente, anche in pensione invece che con un docente, indica una deriva tutta burocratica che non presagisce nulla di buono.
E poi – aggiunge – sono incarichi non obbligatori che attengono alla libera scelta delle persone.
Si sta gestendo – si legge nella nota che la Uil Scuola ha inviato al Capo di Gabinetto del Miur – una delle più delicate novità normative con approccio meramente burocratico, come si trattasse di semplice adempimento, senza alcuna considerazione sulla ricaduta concreta di tali decisioni: una deriva burocratica che va, a nostro parere, interrotta e corretta.
Il ministro è ancora in tempo per intervenire. Ciò che nelle intenzioni del legislatore doveva essere l’elemento qualificante della riforma rischia di trasformarsi in un comitato in cui tutti, genitori, studenti e dirigenti possono dare lezioni e stabilire criteri di retribuzione dei docenti.
Se veramente qualcuno pensa che genitori, studenti e dirigenti in pensione possano modificare e rinnovare la scuola italiana, vuole dire che in questo Paese la propaganda funziona eccome.
Scuola, governo rinvia di un anno adeguamento a norme antincendio: manca decreto del ministero dell’Interno
Decreto “mille proroghe 2016”
(DECRETO-LEGGE 30 dicembre 2015, n. 210)
Questo strumento legislativo, nato come misura “eccezionale”, volto a prorogare disposizioni che sarebbero scadute con la fine dell’anno in corso o comunque subito dopo, viene riproposto puntualmente da undici anni e fu inventato dal Governo Berlusconi-Tremonti e promulgato dal Presidente Ciampi.
L’edizione di quest’anno consta, alla sua nascita, di 13 articoli e 53 commi complessivi: un “trenino” abbastanza snello alla partenza, ma di cui si ignora, noi semplici cittadini, ma – quel che è peggio – sicuramente anche “il legislatore”, quanti “vagoncini” vi saranno agganciati nelle varie stazioni (1ª lettura, ancora non assegnato, alla Camera o al Senato, alle Commissioni e all’Aula; 2ª lettura, nell’altro ramo del Parlamento, con le stesse modalità; eventuale voto di fiducia posto dal Governo).
Sta di fatto che mai il “mille proroghe” è entrato in Parlamento e ne è uscito indenne: la prima edizione, per esemplificare, era partita con 40 articoli ed era arrivata con 82 (e non abbiamo avuto il cuore di contare i commi), e le altre edizioni non sono state da meno, con perversioni linguistiche probabilmente corrette etimologicamente ma incomprensibili ai più: “ Art. 39-viciesquinquies o Art. 39-undetricies”…
Nell’attuale stesura del decreto-legge i provvedimenti che riguardano le scuole sono il comma 2 dell’art- 4 che, in attesa di un decreto del ministero dell’interno non ancora emanato, proroga di un anno il termine per l’adeguamento delle scuole alle norme antincendio e tre commi dell’art. 7 “Proroga di termini in materia di infrastrutture e trasporti”: l’8, il 10 e l’11, tutti riguardanti l’edilizia scolastica di cui si pospongono alcune scadenze perché la realizzazione delle opere ivi previste è in ritardo soprattutto per macchinosità burocratiche.
Per informazione riportiamo il sommario dell’odierno articolato:
Art. 1 – Proroga di termini in materia di pubbliche amministrazioni
Art. 2 – Proroga di termini in materia di giustizia amministrativa
Art. 3 – Proroga di termini in materie di competenza del Ministero dello sviluppo economico
Art. 4 – Proroga di termini in materie di competenza dei Ministeri dell’interno e della difesa
Art. 5 – Proroga di termini in materia di distretti turistici
Art. 6 – Proroga di termini in materie di competenza del Ministero della salute
Art. 7 – Proroga di termini in materia di infrastrutture e trasporti
Art. 8 – Proroga di termini in materia di competenza del Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare
Art. 9 – Proroga di termini in materia di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
Art. 10 – Proroga di termini in materia economica e finanziaria
Art. 11 – Proroga di termini relativi a interventi emergenziali
Art. 12 – Credito d’imposta per promuovere la tracciabilità delle vendite dei giornali e la modernizzazione della rete di distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica
Art. 13 – Entrata in vigore
Domani iniziativa UIL delle categorie del pubblico impiego UIL FPL, UILPA, UIL RUA, UIL SCUOLA
dalle 10.00 alle 12.00. sit – in davanti a Montecitorio e consegna di una lettera al Governo. Sarà presente il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo
UIL : Le scuole non vanno trattate come progettifici a comando. Le soluzioni ai problemi vanno trovate attraverso azioni di buon senso ed il confronto con i lavoratori.
Si è svolto il 29 dicembre, un incontro tra le OO. SS , il capo dipartimento per l’istruzione ed il direttore generale del personale del MIUR per affrontare due questioni di attualità:
a) organico di potenziamento per l’ a.s. 2016-2017 ;
b) anno di formazione per i neoassunti.
Sulle due questioni l’incontro segue a numerose reiterate sollecitazioni da parte sindacale . Per la UIL SCUOLA ha partecipato Noemi Ranieri.
Organico di potenziamento
La UIL insieme alle altre organizzazioni sindacali ha consegnato il documento per l’utilizzo dell’organico potenziato assegnato nella fase C, predisposto unitariamente per dare indicazioni alle scuole, volendo, così colmare un vuoto che l’amministrazione ha finora evitato di affrontare.
Per la UIL la gestione di tale organico deve avvenire per il tramite di un forte coinvolgimento degli organi collegiali, delle varie componenti scolastiche e degli organi rappresentativi dei lavoratori.
Già nell’incontro del 23 dicembre abbiamo posto l’ esigenza di un impegno del MIUR a richiamare tutte le possibili opzioni di utilizzo qualificato di tale personale.
Per il 2016-2017 deve essere evitato ciò che è avvenuto per l’anno in corso: l’attività di progettazione delle scuole deve mantenere una sua coerenza con le richieste presentate e non trasformarsi in progettifici a comando per risolvere problemi generati dalla stessa legge 107, ovvero da una cattiva gestione amministrativa.
Per la UIL, l’organico di potenziamento dovrà essere previsto per tutto il personale della scuola dell’autonomia, incluso gli ATA, per la scuola dell’infanzia esclusa dal piano di potenziamento per il 2015, sarebbe la soluzione per esaurire le liste d’attesa e riconoscere il diritto all’assunzione prima del nuovo concorso.
A conclusione dell’ incontro il capo dipartimento si è impegnato per l’inizio di gennaio a presentare alle OO. SS una nota in bozza che fornisca i necessari elementi di chiarimento alle scuole.
( Per memoria, si rimanda a: ORGANICO POTENZIATO: LINEE DI ORIENTAMENTO PER IL CORRETTO UTILIZZO, LA SCHEDA E IL DOCUMENTO DEI SINDACATI SCUOLA
Definire gli accordi di utilizzo delle economie del MOF è stato l’obiettivo dell’incontro che si è svolto presso la direzione generale per la gestione delle risorse umane finanziarie e strumentali del Miur.
Nella riunione è stato anche affrontato il tema dell’aggiornamento delle attività della direzione sulla semplificazione amministrativa e sulle iniziative per fronteggiare le sofferenze finanziarie delle istituzioni scolastiche. All’incontro ha partecipato Noemi Ranieri
Economie MOF
Nella riunione si è concordato di chiudere la finalizzazione delle economie del MOF per 560.086,96 euro per la copertura del maggior numero di ore effettuate dai docenti di educazione fisica, rispetto a quelle corrispondenti allo stanziamento per il 2014-2015.
Le rimanenti economie e le loro finalizzazioni saranno oggetto di ulteriori approfondimenti.
Il prossimo incontro è fissato per il 20 gennaio alle ore 15.
Attività per la semplificazione amministrativa
Il Miur ha fornito un’informativa generale sulle azioni necessarie a migliorare la gestione amministrativo-contabile, frutto delle proposte dei sindacati scuola.
Tra questi il direttore Greco ha richiamato:
– la costituzione di un gruppo di lavoro sulla revisione del decreto 44/2001 per il regolamento contabile;
su questo tema il gruppo ha avviato una rilevazione a cui hanno risposto più di mille scuole. Gli esiti sono al vaglio della direzione con l’intento attuare una verifica ed una sintesi per l’acquisizione di orientamenti politici;
– la messa a punto di un help desk di supporto all’area amministrativa delle scuole, il cui utilizzo sarà avviato in forma sperimentale a marzo 2016.
Sofferenze finanziarie
24 milioni di euro recuperati tra le giacenze per il funzionamento sono stati assegnati a scuole con particolare criticità. A gennaio il Miur procederà all’assegnazione degli 8/12 del fondo per il funzionamento e per l’alternanza scuola lavoro.
Su questi aspetti i sindacati scuola hanno chiesto maggiore trasparenza e completezza nella trasmissione di elementi conoscitivi, le giacenze ed il loro utilizzo, per superare le difficoltà e contenziosi tra le scuole, che vanno affrontati con attenzione e disponibilità, nell’ambito di nuove e diverse relazioni sindacali il cui andamento generale è alternante e non sempre produttivo, grandi e piccole difficoltà, che vanno superate, anche in sintonia al nuovo corso che si sta aprendo sul fronte del CCNI della mobilità e che va valutato in tutti i suoi effetti.
Mobilità: il prossimo incontro fissato per l’8 gennaio Prove di dialogo ma non è sufficiente
Resta forte la contrarietà al sistema degli ambiti
Come da programma è proseguito, a livello politico, il confronto tra Miur e organizzazioni sindacali per creare le condizioni di un’intesa su tutta la partita della mobilità. I rappresentanti dell’amministrazione hanno posto il problema dei tempi, tre settimane al massimo, per trovare un accordo e firmare il contratto. La Uil Scuola ha ribadito che per fare un contratto non si può partire da posizioni di rigidità ma vanno ricercate le necessarie soluzioni, in modo da garantire equità per tutte le persone coinvolte nelle operazioni di mobilità, a partire dalla costituzione dell’organico. Importante per la Uil, considerando l’eccezionalità della situazione, consentire a tutto il personale di potersi trasferire sulla scuola senza vincoli, compreso anche quello quinquennale per i docenti di sostegno. Per la Uil Scuola, per la firma del contratto, resta fondamentale anche la possibilità di mobilità su tutti i posti, provinciali e interprovinciali, con la possibilità di chiedere la scuola a cui essere assegnati. Il confronto riprenderà il giorno 8 gennaio con l’impegno da parte della Uil e degli altri sindacati di trovare le necessarie soluzioni per tutto il personale, nell’ottica di garantire trasparenza ed equità nelle operazioni di mobilità. Per la Uil Scuola hanno partecipato Pino Turi e Pasquale Proietti.
Nomine in ruolo Ata A margine dell’incontro sulla mobilità, i sindacati hanno chiesto un incontro urgente ai ministri interessati, Miur e Funzione pubblica, con l’obiettivo di sbloccare le nomine in ruolo del personale Ata, ancora bloccate per effetto dei previsti passaggi del personale delle province.
Pagamento supplenti I sindacati hanno sollecitato anche lo sblocco del pagamento del personale supplente. I rappresentanti del Miur hanno garantito che il pagamento, comprensivo degli arretrati, avverrà entro il 19 gennaio.
L’incontro politico sblocca la trattativa
L’azione unitaria dei sindacati rappresentativi della scuola ha determinato un cambio di passo sulle questioni generali della mobilità con un primo avanzamento, grazie al tavolo politico che ha portato a superare le iniziali rigidità dell’Amministrazione. E’ questo il giudizio sull’incontro di ieri pomeriggio al MIUR.
L’Amministrazione ha riconosciuto la funzione del contratto come strumento per superare gli squilibri e le iniquità introdotte della legge 107/2015 sulla mobilità, in particolare le differenze di trattamento tra i docenti già di ruolo e quelli assunti nelle diverse fasi del piano straordinario di assunzioni.
Gli esiti dell’incontro consentono nell’immediato la ripresa della contrattazione sulla mobilità che è stata fissata il giorno 8 gennaio. Molto ancora il lavoro da fare; l’impegno dei sindacati scuola continua al fine di raggiungere il comune obiettivo di garantire oggettività, trasparenza ed equità nelle operazioni di assegnazione alle scuole del personale docente.
Roma, 29 dicembre 2015
Quel che temevamo come peggiore tra le ipotesi, è accaduto. In una slide, utilizzata in un corso di formazione per dare indicazioni chiare e precise ai dirigenti scolastici si dice loro che la legge del Governo sulla scuola (la 107) ha tra i suoi vantaggi quello di poter avere “mani libere” in relazione a docenti “contrastivi”.
Ci domandiamo chi sono questi docenti contrastivi – sottolinea Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola – quelli che non condividono un pensiero, quelli che non condividono un metodo, quelli che non seguono le mode, quelli che non si adattano? Quelli che non vogliono capire i desideri degli alunni o dei genitori, quelli che agiscono secondo coscienza e insegnano con approccio e spirito laico, opponendo le loro tesi in antitesi con quelle delle altre, quelli che contrastano promozioni facili, quelli che ritengono che vada insegnata la teoria evolutiva della specie, piuttosto che il creazionismo, quelli che hanno credenze religiose, idee politiche o sessuali diverse?
La scuola è luogo di libertà e pensiero critico. E i docenti di cui ha bisogno la nostra scuola sono proprio quelli che per tradizione e cultura hanno sempre adottato un metodo di insegnamento non dogmatico, comparativo, creando attraverso il dubbio spirito critico ed autonomia di pensiero. Distintivi appunto. Quelli che insegnano come pensare. Non cosa pensare.
La nostra richiesta, peraltro ripetuta nelle sedi istituzionali – continua Pino Turi – deve trovare nella politica, nel mondo della formazione e della cultura, della società, un moto di reazione che non può finire in un semplice richiamo alle responsabilità.
Servono, e in modo molto urgente, modifiche appropriate alla legge che impediscano e prevengano la trasformazione della scuola da luogo di pluralismo, cultura e libertà ad una sorta di ufficio pubblico in cui il dirigente decide in egual modo di persone e pratiche come procedure burocratiche da sbrigare.
E’ una circostanza che merita l’attenzione massima, non solo del Governo e del Ministro, ma di tutta la comunità, politica e sociale – aggiunge Turi, precisando che lettera in tal senso viene inviata a tutti i parlamentari delle Commissioni Istruzione e Cultura.
Lo scenario che si profila è quello delle scuole di tendenza. Si avvera il monito di Pietro Calamandrei – “ la scuola pubblica è espressione di unità, di coesione, di uguaglianza civica. Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali” che nel ’45 prefigurava una sciagura del genere: quando la scuola diventa scuola di partito, si affossa la scuola pubblica e si apre alla scuola privata.
Il governo si fermi. E’ ancora in tempo a cambiare le parti sbagliate della legge e questa, collegata al ruolo dei dirigenti, è quella su cui stiamo insistendo da tempo.
Nell’incontro politico con il Capo di Gabinetto del ministro, la UIL, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ha ribadito la propria contrarietà al sistema degli ambiti ed alla scelta diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolatici, in quanto sbagliata in termini di intollerabile condizionamento della libertà didattica e del pluralismo professionale e proposto un rinvio a momenti successivi.
Il ministero, pur dichiarando la volontà dell’amministrazione di applicare la legge 107 in ogni sua parte, si è mostrato disposto ad approfondire le varie situazioni per trovare soluzioni utili e concrete, nell’ambito della trattativa contrattuale per definire la gestione della mobilità straordinaria per l’anno scolastico 2015/2016, prevista dalla stessa legge 107.
La Uil ha colto qualche segnale di apertura e proposto un incontro ristretto per definire i dettagli di metodo e di sostanza per la prosecuzione della trattativa che non può e non deve prescindere da due fattori:
a) come si costruisce l’organico e il fabbisogno di personale;
b) mettere tutti i docenti su un piano di sostanziale parità per consentire loro la più ambia libertà di scelta nella mobilità.
La riunione si è aggiornata al 28 dicembre per la riunione ristretta della mobilità e al 29 dicembre, per definire in un confronto di merito la definizione complessiva degli organici.
A margine dell’incontro sono state nuovamente e perentoriamente poste le questioni del pagamento dei supplenti e quelle delle posizioni economiche del personale ATA ( il dettaglio nel link) e chiesto risposte esaurienti e definitive ed immediate.
Ancora una volta gli annunci del MIUR si scontrano con la realtà. Migliaia di supplenti non percepiranno gli stipendi maturati a partire dall’inizio dell’anno scolastico.
Nonostante le segnalazioni effettuate, le nostre ripetute denunce e le rassicurazioni ottenute dai rappresentanti del MIUR da tempo sollecitati a risolvere il problema, la fascia più debole del personale scolastico resta senza salario.
Il testo nel link>>>
Il ministro farebbe bene a passare dalle aule parlamentari a quelle scolastiche per verificare direttamente la confusione e le incertezze che questa legge sta producendo.
Ancora una volta siamo costretti ad assistere, in stile Leopolda, alle mirabolanti azioni governative in favore della scuola e dei giovani. Gli stessi giovani a cui, invece di garantire un futuro mettendo mani ad una seria riforma delle pensioni che liberi qualche posto per il loro inserimento, si danno cose, come il contributo per acquistare strumenti musicali.
Intanto a Taranto – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – rischia di chiudere il liceo musicale dopo oltre 100 anni di attività.
E’ curioso che in questa legge di Stabilità si trovino soldi per tutti, inseriti in mille rivoli, per accontentare caste e lobby e poi si lasciano i supplenti senza stipendio, lavoratori che stanno tenendo aperte le scuole.
Il Miur proprio in queste ore invia una circolare alle scuole chiedendo alle segreterie di mettere a punto i documenti necessari per pagare i supplenti, con a rata di gennaio.
Invece di premere per una emissione straordinaria al Mef, manda una circolare.
Così mentre il numero degli insegnanti impegnati nelle supplenze non è affatto diminuito, si deve attingere alle risorse del prossimo anno, evidentemente perché ricadano sull’esercizio finanziario 2016, per mancanza di copertura su quello del 2015.
Una circostanza ampiamente prevedibile che si è fatta ricadere sui supplenti, lasciandoli senza stipendio.
Resta il fatto che i supplenti passeranno il Natale senza soldi.