Test Invalsi: soldi e felicità – Turi: inaccettabile che si misurino le conoscenze con le suggestioni da reality. TEST INVALSI: nelle prove di quest’anno si parla di soldi e felicità Turi: inaccettabile che si misurino le conoscenze con le suggestioni da reality

IINVALSI.

“”””Q10 Pensando al tuo futuro, quanto pensi che siano vere queste frasi?
- Raggiungerò il titolo di studio che voglio
– Avrò sempre abbastanza soldi per vivere
– Nella vita riuscirò a fare ciò che desidero
– Riuscirò a comperare le cose che voglio
– Troverò un buon lavoro”””””””

Che le prove standardizzate fossero un errore è questione ormai chiara. Se ne sono accorti anche negli States che li hanno adottati da anni, proposti al mondo intero e ora stanno tornando indietro.  Ma che potessero influenzare anche i valori di riferimento, legarli al mercato e alle logiche di consumo appare inaccettabile  –   commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, annunciando nel corso dell’Esecutivo nazionale che al congresso Uil scuola, della prossima settimana, a Montesilvano è prevista una tavola rotonda sulla valutazione.

Si tratta di una invasione nelle scelte didattiche delle singole scuole e dei singoli docenti che hanno la responsabilità di educare le future generazioni. In che modo si pensa di fornire modelli educativi agli alunni di quinta elementare con le domande proposte in questi giorni dall’Invalsi.

Siamo preoccupati in quanto si tratta di sovrapporre i valori del “basta volere per avere” che il più delle volte, contrastano con i piani educativi della scuola che cerca di trasferire ben altri valori, come la solidarietà, l’integrazione, il collettivo, la libertà, la giustizia sociale.

E’ un modo di procedere che ci vede fortemente contrari. Il calo di autorevolezza del peso degli insegnati e della scuola appare frutto anche di scelte come queste. Procedure sbagliate portano a
un cambiamento di valori di riferimento e al propagarsi di subculture che la scuola dovrebbe superare.

Una logica che non ci convince affatto, che dovrebbe portare ad una riflessione attenta e seria e non all’inseguimento di pratiche di omologazione che sono di per sé discutibili.