Mobilità: è urgente un contratto “ponte” per garantire il personale e l’apertura delle scuole in tempi certi.


Con molto ritardo rispetto al passato, con rischi per la  regolare riapertura delle scuole a settembre, ha preso avvio il confronto tra il Miur e le organizzazioni sindacali per la definizione del contratto decentrato nazionale sulla mobilità del personale docente, educativo e ata, per l’anno scolastico 2018/19.
L’amministrazione ha prospettato due possibili soluzioni: rivisitare con piccole modifiche l’attuale testo contrattuale o prorogarlo senza modifiche.
La seconda proposta, ad avviso dell’amministrazione, nasce dal fatto che la Direttiva all’ARAN per il rinnovo del CCNL prevede la triennalità della contrattazione sulla mobilità quindi quello in discussione dovrebbe essere un contratto ponte.
Per la Uil, invece, la conferma deve essere dettata dal fatto che il contratto in essere è fatto bene e risponde alle esigenze delle persone: supera il blocco triennale della mobilità e consente ai docenti titolari di ambito di riacquisire la titolarità di scuola.

La Uil scuola quindi, pur convenendo sulla necessità di chiudere il contratto in tempi rapidi, ha rappresentato l’esigenza di due piccoli “aggiustamenti” all’attuale articolato:
1)    Riequilibrare le aliquote a favore della mobilità interprovinciale;
2)    Accogliere i contenuti di una nostra proposta dello scorso anno, confermata di recente anche dal Consiglio di Stato, per consentire il passaggio dal ruolo del personale educativo, per gli abilitati con concorso ordinario del 2000, a quello della scuola primaria.
Se si dovesse registrare l’indisponibilità da parte dell’amministrazione a non riconoscere quanto già riconosciuto anche dai giudici del Consiglio di Stato, la Uil sosterrà, attraverso il proprio ufficio legale, i ricorsi del personale interessato in tutte le sedi e per tutti coloro che vorranno avvalersi di tale possibilità.
Il prossimo incontro è previsto per lunedì 4 dicembre.
Per la Uil hanno partecipato Pasquale Proietti e Antonello Lacchei.