Turi (Uil Scuola): ad atti di violenza si risponde con la democrazia e la partecipazione.Serve un rapporto più forte tra scuola e famiglia, ci vuole consenso e fiducia nei confronti della scuola. L’obiettivo principale è ridare ai docenti, e al personale tutto, la dignità persa anche a causa della legge 107


Fatti di cronaca frutto di messaggi e politiche sbagliate. Serve inversione di tendenza.
Turi (Uil Scuola): ad atti di violenza si risponde con la democrazia e la partecipazione
I fatti di cronaca sono effetto della politica sbagliata. Serve un’inversione di tendenza. Quando si trasforma la scuola della Costituzione in un servizio a domanda individualizzata, basato su un modello aziendalista, e i clienti del servizio ritengono di avere un diritto, se non sono soddisfatti, reagiscono anche in questo modo.
Così il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, interviene sui fatti di cronaca che, purtroppo, continuano a susseguirsi. Episodi gravi di insegnanti aggrediti da studenti e genitori, segno di un modello di scuola che non risponde più alla sua funzione essenziale. I genitori non sono clienti da accontentare – afferma Turi.
La deriva è iniziata quando sono stati ignorati i valori fondanti dei decreti delegati degli anni ‘70. A partire dagli anni ‘90 in poi si è cercata una connotazione diversa per la scuola. Ora bisogna ridarle dignità. E non si tratta solo di dare dei soldi ai nostri insegnanti.  I soldi sono importanti – aggiunge – ma pensare che siano l’unico obiettivo è un errore.  Ridurre la funzione insegnante a prodotto da erogare sul mercato è cosa alla quale non intendiamo né pensare, né rassegnarci. Siamo fortemente contrari al modello proposto dalle logiche neo liberiste.

L’obiettivo principale è ridare ai docenti, e la personale tutto, la dignità persa anche a causa della legge 107. Nell’età evolutiva il bambino vede nella maestra la figura di cui fidarsi. Se la figura viene screditata dalla scuola e dalla società quel bambino avrà poi delle difficoltà da adulto.
E invece in questa fase la scuola è stata trasformata in un’agenzia con una finalizzazione: trovare il lavoro agli studenti.
La scuola statale ha una funzione molto più ampia – quella richiamata dalla Costituzione che le affida il ruolo  di garanzia dei diritti universali,  non quello di soddisfare esigenze immediate o lobby interessate.
Ha la funzione di garantire un insegnamento libero, portare ad un pensiero critico. Bisogna decondizionare i messaggi.
La scuola è capace di farlo ma ci vuole la collaborazione di tutti, non può essere lasciata sola. Deve sentire un paese che le dà il riconoscimento che merita.