Rassegna Stampa.ADNKRONOS – SCUOLA: TURI (UIL),’NO A MELODIA BELLA CIAO? POLITICA RESTI FUORI DA AULE.


SCUOLA: TURI (UIL),’NO A MELODIA BELLA CIAO? POLITICA RESTI FUORI DA AULE =
‘Nelle scuole attraverso l’istruzione, la conoscenza, il sapere  si forma la coscienza critica dei cittadini. Istruzione non e’ un  servizio in cui ci sono clienti da accontentare’

Roma, 23 mag. (AdnKronos) – “La scuola è luogo sacro in cui la
politica, quella divisiva dei partiti, deve restare fuori”. Così il
segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, bolla le polemiche
nate intorno alla decisione delle scuole elementari “Salvo d’Acquisto”
di San Donato di proporre l’inno ambientalista “Sing for the climate”
sulle note della canzone partigiana ‘Bella Ciao’ per chiudere l’anno
scolastico contestata da alcuni genitori.

Secondo Turi “E’ incredibile il punto in cui siamo arrivati. Nelle
scuole – sottolinea all’Adnkronos – attraverso l’istruzione, la
conoscenza, il sapere si forma la coscienza critica dei cittadini. Una
situazione che a momenti si è fatta sconfortante. Segnaliamo, però,
una svolta: la scuola incomincia a reagire. Il Dirigente Carlo
Massaro, a cui va il nostro plauso e massima solidarietà – evidenzia
Turi – ha delimitato l’ambito oltre il quale non si deve andare,
affermando ruolo e funzione dell’Istituzione scolastica che non è un
servizio in cui ci sono clienti da accontentare”. (segue)
(Ste/AdnKronos)

SCUOLA: TURI (UIL),’NO A MELODIA BELLA CIAO? POLITICA RESTI FUORI DA AULE’ (2) =
(AdnKronos) – “La critica – aggiunge Turi – è sempre un bene, è il
sale della democrazia, ma quando diventano veti da imporre o posizioni
strumentali, fuori dalle regole di partecipazione democratiche, serve
ridare alla scuola quella dignità e quella autorevolezza che gli è
propria e che le interferenze dei partiti stanno minando. Per dirla
con Piero Calamedrei, la scuola è un’istituzione costituzionale e va
sottratta alle logiche di partito, se vuole compiere il miracolo di
trasformare i sudditi in cittadini e non il contrario”.

“L’autogoverno delle istituzioni scolastiche e le sedi di garanzia dei
diritti del personale – conclude – sono le risposte che la politica
deve dare se vuole consentire agli stessi alunni di acquisire quel
senso critico, necessario per orientarsi nella vita e nella società.
Allo stesso modo, sfilare la scuola da ogni progetto di
regionalizzazione, significa anche mettere al riparo la scuola da
quelle ingerenze politiche di stampo localistico e regionale che il
dettato costituzionale, nel suo insieme, intende assolutamente
evitare”.
(Ste/AdnKronos)

Scuola: melodia di ‘Bella Ciao’ diventa un caso, il preside ‘non cambio’
Le scuole elementari ‘Salvo d’Acquisto’ di San Donato hanno scelto l’inno ambientalista «Sing for the climate» sulle note della canzone partigiana per chiudere l’anno scolastico, ma alcuni genitori hanno protestato 
Roma, 23 mag. (AdnKronos) – Oltre 160 bambini che cantano “We need to open our eyes and do it now, now, now”, aprire gli occhi e farlo adesso, con il refrain di “Bella Ciao”: le scuole elementari “Salvo d’Acquisto” di San Donato hanno scelto l’inno ambientalista scritto sulle note della canzone partigiana per chiudere l’anno scolastico con una grande festa il 7 giugno. Una riedizione in salsa locale di #FridaysForFuture di cui “Sing for the climate – Do it Now” è diventata il manifesto virale cantato dalle scolaresche di tutta Europa.
Eppure c’è chi fra i genitori non ha gradito. Non per l’appello di Greta Thunberg o per il messaggio ambientalista. Perché la base della canzone si rifà a un “inno comunista”. A riportarlo il “Corriere della Sera” spiegando che “alcuni messaggi WhatsApp di genitori – uno addirittura rappresentante di classe anche se specifica di parlare a titolo personale – sono arrivati alle maestre della Salvo d’Acquisto con la richiesta che la canzone venga sostituita. “Meglio We Are The World” chiede la mamma di un bambino di prima elementare. “È fuori luogo – aggiunge – in questo clima sociale far cantare in inglese a dei ragazzi inconsapevoli una canzone sulle note di Bella Ciao e la esorto a cambiare canzone”. Altri due messaggi sono arrivati alle docenti di alcuni dei 160 ragazzi che il 7 giugno dovranno sostenere la prova di canto inneggiando alla difesa del clima.
Alcune maestre preoccupate hanno chiesto al dirigente della scuola Carlo Massaro che cosa fare: “Non cambieremo una virgola del programma – ribatte il preside -, ci manca pure che i genitori ci dettino le scelte nei programmi didattici. Questa un’iniziativa lodevole, ripresa dalle scuole di mezza Europa”. Anche al preside, racconta ancora il ‘Corriere della Sera’ è arrivata una richiesta via WhatsApp, che lamenta la “mancanza di opportunità” nel proporre come esibizione di fine anno “le note di Bella Ciao”: “Questa scuola propone tante altre iniziative – taglia corto Massaro – come la raccolta di cibo per i poveri. Chi non approva i nostri metodi pedagogici porti i suoi figli altrove”. La polemica è divampata anche sui social dove a chi chiede che per par condicio “si faccia cantare Faccetta Nera” si risponde obiettando che Bella Ciao non è un “manifesto politico ma un inno della Resistenza”.