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· 27 Agosto 2020
EDITORIALE Di Pino Turi
Il MI ha diramato una nota per dare indicazioni alle scuole sul PIA e sul PAI. Non sono i personaggi di una novella, ma lo potrebbero diventare. Sono l’acronimo del Piano di integrazione degli apprendimenti e del Piano di apprendimento individualizzato, per dire che le scuole devono verificare le mancanze relative agli apprendimenti degli alunni per effetto della chiusura delle scuole per il coronavirus dello scorso anno con l’uso di una neo lingua che parla al suo interno. Ricorda alle scuole che devono programmare dal 1°settembre e per l’intero anno.
Una circolare, discussa in sede di confronto sindacale, per le implicazioni che ha sul personale dal punto di vista istituzionale e contrattuale e sulle ricadute sugli studenti, specie quelli più ‘fragili’. Nella bozza si indicavano particolari prerogative dirigenziali per l’attuazione e la programmazione delle attività di ‘recupero’ degli alunni. Una lunga trattativa che in sostanza doveva rimettere in linea la circolare con le norme di legge e contrattuali.
Sul primo aspetto, le prerogative dei dirigenti sono state (re)inquadrate nella norma che assegna al collegio dei docenti la deliberazione delle attività didattiche, una competenza prima negata dalla bozza di circolare e solo, successivamente attuata attraverso le prerogative organizzative dirigenziali. L’altro aspetto di natura contrattuale è quello che riguarda i diritti ed gli obblighi dei docenti che sono chiamati dal 1° settembre all’inizio delle lezioni a programmare le attività per l’intero anno scolastico in nome dell’autogoverno (autodichia) della scuola, attraverso le delibere dei propri Organi Collegiali. Come è intuibile nessuna circolare può modificare ne leggi ne contratti, una circostanza rivendicata con forza dalle organizzazioni sindacali.
Mentre per i rapporti tra collegio e dirigenza si è trovata la formulazione giusta, sull’aspetto contrattuale il MI, cosciente di una forzatura contrattuale, ha lasciato la norma così come era stata concepita: far rientrare dal 1°settembre anche le attività di insegnamento che partono, invece dall’inizio delle lezioni diversificate per regioni che ne definiscono il calendario.. Del resto, non si possono negare le attività di programmazione che sono propedeutiche alle lezioni e quest’anno si presentano ancora più complesse per la convivenza con il coronavirus che impegnerà i collegi in una importante programmazione didattica, a partire dalla costituzione di gruppi compatibili con il distanziamento.
Categoria: news
STASERA INCONTRO SUI BANCHI: UIL PRESENTE CON RESPONSABILE DIRIGENTI MA SENZA SEGRETARIO GENERALE.
Turi: c’è protocollo di intesa. Va attuato.
Se davvero vogliamo il bene della scuola, ognuno faccia il proprio mestiere e riconosca quello degli altri. Bisogna passare dalla politica dei banchi a quella delle persone. Continuiamo a chiedere un provvedimento organico per la riapertura della scuola. In questo modo si aiutano tutti, anche una politica che sembra imbambolata dagli eventi. Certamente drammatici ma da affrontare con piglio diverso.
Più si avvicina il giorno per aprire le scuole più aumentano le fibrillazioni e, forse politicamente, anche i sensi di colpa per non aver agito secondo un progetto organico – questa la riflessione del segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Le famiglie, giustamente, vogliono sapere. Vogliono avere certezze. Tutti vorrebbero aiutare a decidere a dare soluzioni. E’ sintomo di un vuoto che si deve colmare ed in fretta – aggiunge Turi.
E in questo effetto domino la comunicazione democratica prende il sopravvento sul senso della realtà.
I soggetti più esposti ora sono i dirigenti che hanno le chiavi dei cancelli delle scuole e devono decidere se aprirli in sicurezza. A loro vengono rivolte tutte le ‘attenzioni’ per gli aspetti gestionali e per dare un aiuto.
Si sta affrontando la questione in maniera avulsa dal contesto – mette in guardia Turi.
Punto centrale sono le scelte, principalmente del governo, che deve far leva attraverso gli investimenti necessari.
NOSTRE SCELTE SONO SUL MERITO DELLE QUESTIONI, NON SU POLEMICHE PRETESTUOSE. Il rifiuto dell’amministrazione avrà ripercussioni negative su migliaia di persone. Mai così basso il livello delle relazioni sindacali.
La vicenda ha inizio nei giorni 4 e 5 marzo dopo che l’amministrazione ha convocato un tavolo di contrattazione sulla mobilita’.
Argomento: personale ATA con particolare riferimento agli ex LSU.
In quei giorni abbiamo scoperto, cosa anomala, che esistono due contratti della mobilità, uno per i docenti e uno per il personale ATA.
Noi della Uil siamo sempre stati convinti che il contratto è unico mentre l’amministrazione di fatto ha operato come se fossero distinti.
La UIL ha fortemente contestato questa modalità di convocazione rifiutandosi di discutere problematiche relative al solo personale ATA.
Come prevede il comma 4 dell’art. 1 del CCNI integrativo sulla mobilità, nonostante il contratto sia triennale, anche su richiesta di un solo soggetto firmatario può essere riaperto.
La UIL chiedeva semplicemente questo: l’applicazione del contratto, la riapertura su tutta la materia della mobilità, docenti e ATA.
A seguito della chiusura totale dell’amministrazione rispetto a richieste legittime la UIL Scuola, a prescindere dai contenuti, non ha sottoscritto l’accordo.
Il problema non era tecnico ma politico. Così si è alterato il contratto sottoscritto anche dall’amministrazione.
Per noi la riapertura del confronto sarebbe stata utile per risolvere tre problemi importanti:
– il blocco quinquennale alla mobilità dei docenti vincitori di concorso riservato (ammissione all’ultimo anno del FIT) del 2018 le cui graduatorie sono state pubblicate dopo il 31 dicembre 2019;
– problematiche relative all’assegnazione della sede e alla mobilità degli ex LSU assunti a tempo indeterminato come collaboratori scolastici;
– l’utilizzo flessibile dei posti resisi disponibili per i pensionamenti di “quota 100” e non messi a disposizione della precedente mobilità, al fine di evitare disparità di trattamento tra che legittimamente ha diritto all’assunzione in ruolo e chi poteva aspirare a quei posti già nella mobilità dello scorso anno.
Non essendoci state risposte la UIL ha denunciato in modo puntuale le illegittimità di tali scelte che, a nostro avviso, presentano profili di incostituzionalità, denunciando l’amministrazione per attività antisindacale.
UIL: SCELTA STRATEGICA È PASSARE DALLA POLITICA DEI BANCHI A QUELLA DEGLI ORGANICI
LE PERSONE SONO IL CUORE DELLA SCUOLA. E’ SU DI LORO CHE VA FATTO UN INVESTIMENTO STRUTTURALE. UN MILIARDO DI EURO, IN DUE ANNI, PER UN ORGANICO CHE SI PROSPETTA SOLO DI EMERGENZA. CIFRE CHE DOVREBBERO SERVIREBBERO, INVECE, PER RIDURRE GLI ALUNNI PER CLASSE
Incontro al vertice del 29.7.2020, al ministero tra direzione del M.I. e sindacati. Orgomento: l’ordinanza che dovrà definire i criteri di riparto degli organici e i criteri di ripartizione delle risorse tra le diverse Direzioni regionali. Risorse e persone: temi centrali per la ripresa a settembre. C’è quasi un miliardo di euro (esattamente 977,600 milioni di euro) un terzo disponibile per il prossimo anno (377,600 euro) e i restanti due terzi per il 2021 ( 600 mila euro). Nessuna decisione è ancora presa. Certo – sottolinea la Uil Scuola – ci vorrebbe una visione ampia, bisognerebbe utilizzare queste somme per definire la scuola dei prossimi anni. Sulla distribuzione delle risorse, i sindacati hanno chiesto una regia e un controllo nazionale. L’orientamento sembra quello di assegnare subito il 50% delle risorse a tutti, sulla base del numero degli alunni e, successivamente, il restante 50% sulla base delle richieste motivate degli Uffici scolastici regionali.
Si andrebbe a garantire solo un organico di emergenza, legato alla condizione pandemica. Nessun cambio di passo rispetto agli anni precedenti – sottolinea in modo critico la Uil Scuola. Si dice di voler usare le risorse del Recovery Found per investire e poi si fa il contrario: organico ballerino e banchi. Stessa politica, stessa storia.
Siamo nel momento in cui – se si vuole veramente rientrare in classe a settembre – bisogna passare dalla politica dei banchi alla politica degli organici.
I banchi serviranno per mettere più alunni in classe, un organico più consistente, docente e Ata, consentirà, al contrario, di dividere gli alunni, tutti con l’insegnamento in presenza.Il ministro tutti i giorni comunica al mondo che deve eliminare le “classi pollaio”. Noi su questo siamo al suo fianco. CHE LO FACCIA. Oggi ha l’opportunità per far sì che le sue non siano solo promesse televisive. Incidere sull’organico significa rimodulare il numero di alunni per classe – osserva la Uil Scuola.
Per questo bisogna che inizi subito, almeno, dalle classi iniziali di ogni ciclo. Vanno cambiati i parametri.
Leggi tutto “UIL: SCELTA STRATEGICA È PASSARE DALLA POLITICA DEI BANCHI A QUELLA DEGLI ORGANICI”
RIENTRO IN PRESENZA E SICUREZZA: dove sono i risultati del lavoro della Task Force ministeriale? Turi: serve anno costituente per la scuola Strumenti e suppellettili sono misure congiunturali utili, ma serve visione lunga e progetto strutturale.
Che fine ha fatto il lavoro della Commissione Bianchi? Il testo con le indicazioni per la riapertura delle scuole va reso pubblico – così il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi, questa mattina nel corso di una diretta su FB organizzata dalla Uil Scuola Reggio Emilia.
Ci sono 18 tecnici che hanno lavorato, gratuitamente, per settimane, su incarico del ministro mettendo a punto un piano, pronto dal 27 maggio e ridefinito il 12 luglio che è rimasto nei cassetti di Viale Trastevere. Perché non c’è traccia di quel lavoro? Perché l’idea di un anno costituente della scuola dopo il Covid non è progetto da mettere al centro di un dibattito pubblico?
Il ministro Azzolina ci sta chiedendo continuamente di firmare il protocollo sulla sicurezza – ha detto Turi – senza un progetto è solo un elenco di adempimenti. Non ci sono idee solo strumenti, di distrazione. La scuola va tolta dal terreno dello scontro politico – ha aggiunto Turi. La scuola è democrazia, educazione, è far sognare i giovani, è far crescere il Paese. Lo abbiamo scritto pure nel contratto: è comunità educante.
Non si può lasciare la scuola in mano alle lobby. La scuola è di tutti. L’ultima volta che si è pensato ad un progetto complessivo, alla scuola come modello per la crescita del Paese, è stato trent’anni fa, nel 1990, con Mattarella, ministro della pubblica istruzione.
CONCORSI E PRECARI AZZOLINA CERCA LO SCUDO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CONCORSI E PRECARI AZZOLINA CERCA LO SCUDO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Turi: sgarbo istituzionale per nascondere inconsistenza politica
Abbiamo visto che il ministro Azzolina ha bisogno di tirare in ballo il Presidente della Repubblica per nascondere le proprie carenze – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Che sia un errore aver rinviato l’assunzione dei precari dal primo settembre lo capiscono ormai tutti.
Voler tirare nelle responsabilità anche Mattarella ci sembra veramente il colmo. Non solo uno sgarbo istituzionale, ma la mancanza di senso politico generale in un momento nel quale le istituzioni sono l’ancora di salvezza del Paese anche contro l’inconsistenza della politica scolastica del ministro.
SILERI: medico scolastico per la sicurezza a scuola. Turi (Uil Scuola): sì, presenza indispensabile.
Turi: sì, presenza indispensabile. Siamo gli unici a chiederlo da tempo.
Questa pandemia dovrebbe aver insegnato che il sistema precedente basato sulla finanziarizzazione dell’economia è sbagliato e servono, invece, politiche che guardino, al reale e al benessere di cittadini. La scuola è il luogo ideale per cambiare registro.
Che a scuola servano presidi sanitari comincia ad accorgersene anche la politica, magari quella più attenta e meno superficiale del Movimento 5Stelle.
Le famiglie vanno rassicurate circa la garanzia della salute dei propri figli; se ne gioverebbero tutti non ultimo il sistema sanitario nazionale che invece di ospedalizzare e curare le malattie può prevenirle. Non c’è un luogo più idoneo della scuola per farlo – così il segretario generale della Uil Scuola commenta le dichiarazioni di oggi del viceministro della salute, Pierpaolo Sileri, che ha indicato come prioritaria la presenza dei medici scolastici per il rientro a scuola nella Fase 3.
Certo servono soldi, ma se un paese non pensa alla salute dei suoi giovani, è veramente messo male.
Turi su Sileri – medico scoaltico a scuola 20072020
REPORT TURI / Conferenza stampa sindacati scuola. Per dirla tutta ed in chiaro. Entrare nel merito delle questioni per risolvere in modo condiviso i problemi. Da soli non si va da nessuna parte, Ministra M.I. compresa.
Turi: la vera innovazione è aprire la scuola in presenza e in sicurezza.
Per la scuola dobbiamo fare quello che serve, non solo quello che vorremmo – così Pino Turi nel corso della conferenza stampa di questa mattina dei sindacati scuola.
Vanno superati venti anni di politiche restrittive – ha detto Turi – ci vuole un quantitative easing per la scuola. Dare alla scuola ciò che gli serve, come Draghi, costi quel che costi.
E’ questo il momento. Ci sono le risorse nel Mes e si possono mettere a punto gli strumenti.
Il nostro obiettivo è aprire la scuola a settembre in sicurezza ma abbiamo chiuso la scuola a giugno e la ritroviamo identica a settembre. Non è normale.
Mentre la casa brucia la ministra si preoccupa di chiamare l’arredatore. Ma bisogna innanzitutto chiamare i vigili del fuoco, siamo in emergenza. Mi sembra non ci sia questa consapevolezza.
Riportare la scuola in presenza è un problema del Governo, della maggioranza. Sanità e istruzione sono valori universali. Ci vogliono risorse, un provvedimento complessivo sulla scuola – ha detto ancora Turi – che disponga anche in deroga le misure necessarie ad una scuola in presenza.
Serve un tavolo nazionale di confronto che metta a punto le misure sul personale e definisca contestualmente il protocollo sulla sicurezza che le scuole stanno aspettando.
Sicurezza e organici sono le due facce della stessa medaglia. Non può esserci la prima se manca la seconda.
In allegato la conferenza stampa raccontata dalle agenzie di stampa:
report agenzie
GPS, graduatorie provinciali supplenze: quando semplificazione fa rima con confusione.
Oltre un milione di aspiranti si appresteranno, in piena estate, a produrre domanda di inserimento/aggiornamento.
Il Ministero ha pubblicato l’ordinanza ministeriale con la quale si appresta ad aggiornare le graduatorie di istituto. Si istituiscono le GPS, graduatorie provinciali supplenze, che dovrebbero semplificare le procedure di nomina dei supplenti a partire già dal prossimo settembre.
L’ordinanza prevede aggiornamento e nuovi inserimenti.
Un provvedimento che invece di semplificare il sistema di reclutamento dei docenti, genererà confusione e lederà i diritti già acquisiti del personale.
Con un colpo di spugna viene modificato il regolamento supplenze, si modificano le tabelle di valutazione intervenendo su criteri e punteggi. Punteggi già cristallizzati che invece verranno modificati a danno dei docenti che, in tanti casi, vedranno i propri punteggi modificati con un totale sconvolgimento delle posizioni in graduatoria. Oltre un milione di aspiranti che in piena estate si appresteranno a produrre domanda di inserimento/aggiornamento.
Leggi tutto “GPS, graduatorie provinciali supplenze: quando semplificazione fa rima con confusione.”
CONFERENZA STAMPA >>> ore 10.30 — Il link alla piattaforma – La diretta su FB
E’ fissata alle 10.30 di oggi la videoconferenza stampa “LA SCUOLA SI FA A SCUOLA”, promossa da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams e moderata da Alex Corlazzoli, giornalista del Fatto Quotidiano. I cinque segretari generali faranno il punto sui temi di attualità della scuola, illustreranno le proposte messe a punto a riguardo e risponderanno alle domande dei giornalisti.
Qui il link per partecipare alla videoconferenza: meet.google.com/bzt-shhw-rax
La videoconferenza sarò trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Uil Scuola e potrà essere condivisa sui profili istituzionali e personali.
URGENTI LE MISURE PER IL PERSONALE . Turi: ministro guardi a persone più che a arredi.
Turi: ministro guardi a persone più che a arredi. Urgente provvedimento legislativo.
Non saranno i banchi di nuova generazione, né l’adeguamento edilizio, che pure sono indispensabili
sarà la presenza di personale stabile a fare la differenza per la ripartenza. Serve provvedimento legislativo.
Faremo, investiremo, stabilizzeremo: sono verbi del mantra del ministero.
Uno storytelling teso a rassicurare che la scuola incomincerà, in presenza, a settembre – così Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola sulle dichiarazioni del ministro in giro per le regioni italiane, oggi in Calabria.
Rassicurazioni che aiutano il buon umore e alimentano la speranza – osserva Turi – tuttavia i nodi verranno al pettine e ci accorgeremo, magari troppo tardi, che si poteva e si doveva intervenire diversamente.
E’ ora del tutto evidente che, aver fatto saltare l’accordo sindacale sui precari, rappresenta un errore che avrà ripercussioni negative sull’avvio dell’anno scolastico martoriato dal precariato e dalla pandemia.
Non saranno i banchi di nuova generazione, né l’adeguamento edilizio che pure sono indispensabili – fa notare Turi – ma sarà la presenza di personale stabile a fare la differenza. Servono misure urgenti.Siamo ancora in tempo per rimediare con un provvedimento legislativo che – osserva il segretario generale Uil scuola – oltre ad adeguare le norme sugli organici, riveda almeno i parametri di composizione delle classi prime, il superamento del turn- over per consentire di coprire tutti i posti disponibili e vacanti del personale ATA, lo stanziamento delle somme necessarie per l’adeguamento edilizio, il superamento delle reggenze sia per i Dirigenti che per i DSGA.
Leggi tutto “URGENTI LE MISURE PER IL PERSONALE . Turi: ministro guardi a persone più che a arredi.”
Docenti di Religione cattolica a.s. 2020/2021 – Graduatorie provinciali definitive su base diocesana.
Ufficio VII. Ambito territoriale di Catania
La scuola va alle olimpiadi: pronta le staffetta tra precari UIL / Sarà record per il prossimo anno: supplente un insegnante su quattro. E cambio in corso d’anno.
Pronti al cambio per settembre, e poi di nuovo ad ottobre e febbraio: la scuola si dovrà preparare alla più tragica staffetta tra insegnanti che si ricordi dal 2007. Duecentomila insegnanti, uno su quattro, saranno precari.
Un quadro desolante – sottolinea Pino Turi, anticipando i temi della riunione di oggi pomeriggio sulle supplenze, fissata per le 17.30 al ministero sul “conferimento delle nuove supplenze” che, in epoca post covid, saranno disciplinate, anche in deroga, con ordinanza del ministero.
Due le procedure: una di istituzione delle graduatorie provinciali, l’altra di conferimento delle supplenze.
Quello che in realtà sta accadendo invece – preannuncia il segretario generale della Uil Scuola – è la riscrittura del regolamento generale sulle supplenze intervenendo sui punteggi e sui criteri. Non ci saranno più le graduatorie come le conosciamo da anni, non più le priorità definite.
Si riscrive il regolamento delle supplenze e lo fa un ministro che non ha un direttore generale del personale, che decide da sola e se lo scrive nel chiuso delle stanze di Viale Trastevere in barba ad ogni confronto politico e sindacale.
Il risultato sarà che alla riapertura della scuola a settembre, saranno nominati i supplenti con le vecchie graduatorie, poi in corso
avviso di NoiPA inerente la riduzione del cuneo fiscale ed il suo impatto sui redditi da lavoro dipendente
Taglio del cuneo fiscale: applicazione misure di sostegno economico previste dal Decreto Legge del 5 febbraio 2020, n. 3, convertito con Legge del 2 aprile 2020, n. 21
Si comunica che sono in corso le operazioni per dare attuazione a quanto previsto dagli articoli 1 e 2 del Decreto in oggetto con decorrenza 1° luglio.
E’ riconosciuta una somma a titolo di trattamento integrativo di importo pari a 600 euro nel 2020 e di 1.200 a decorrere dal 2021, se il reddito annuo complessivo individuale non supera i 28.000 euro. La funzionalità self service già in uso per la gestione del Bonus Irpef di cui al Decreto Legge n. 66/2014, può essere utilizzata anche per il nuovo trattamento integrativo che lo sostituirà. Si specifica a coloro che con detta modalità abbiano già effettuato la rinuncia al bonus Irpef secondo la previgente normativa, che tale rinuncia è acquisita automaticamente per il nuovo trattamento. Tuttavia si ricorda anche che, in virtù dei più elevati limiti di reddito che danno accesso al nuovo beneficio, è possibile rispristinare il diritto, accedendo alla medesima funzionalità self service.
attachments: Misure di sostegno al reddito
ACCORDO SU SCUOLA >>> Turi: un primo sussulto di responsabilità arriva oggi con il miliardo in più.
Pino Turi – segretario Generale Nazionale Uil Scuola
ACCORDO CON LE REGIONI E UN MILIARDO PER LA SCUOLA | MEDIAZIONE DEL GOVERNO
Turi: un primo sussulto di responsabilità arriva oggi con il miliardo in più.
Bene ha fatto il Governo a dare ascolto alle preoccupazioni e alle proteste del mondo della scuola.
Quello assunto oggi – sottolinea Pino Turi – è un impegno annunciato, che andrà trasformato in atti concreti.
Settembre è già oggi. I tempi sono strettissimi e non si può aspettare il Recovery Found che – ribadisce il segretario generale della Uil Scuola – può servire per un progetto complessivo.
Oggi vanno usati subito i fondi del Mes che sono pronti. Vanno utilizzati immediatamente anche per l’adeguamento del personale docente e Ata.
La decisione di oggi sembra andare nella direzione che abbiamo sollecitato, in ogni forma, nei mesi scorsi.
Serve unità. Il punto fondamentale è ricostruire un clima di condivisione nella scuola, serve il coinvolgimento del personale.
Su questo fronte, ci aspettiamo un approccio diverso anche da parte della Ministra.
Concorso straordinario: incontro al MIUR. Complimenti ministra! Bel risultato.!!
.Giuseppe D’Aprile, segretario nazionale Uil Scuola.
Incontri al ministero
Un concorso straordinario che di straordinario non ha nulla, se non essere nato sotto una cattiva stella
Una procedura più complessa di quello ordinario, un accanimento di cui non si capiscono i veri contorni.
Le procedure relative al bando del concorso straordinario per l’immissione in ruolo nella scuola secondaria di I e II grado sono state al centro del confronto, in videoconferenza, tra i rappresentati del ministero e le organizzazioni sindacali.
La delegazione ministeriale era guidata dal Capo dipartimento Dr. Marco Bruschi.
Rispetto alla bozza del bando illustrata dall’amministrazione, la UIL scuola ha evidenziato che i riferimenti relativi all’accertamento della conoscenza dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse sono molto generici.
Sarebbe opportuno ridefinire questi aspetti all’interno del bando di concorso in modo più preciso e dettagliato, al fine di dare qualche certezza in più ai candidati.
Inoltre, la UIL, ha constatato la poca coerenza tra il Decreto scuola e la bozza del bando di concorso.
Il Decreto prevede che la prova scritta sia articolata in quesiti a risposta aperta, in numero coerente con una attribuzione di 80 punti complessivi.
La bozza del bando, invece, fissa il numero dei quesiti: 7 a risposta aperta e 1 di inglese, da svolgere in 150 minuti – una media di 19 minuti a quesito, in palese contraddizione con la legge (su forte richiesta sindacale potrebbero essere ridotti a sei).
Se raffrontiamo la prova scritta del concorso straordinario a quella del concorso ordinario possiamo senza dubbio affermare che questo concorso di “straordinario” non ha nulla, se non quello di essere nato sotto una cattiva stella: la prova risulta essere più complicata.
Il concorso ordinario, infatti, prevede una prova scritta di 120 minuti e i quesiti, a scelta della commissione, possono essere da uno a tre. E’ facile evincere che la media “tempo” è ben diversa: con un quesito la media sarà di 120 minuti, con due quesiti sarà 60 minuti e con tre sarà di 40 minuti.
La matematica non è un’opinione.
Questi sono i fatti!
Dopo due governi e tre ministri il risultato a cui porta la scelta dell’attuale inquilina di viale Trastevere è che il concorso straordinario è più articolato e complesso di quello ordinario. .
Un accanimento di cui non si campiscono i veri contorni, contro gli oltre 30.000 docenti precari che hanno insegnato per 6,7,8 anni mettendo a disposizione della scuola professionalità’ ed esperienza, che hanno fatto e continuano a far funzionare la scuola italiana e che a settembre insegneranno ancora da precari: immaginiamo anche con quale spirito, visto che la stabilizzazione si allontana sempre di più.
Si tratta di aver precarizzato ulteriormente la scuola statale!
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UIL: UNA NETTA PRESA DI DISTANZA DAL PIANO DEL GOVERNO.
TURI: UN PIANO CHE APRE ALLA PRIVATIZZAZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE DELL’ISTRUZIONE
SI SCARICA SUI DIRIGENTI E SULLA COMUNITÀ EDUCANTE, QUELLA VERA, LA RESPONSABILITÀ DI ORGANIZZARE LA RIAPERTURA.
IN ALLEGATO CINQUE MOTIVI PER CUI QUESTO PIANO NON CI RIPORTERÀ A SCUOLA A SETTEMBRE O SE ATTUATO PORTERÀ ALLA MUTAZIONE GENETICA DELLA SCUOLA COSTITUZIONALE ITALIANA
E’ una netta presa di distanza, culturale e politica, quella annunciata oggi pomeriggio dalla Uil Scuola rispetto alle politiche che sottendono il piano per la ripartenza presentato dal ministero. Il piano si basa su principi di sussidiarietà verticale e orizzontale che indeboliscono la funzione affidata alle scuole statali del paese – ha detto Pino Turi nel suo intervento nel corso della video riunione. Lo dicessero chiaramente: con questo patto si vuole aprire alla privatizzazione della scuola italiana. L’idea che, alla cura dei bisogni collettivi e delle attività di interesse generale provvedono direttamente i privati cittadini, attraverso non meglio individuati “patti educativi di comunità” è cosa profondamente diversa dal sistema nazionale di istruzione statale. Chi, e con quali finalità, dovrebbe stipulare questi patti? Chi sono i portatori di interessi anche diversificati rispetto a quelli della comunità scolastica propriamente definita? Chi potrà avere accesso a questi patti? Si parla di personale educativo responsabile di attività integrative o alternative alla didattica, con compiti anche di vigilanza. Un modo per scaricare sui dirigenti e sulla comunità educante – quella vera, ribadisce Turi – la responsabilità di organizzare la riapertura. La scelta politica è quella di non investire sulla scuola, che dovrà cavarsela con ciò che ha e su ciò che riesce a recuperare dal volontariato e dagli Enti locali che diventeranno i gestori, di fatto, della scuola.
attachments: 5 motividel No al Piano scuola
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REPORT – incontro al MIUR su PENSIONI del 15 GIUGNO 2020. Oltre 45.000 le domande di pensione presentate nell’anno 2020.La UIL Scuola inoltre ha evidenziato la necessità di rendere utilizzabili tutti i posti in organico che si renderanno disponibili per la mobilità e le immissioni in ruolo.
Lunedi 15 giugno si è tenuta presso il MIUR una riunione tra i Sindacati scuola ed i rappresentanti della Direzione del personale della scuola ed i responsabili di settore dell’INPS sullo stato delle pratiche pensionistiche della scuola dell’anno 2020.
Per la Uil Scuola hanno partecipato Sciandrone e Lacchei.
I rappresentanti del MIUR hanno fornito i seguenti dati sulle domande presentate che sono state 45.775, di cui:
DOCENTI 30.000; ATA 9.000; IRC 500 ; DS 350; PERS. EDUCATIVO 100
A questo proposito è necessario ricordare che lo stesso soggetto può aver presentato due domande di pensione.
I rappresentanti dell’INPS hanno riferito sull’attività dell’Istituto che ha trattato le 45.775 richieste di certificazione di cui 44.000 lavorate e 1134 in via di
definizione. Tra le lavorate 3.000 sono risultate negative;
Paritarie in affanno: giusto predisporre aiuti post covid
Turi: un errore pensare di dirottare risorse sottraendole al bilancio della scuola statale
La convergenza, pressoché trasversale, delle forze politiche orientate all’aiuto alle scuole paritarie, ci appare un elemento condivisibile – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Il dibattito su come aiutarle richiede cautele: che ci sia la cassa integrazione in deroga e che ci sia un supporto alle famiglie che hanno pagato le rette senza usufruire del servizio, ci sembrano richieste giuste e coerenti.
Questa pandemia ha stremato tutti e che ci sia bisogno dell’aiuto dello stato, ci sta tutto come principio.
Si aiutano attività di ogni genere e la scuola, comunque intesa, è settore che merita ogni aiuto possibile.
Diverso è però se qualcuno vuole approfittare della congiuntura negativa dovuta al Covid 19 per stravolgere il sistema e aprire la porta al finanziamento pubblico delle scuole private/paritarie – sottolinea Turi.
In ogni occasione di incontro gli stakeholders tendono ad attuare un’azione di lobby per orientare le forze politiche verso un percorso di aiuti indirizzato a queste scuole. Finanziamento non giustificato dalla funzione che svolgono, che è complementare e ‘senza oneri per lo Stato’.
Lo Stato per l’istruzione è il gestore – chiarisce Turi – non il regolatore, come ad esempio una concessione autostradale. La garanzia deve essere in capo allo Stato in maniera diretta e non mediata.
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